I 3/4 dei cittadini di Roma e Milano vogliono lo stop alle vendite di auto diesel o benzina

Maxisondaggio YouGov commissionato da Transport & Environment: «Basta auto a motore termico»

[12 Aprile 2021]

I cittadini di Roma e Milano sembrano stufi di anni di smog, aria malsana, continui blocchi del traffico e misure d’emergenza e chiedono un cambiamento radicale: nelle due principali città italiane, circa tre quarti dei residenti si dicono favorevoli a vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel in Europa dopo il 2030.

E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato in 15 città europee da YouGov, commissionato Transport & Environment (T&E) che riunisce 63 organizzazioni di 26 Paesi europei.

La mega indagine, unica nel suo genere, ha coinvolto oltre 10.000 persone in alcuni dei maggiori centri urbani europei di Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito e è «Particolarmente significativo il tasso di favorevoli alla messa al bando tra romani e milanesi, rispettivamente il 77% e il 73%. A livello europeo, il dato si ferma al 63% ma in tutti centri urbani i favorevoli superano comunque la maggioranza assoluta degli intervistati. La percentuale dei contrari nelle due città italiane si ferma al 16% e 19%».

Il 61% dei romani e il 62% dei milanesi indicano la presenza di una rete capillare di infrastrutture di ricarica come fattore cruciale per far definitivamente decollare il mercato delle auto a zero emissioni. Altro aspetto considerato importante (dal 61% degli automobilisti di Roma e dal 56% di quelli di Milano) è che il costo dei veicoli “puliti” sia analogo a quello delle auto tradizionali.

Per Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&E, «Il fatto che Roma e Milano mostrino il sostegno più convinto allo stop alle vendite di auto a combustibili fossili tra tutte le città europee è il segno che i loro cittadini sono stanchi di essere esposti ad alti livelli tossici di inquinamento atmosferico. Sono già oggi pronti a cambiare e non  vogliono che i motori a combustione interna siano venduti più a lungo del necessario»

Il sondaggio YouGov ha anche indagato il fattore coronavirus nella propensione a sostenere lo stop alle auto alimentate da combustibili fossili. Lo studio “Understanding the Heterogeneity of Adverse COVID-19 Outcomes: The Role of Poor Quality of Air and Lockdown Decisions”, pubblicato un anno fa su SSRN da un team di ricercatori italiani ed altri simili hanno infatti indicato possibili legami tra l’inquinamento dell’aria, di cui il trasporto stradale è una causa primaria, e una maggiore mortalità legata al Covid. Anche in questo caso, i risultati del sondaggio sono rilevanti: «Tra quanti sono stati infettati dal Covid-19 e tra i loro familiari il tasso di sostegno medio nelle 15 città europee è del 66% (a fronte del 56% fra chi invece non si è ammalato). I favorevoli ritengono infatti che la misura sarebbe un passo decisivo per ridurre l’inquinamento atmosferico».  A T&E ricordano che «Una prima risposta concreta alla preoccupazione dei cittadini europei potrebbe arrivare a giugno prossimo: la Commissione europea, quando proporrà di inasprire i limiti di emissioni CO2 delle auto, potrebbe infatti fissare una data dopo la quale sarà vietato commercializzare auto diesel o benzina. La messa al bando dei motori tradizionali è una delle opzioni che i legislatori Ue hanno sul tavolo per centrare l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente climate-neutral entro il 2050».

La Aneris conclude: «I decisori politici dovrebbero ascoltare i cittadini che si dicono pronti alla transizione completa verso veicoli a zero emissioni già nel 2030. Confidiamo che la Commissione la prossima estate effettivamente proponga una data finale valida in tutta l’Ue per la vendita di automobili con motori a combustione interna. Dieci governi europei hanno già adottato questa misura a livello nazionale, ma rimangono dubbi sulla legalità di procedere in tal senso, senza aver stabilito un phase-out a livello europeo. Diverse case automobilistiche hanno già annunciato di voler abbandonare volontariamente la produzione di auto a combustibili fossili. Tuttavia, fissare una scadenza europea è necessario per vincolare l’intero comparto automobilistico».