Approvato il decreto sulle rinnovabili nelle isole minori non interconnesse

Mise: trasformare le piccole isole in laboratori a cielo aperto

[5 Maggio 2017]

Il Ministero dello sviluppo economico (Mise) ha approvato il decreto sulla «progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili» che riguarda  le isole che non sono interconnesse alla rete elettrica del continente, che hanno superficie superiore a un Km2, sono localizzate a più di 1 Km dal continente e hanno una popolazione residente di almeno 50 persone.

Il decreto riguarda quindi Capraia e Giglio/Giannutri (Arcipelago Toscano); Ponza e Ventotene (Lazio); Capri (Campania),  Panarea, Lipari, Vulcano, Filicudi, Alicudi, Ustica, Levanzo, Marettimo, Favignana, Pantelleria, Lampedusa e Linosa (Sicilia); Tremiti (Puglia).

Il Mise sottolinea che «Le isole minori sono piccole e delicate realtà, nelle quali l’approvvigionamento di energia avviene usualmente via nave, con possibili interruzioni nei periodi di maltempo. La produzione elettrica è assicurata normalmente da un unico produttore con impianti a fonti convenzionali; la domanda è molto variabile a causa della fluttuazione delle presenze stagionali. Tutte le isole sono sottoposte a stringenti vincoli ambientali e paesaggistici».

Il decreto, riprendendo sollecitazioni che da anni arrivano da associazioni ambientaliste come Legambiente e Marevivo, avvia un percorso che «può trasformare le piccole isole in laboratori a cielo aperto, nel cui ambito sperimentare soluzioni innovative ed economicamente sostenibili su reti, impianti di produzione e utenze, con l’obiettivo di individuare le condizioni per rendere le fonti rinnovabili l’asse principale del sistema energetico delle isole, e di ottenere indicazioni utili anche per il futuro sistema nazionale».
Il ministero spiega che «Il testo individua le disposizioni per la progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili e, in particolare, stabilisce: gli obiettivi quantitativi del fabbisogno energetico delle isole da coprire attraverso la produzione da fonti rinnovabili; gli obiettivi temporali per il processo di graduale sviluppo della produzione da fonti rinnovabili; le modalità di sostegno degli investimenti necessari al perseguimento dei suddetti obiettivi».

Il Mise evidenzia che «Il contesto è costituito dagli impegni assunti con l’accordo di Parigi del 4 novembre 2016, ribaditi dall’Unione Europea. Con questo accordo, la comunità internazionale si è impegnata a contenere l’aumento della temperatura media del pianeta sotto i 1,5-2 °C rispetto ai livelli preindustriali: è questo il messaggio principale veicolato all’opinione pubblica. A ben leggere, però, con l’accordo i Paesi firmatari si sono impegnati anche su due altri fonti: favorire lo sviluppo sostenibile e sradicare la povertà.
In questa triplice prospettiva, la sfida che viene posta al settore energetico, tra i principali responsabili delle emissioni di gas climalteranti, è di promuovere una trasformazione che assicuri energia pulita, a costi accettabili e disponibile in quantità e qualità sufficienti a sostenere la crescita. L’impegno prevede quindi che si agisca su più leve: la decarbonizzazione dell’economia (anche attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili), l’efficienza energetica, la sicurezza degli approvvigionamenti e delle forniture, l’integrazione dei mercati energetici nazionali in un unico mercato europeo, l’innovazione tecnologica e la competitività, la coesione sociale. L’obiettivo del provvedimento è quindi dare maggiore sicurezza e sostenibilità ai sistemi energetici delle isole minori, promuovendo le politiche del Governo a favore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica,  in corso di ulteriore potenziamento con la  nuova Strategia energetica nazionale (Sen)».

In un riepilogo, la Direzione generale per il mercato elettrico, le rinnovabili e l’efficienza energetica, il nucleare, spiega con quali obiettivi e strumenti il Mise intende diffondere le rinnovabili nelle isole minori. L’obiettivo stabilito dalla legge  è quello di «avviare un processo per la progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse con energia da fonti rinnovabili, gli obiettivi temporali e le modalità di sostegno». La diffusione delle rinnovabili nelle isole avverrà  in misura compatibile con le esigenze di sicurezza della fornitura, creando le condizioni «per un incremento più sostanziale del ruolo delle fonti rinnovabili, promuovendo l’ammodernamento delle reti elettriche e la sperimentazione di soluzioni tecnologiche innovative».

Per arrivare al decreto, il Mise ha effettuato «un dettagliato studio con RSE con il quale, per ogni isola, si è:  caratterizzato la struttura del sistema elettrico locale (produzioni e consumi e relative variazioni nell’anno, stato della rete); esaminate le modalità di copertura dei fabbisogni energetici di elettricità, calore e carburanti per i trasporti; stimate le risorse locali di fonti rinnovabili, tenuto conto dei vincoli ambientali;  valutati gli obiettivi raggiungibili nelle condizioni attuali, senza compromettere la sicurezza e con costi coperti soprattutto dai risparmi del gasolio impiegato per la produzione tradizionale».

Gli obiettivi prevedono, entro il 2020:

  1. diffusione FER; Installazione di potenza elettrica rinnovabile sufficiente per generare in media il 10% della produzione elettrica totale: interventi realizzabili da tutti; Installazione di pannelli solari termici e pompe di calore per la produzione di acqua calda sanitaria (in sostituzione di boiler elettrici) in quantità sufficiente a ridurre del 5% i consumi elettrici: interventi realizzabili da tutti.
  2. ammodernamento reti: Entro il 2017 i gestori dei sistemi elettrici isolano sono tenuti a presentare programmi tecnici ed economici per: a) definire gli interventi di ammodernamento e rafforzamento della rete elettrica isolana, anche con accumuli, per triplicare la potenza elettrica installabile (rispetto a obiettivi 2020) b) valutare le ipotesi di riconversione a fonti rinnovabili, anche parziale, degli esistenti impianti elettrici a fonti convenzionale; c) formulare ipotesi di copertura dei costi di realizzazione del programma a valere su programmi di sostegno CE, nazionali, regionali e, in via complementare, sulla UC4; Programmi commentati da Ministero, regioni, comuni interessati (nel 2018); Programmi verificati da Autorità e trasmessi alle autorità nazionali di gestione dei programmi di sostegno.
  3. progetti pilota: Realizzare due o più progetti integrati che consentano, entro il 2020, di ridurre la produzione elettrica annua convenzionale dell’sola tra il 20% e il 50% (sulla base della produzione convenzionale dell’isola), mediante soluzioni innovative: integrazione delle fonti rinnovabili con sistemi di accumulo; sviluppo di trasporto elettrico; integrazione del sistema elettrico con il sistema idrico isolano e con la domanda modulabile; ammodernamento della rete secondo i concetti degli smart distribution system.