Un nuovo modo di fare impresa: le Benefit corporation crescono in Italia (e in Toscana)

Nel 2016 erano solamente 10, oggi sono più di 80. Ecco come si diventa aziende votate alla sostenibilità e non solo al profitto

[5 Marzo 2020]

In un periodo storico in cui il concetto di massimizzazione del profitto, per le la maggior parte delle aziende, è l’unico obiettivo da perseguire, si sta sviluppando il movimento delle Benefit corporation, volto a garantire una miglior qualità di vita alla società. Nato per la prima volta nel Maryland (USA) nell’ottobre del 2010, in Italia entra a far parte del sistema giuridico a partire dal primo gennaio del 2016, grazie ad un emendamento alla legge di Bilancio 2016 presentato dall’allora senatore Mauro Del Barba. Un passo fondamentale per  L’Italia, la quale può vantare il primato di essere stato il primo Paese europeo a dotarsi di questa nuova qualifica giuridica.

In risposta all’imperativo del celebre economista Milton Friedman – alfiere del liberismo –, per il quale la massimizzazione del risultato economico rappresenta l’unica “Responsabilità sociale d’impresa”, le imprese for-benefit lavorano (anche) per dare un futuro migliore al mondo. La loro mission infatti è duplice: da un lato operano seguendo schemi economici tradizionali tipici del capitalismo, ma dall’altro mirano a usare il business per creare una prosperità durevole e condivisa.

La visione delle B Corp è dunque quella di fare business trasformandolo in un paradigma più evoluto, come forza positiva per la società e per l’ambiente. Per questo è necessario che le aziende siano valutate in maniera completa, trasparente e rigorosa per i loro risultati complessivi; non solo quelli economici dunque, ma anche gli impatti sulla società e sull’ambiente. La valutazione viene effettuata grazie al B Impact Assessment, le performance vengono misurate su una scala da 0 a 200, 80 è il punteggio minimo per ottenere la qualifica di B Corp. Ottenere un punteggio minore di 80 vuol dire distruggere valore, ottenerlo maggiore vuol dire crearlo.

In quest’ottica non si assisterà più ad una competizione tra imprese per diventare le migliori al mondo ma lotteranno per diventare le migliori per il mondo. E l’espansione di questa nuova forma societaria è stata possibile in quanto, negli ultimi anni, sono cambiate radicalmente le esigenze dei consumatori, soprattutto quelle dei millennial. Gli acquirenti manifestano un elevato grado di attenzione rispetto ai prodotti che comprano, dove gli aspetti fondamentali sono il ciclo di vita del prodotto, la filiera produttiva e la tutela dell’ambiente da parte dell’impresa.

In questo contesto, se l’Italia è stato il primo Paese europeo ad introdurre una forma giuridica per inquadrare le società “for benefit”, ciò è stato possibile in quanto «i valori  fondamentali  della Comunità B Corp – l’eccellenza in termini di scopo, responsabilità e trasparenza – sono radicati nel Dna di gran parte del tessuto imprenditoriale italiano», come afferma il co-inventore delle Benefit Corporation Bart Houlahan. Il nostro Paese ha conquistato una posizione considerevole all’interno del dibattito europeo sullo sviluppo di modelli di business responsabili e sostenibili (basti pensare al tasso di crescita delle aziende certificate B Corp, nel 2016 “solamente” 10 per poi arrivare a più di 80 dopo il 2019) e ha l’occasione di essere il punto di riferimento sia per i Paesi del Vecchio continente che devono ancora compiere questo importante passo verso il futuro sia per i paesi asiatici dove ancora tale modello non si è sviluppato appieno.

Sul nostro territorio possiamo già trovare B Corp operanti in settori completamente diversi tra loro; dal settore del retail a quello dei servizi energetici; dall’edilizia a quello dei servizi sanitari. L’importante, ovviamente, è di rispettare i principi generali del movimento: proprio per questo sarà impossibile, anche in un futuro molto lontano, assistere a B Corp operanti nel settore del tabacco o in quello del gioco d’azzardo (da quando fumare e giocarsi i soldi crea un beneficio all’individuo e soprattutto alla collettività?).

Le maggior quota delle B Corp presenti in Italia è situata nelle regioni del nord, le quali possono vantare il 40% delle imprese for benefit totali. Nel centro ci possiamo “accontentare” di un buon 20%. Guardando in particolare alla Toscana il movimento non si è ancora sviluppato in maniera marcata, ma gli esempi virtuosi non mancano: una svolta fondamentale nel panorama delle società benefit è stata offerta ad esempio dalle farmacie comunali fiorentine (gruppo Afam), le quali sono state le prime a diventare società a capitale misto-privato in Europa, nonché la prima rete di farmacie al mondo a diventare Benefit corporation.

Altra interessante B Corp da menzionare, presente nell’area metropolitana di Firenze, è Treedom: una piattaforma web che permette di piantare alberi “a distanza” e seguirne il ciclo di vita online (gli alberi vengono piantati direttamente dai contadini locali, che possono usufruire dei loro frutti). Dalla sua fondazione, avvenuta a Firenze nel 2010, sono stati piantati più di 1.000.000 di alberi in Africa, America Latina e Italia. In un momento storico in cui il cambiamento climatico ha fatto registrare numerosi incendi che hanno portato alla deforestazione delle più grandi aree verdi che il nostro pianeta possedeva, piantare un albero è un piccolo contributo contro la crisi climatica che tutti possiamo mettere in atto.

di Gregorio Ciani per greenreport.it