Wall Street e le banche libereranno 40 milioni di moderni schiavi?

La Liechtenstein Initiative mobilita il settore finanziario contro la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani

[4 Ottobre 2019]

Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2016 nel mondo più di 40 milioni di uomini, donne e bambini erano moderni schiavi, si tratta di una persona su 185 persone, e si stima che i proventi del solo lavoro forzato generino oltre 150 miliardi all’anno, mentre nel mondo 1,7 miliardi di persone – quelle che ne avrebbero più bisogno – non hanno un adeguato accesso ai servizi finanziari. Anche per questo la Financial Sector Commission on Modern Slavery and Human Trafficking della Liechtenstein Initiative ha presentato alla recente Assemblea generale dell’Onu il suo rapporto finale, “A Blueprint for Mobilizing Finance Against Slavery and Trafficking” e ha lanciato il progetto Finance Against Slavery and Trafficking, curato dall’ United Nations University Centre for Policy Research, che punta ad accelerare ulteriormente l’azione del settore finanziario contro la moderna schiavitù, il che include anche l’attuazione delle linee guida del Blueprint e una collaborazione con le principali banche e fornitori di servizi per fornire servizi finanziari ai sopravvissuti alla moderna schiavitù e alla tratta di esseri umani.

Il rapporto è il risultato di un anno di lavoro della Financial Sector Commission della Liechtenstein Initiative che si è sviluppato in 4 consultazioni globali in tre continenti e oltre 100 consultazioni informali con gli stakeholders. La prima consultazione della Financial Sector Commission si è tenuta il 20 e 21 settembre 2018 a New York e ha preso in considerazione la conformità e il rischio; la seconda consultazione su prestiti e investimenti responsabili si è tenuta in Liechtenstein il 20 e 21 gennaio 2019; la terza consultazione sull’innovazione finanziaria si è svolta a Sydney, in Australia, dall’11 al 13 aprile 2019; la consultazione finale su accordi internazionali, condotta commerciale e regimi sanzionatori si è svolta a L’Aia, in Olanda, dal 28 al 29 giugno 2019. La Financial Sector Commission è una partnership pubblico-privata tra i governi del Liechtenstein, dell’Australia e dell’Olanda, un consorzio di fondazioni del Liechtenstein e istituzioni del settore privato e l’United Nations University Centre for Policy Research, che funge da segretariato. La Commissione è composta da 25 commissari, compresi i sopravvissuti alla tratta di esseri umani e alla schiavitù minorile; leader di hedge fund, banche commerciali e retail; investitori istituzionali; organizzazioni di finanziamento allo sviluppo; e global regulators.

Certo, fa un po’ effetto leggere che il progetto è finanziato anche dal governo del principato del Liechtenstein e delle sue banche che custodiscono un paradiso fiscale che alimenta l’ineguaglianza nel mondo, dal governo dell’Australia che la nuova schiavitù la alimentata in proprio, costruendo nell’isola di Manus in Papua Nuova Guinea e a Nauru lager dove ha confinato migranti e richiedenti asilo, dal governo britannico del Regno Unito, tempio della speculazione finanziaria e che, come quello olandese, tiene in piedi paradisi fiscali caraibici nei quali vengono lavati i soldi di attività criminali, compresi quelli derivanti dalla schiavitù e dalla tratta.

Comunque, il rapporto delinea 5 obiettivi per rafforzare la risposta del settore finanziario alla schiavitù moderna e al traffico di esseri umani e, come spiega Anthony Dursi, communications manager dell’United Nations University Centre for Policy Research, «Ogni obiettivo si basa su una serie di azioni proposte che includono: aumentare le risorse per le indagini finanziarie sulla schiavitù moderna e sulla tratta di esseri umani; sviluppare migliori indicatori del rischio di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo legati alla tratta; promuovere la collaborazione in tutto il settore in materia di due diligence sui diritti umani e mappatura dei rischi sociali; sviluppo di indicazioni dettagliate sulla leva finanziaria; investire nella finanza digitale e sociale, compresa la microfinanza, per servire i più vulnerabili». Il rapporto comprende anche un Implement Toolkit che punta ad aiutare le istituzioni del settore finanziario – dalle banche commerciali e retail fino alle fintech start-ups – ad agire per porre fine alla schiavitù moderna e al traffico di esseri umani.

La Liechtenstein Initiative for Finance Against Slavery and Trafficking assicura che continuerà il lavoro della sua Financial Sector Commission e che un aspetto del suo lavoro coinvolgerà la cooperazione con le principali banche (Bank of America, Bank of the West, Barclays, BB&T, BMO Financial Group, Citi, Erste Bank, HSBC, LCNB National Bank, Scotiabank, US Bank e Wells Fargo) e, con la sua Survivor Inclusion Initiative, le organizzazioni che forniscono servizi ai sopravvissuti alla schiavitù e alla tratta.

Dursi spiega che «I sopravvissuti spesso scoprono che i trafficanti si sono impadroniti della loro identità finanziaria o dei loro prodotti bancari per il riciclaggio di denaro o altri scopi criminali, rovinando la loro affidabilità creditizia e aumentando il loro rischio di vittimizzazione. Questa iniziativa mira a fornire un approccio comune per l’estensione sicura dei servizi finanziari di base ai sopravvissuti, che sarà scaled up e in molteplici Paesi».

