48 famosi economisti repubblicani e democratici a Trump: approva una carbon tax

Una carbon tax progressiva da redistribuire ai cittadini Usa: farebbe bene a economia e competitività

[21 Gennaio 2019]

L’attacco alla politica energetica e climatica di Donald Trump questa volta è partito dalle pagine della bibbia del neoliberismo, il Wall Street Journal, che ha pubblicato l’”Economists , statmenmt  on carbon dividends”  promosso da 4 ex presidenti della Federal Reserve, 27 premi Nobel, 15 ex presidenti del Council of economic advisers e da 2 ex segretari del Dipartimento del Tesoro Usa. Un bel gruppo difficile da far -passare per estremisti rosso-verdi, anche perché sono sia repubblicani che democratici e fanno parte del Climate leadership council al quale aderiscono anche colossi petroliferi come ExxonMobil,  BP, Shell,  Total de altre multinazionali che hanno munificamente finanziato la campagna elettorale di Trump e dei repubblicani.

La dichiarazione parte da una constatazione comune, «Il cambiamento climatico globale è un problema serio che richiede un’azione nazionale immediata» e i primi firmatari, «Guidati da solidi principi economici»,  propongono uniti – evidentemente ai negazionisti climatici dell’Amministrazione – 5 raccomandazioni politiche. Eccole:

1 Una carbon tax offre la leva più efficace per ridurre le emissioni di carbonio con la scala e la velocità necessarie. Correggendo una ben nota carenza del mercato, una carbon tax manderà un segnale di prezzo potente per imbrigliare la mano invisibile del mercato e guidare gli attori economici verso un futuro low-carbon.

2 La carbon tax dovrebbe aumentare ogni anno fino a quando non saranno raggiunti gli obiettivi di riduzione delle emissioni e sarà neutrale dal punto di vista delle entrate per evitare dibattiti sulle dimensioni del governo. Un prezzo del carbonio in costante aumento incoraggerà l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di infrastrutture su larga scala. Inoltre, accelererà la diffusione di beni e servizi carbon-efficient.

3 Una carbon tax sufficientemente robusta e in graduale aumento sostituirà la necessità di varie normative sul carbonio meno efficienti. Sostituire regolamenti ingombranti con un price signal  promuoverà la crescita economica e fornirà alle companies la certezza normativa necessaria per fare investimenti a lungo termine nelle alternative energetiche pulite.

4 Per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e per proteggere la competitività degli Stati Uniti, è opportuno istituire un sistema di adeguamento ai limiti del carbonio. Questo sistema migliorerebbe la competitività delle imprese americane che sono più efficienti dal punto di vista energetico rispetto ai loro concorrenti globali. Inoltre, creerebbe un incentivo per le altre nazioni ad adottare carbon pricing simili.

5  Per massimizzare l’equità e la fattibilità politica di una carbon tax  in aumento, tutte le entrate dovrebbero essere restituite direttamente ai cittadini statunitensi mediante riduzioni forfettarie eque. La maggior parte delle famiglie americane, comprese le più vulnerabili, beneficerà finanziariamente ricevendo più “dividendi del carbonio” di quanto pagheranno in termini di aumento dei prezzi dell’energia.

Come si vede, non si tratta certo di un appello alla decrescita (anzi!) ma di un pressante suggerimento che si basa sulla fiducia che il libero mercato  – con qualche meccanismo fiscale “riformatore” – porterà il mondo fuori dalla crisi ambientale e climatica in cui l’ha sprofondato. Una proposta che, proprio per gli ambienti e i personaggi economico/politici da cui viene è molto più problematica per Trump dello scontro aperto che cerca ogni giorno con le sue provocatorie dichiarazioni contro l’opposizione politica e sociale.