Via libera all’introduzione dello sviluppo sostenibile nello Statuto della Regione Toscana

«Con questa legge si vuol modificare la norma che contiene i criteri ispiratori dell’azione di governo del territorio toscano»

[31 Maggio 2018]

Lo Statuto di una Regione è quel documento che, in armonia con la Costituzione nazionale, ne determina la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento; sebbene sarebbe dunque poco corretto dire che con questo strumento il governo regionale si sia dotato di una propria Costituzione, ne rappresenta sicuramente la spina dorsale. E nel Dna di quella Toscana s’affacciano adesso ufficialmente lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare.

Ieri infatti la commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale ha approvato con voto favorevole di Pd e M5S (astenuti Lega e Forza Italia) la proposta di legge che vede come prima firmataria la consigliera Monia Monni (Pd), e che orienta esplicitamente l’architettura istituzionale toscana verso lo sviluppo sostenibile.

Come avevamo già anticipato su queste pagine, la pdl mira infatti a introdurre tra i principi generali dello Statuto regionale la promozione delle “condizioni per uno sviluppo sostenibile per la soddisfazione dei bisogni della generazione presente e la salvaguardia della vita delle generazione future” e “la promozione dell’economia circolare, quale modello economico idoneo a rigenerarsi da solo, attraverso la valorizzazione degli  scarti di consumo, l’estensione del ciclo vita dei prodotti, la condivisione delle risorse, l’impiego di materie prime seconde e l’uso di energia da fonti rinnovabili”.

Come si ricorda infatti nella proposta di legge, il principio fondamentale di sviluppo sostenibile – per il quale s’intende lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri –  trova ormai «espresso riconoscimento all’interno dei Trattati fondamentali dell’Unione Europea ed in molteplici Costituzioni nazionali, tra le quali si ricordano, a titolo di esempio, quelle di Portogallo, Svizzera e Francia, che riconoscono la sua trasversalità rispetto ad ogni campo dell’azione umana, travalicando meri aspetti ambientali, sociali ed economici, ma combinandoli insieme per garantire uno sviluppo coerente e virtuoso della nostra società». Anche l’ASviS – l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile – propone da tempo di inserire esplicitamente lo sviluppo sostenibile all’interno della Costituzione italiana; una modifica che al momento non è neanche in calendario, ma che la Toscana ha voluto anticipare sul piano regionale.

«Con questa legge – spiega infatti il presidente della commissione Giacomo Bugliani (Pd) – si vuol modificare lo Statuto, la norma cioè che contiene i principi di carattere generale, i criteri ispiratori dell’azione di governo del territorio toscano e voler porre a livello statutario il principio dell’economia circolare è un atto fondamentale. Sensibilizzare ai temi dell’economia circolare, del reintegro e del riuso delle risorse è importante soprattutto in un momento in cui l’inquinamento dilaga e il tema dei rifiuti è particolarmente sentito, connesso al benessere sia dei cittadini individualmente intesi che come collettività».

Si tratta di un’assunzione di responsabilità non da poco da parte della Regione: inserire esplicitamente tra i propri principi cardini quello della sostenibilità significa infatti saper guardare con chiarezza e propositività alle necessità dello sviluppo – presente e futuro –, ma al contempo impegna anche a lavorare con coerenza, concretezza e costanza in questa direzione. Una missione oggi indispensabile, ma non facile.