Presentando il rapporto, Adrian Hasler, primo ministro e ministro delle finanze del Principato del Liechtenstein, ha sottolineato: «In quanto centro finanziario internazionale, il Liechtenstein riconosce il ruolo positivo che il settore finanziario può svolgere nell’affrontare la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani. Come chiarisce questo rapporto di riferimento, il potenziale che qui può essere sbloccato non può essere sottovalutato. Siamo lieti che questo lavoro continui nell’ambito della Liechtenstein Initiative for Finance Against Slavery and Trafficking, con il coinvolgimento continuo del settore finanziario del Liechtenstein».

Marise Payne, ministro degli esteri dell’Australia, ha aggiunto: «Nel 2015, Australia, Liechtenstein e Paesi Bassi, insieme a tutti gli altri Stati membri delle Nazioni Unite, hanno concordato di adottare misure immediate ed efficaci porre fine alla schiavitù moderna, al lavoro forzato e alla tratta di esseri umani entro il 2030 nell’ambito degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. L’Australia ha adottato un approccio globale alla lotta contro la tratta di esseri umani e la schiavitù moderna, che include il nostro sostegno a questa Commissione. Il potenziale di sblocco contiene una serie di obiettivi importanti e fornisce strumenti che la comunità internazionale può utilizzare per lavorare insieme per porre fine alla schiavitù moderna e al traffico di esseri umani».

La Payne – con non poca ipocrisia rispetto alle reali politiche migratorie, sociali e climatiche del suo governo iperconservatore – si riferisce al fatto che nel settembre 2015, approvando l’obiettivo 8.7 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, 193 Paesi si sono impegnati ad adottare misure immediate ed efficaci per porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani entro il 2030. Gli Stakeholders collaborano con l’Alliance 8.7 per raggiungere questo obiettivo.

Il ministro degli esteri dell’Olanda, Stef Blok, ha aggiunto: «Il settore finanziario ha un enorme potenziale per aiutare a porre fine alla schiavitù moderna e al traffico di esseri umani e per mantenere l’integrità del sistema finanziario internazionale. La schiavitù e la tratta di esseri umani sono big business, si calcola generino 150 miliardi di dollari ogni anno, spezzando la schiena, i cuori e i sogni di giovani e meno giovani. Sia che operi attraverso filiali bancarie, microcrediti o finanza digitale, il settore finanziario ha una portata globale unica, che gli consente di avere un impatto sulla vita delle persone. Può creare moral capital markets e può quindi essere una forza potente per il bene, sostenendo innanzitutto le vittime di queste pratiche commerciali criminali. Il Regno dei Paesi Bassi continuerà a lavorare a stretto contatto e insieme al settore finanziario per massimizzare l’impatto che il settore può avere».

Gli schiavi moderni possono fare di tutto, dall’accattonaggio all’estrazione dell’oro, ma i settori più importanti di questo business globale da 150 miliardi di dollari all’anno sono i lavori domestici, il manufatturiero e le costruzioni. Un quarto delle persone coinvolte sono bambini.

Anche i leader del G7 e del G20 ora richiamano l’attenzione sull’importanza di coinvolgere il settore privato in questa lotta alla moderna schiavitù e alla tratta, che però continuano. Affrontare questo flagello sarà molto duro: secondo il rapporto, per ridurre a zero il numero di lavoratori sschiavizzati entro il 2030 bisognerebbe liberare 10.000 vittime della schiavitù moderna ogni giorno per i prossimi 11 anni.

Secondo il premio Nobel Muhammad Yunus, che è co-convenor della Financial Sector Commission della Liechtenstein Initiative , «Il microcredito ha rappresentato una grande svolta nel raggiungere i segmenti più vulnerabili della popolazione mondiale, ma un gran numero di persone in tutto il mondo rimane senza regole. Per affrontare le cause profonde della schiavitù moderna e della tratta di esseri umani, dobbiamo agire ora. Un modo efficace per farlo è quello di creare imprese sociali, ovvero imprese dedite a risolvere i problemi senza cercare personalmente rendimenti monetari, concentrandosi sulla riduzione e, infine, l’eliminazione del traffico di esseri umani e della schiavitù moderna».

Nel settembre 2017, la 72esima Assemblea generale dell’Onu ha invitato tutti i Paesi del mondo ad agire subito per porre fine al lavoro forzato, alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani, Liechtenstein, Australia e Paesi Bassi che hanno sottoscritto tutti gli impegni

Fiona Reynolds, CEO dell’UN-backed Principles for Responsible Investment, ha sottolineato «Per me è stato un onore ricoprire il ruolo di presidente della Financial Sector Commission on Modern Slavery and Human Trafficking. Il nostro rapporto chiarisce che il business as usual non porrà fine alla moderna schiavitù e al traffico di esseri umani. Nel corso dell’ultimo anno, abbiamo tratto beneficio da un’enorme quantità di esperienza in tutto il mondo e abbiamo assistito a un aumento del sostegno da tutto il settore. In futuro, questa buona volontà deve essere ulteriormente sfruttata per garantire che possano essere compiuti progressi reali».

Il capo della segreteria e commissario Liechtenstein Initiative, James Cockayne, ha concluso: «La schiavitù moderna e la tratta di esseri umani rappresentano un tragico fallimento del mercato. Ciò che è chiaro è che la schiavitù moderna ci fa stare tutti peggio perché tratta le persone come oggetti usa e getta piuttosto che come agenti economici e sociali. Per questo motivo, perdiamo collettivamente un enorme potenziale che è attualmente bloccato».