La crescita dei brevetti per le tecnologie energetiche low carbon in ripresa, ma resta al di sotto di 10 anni fa

Brevetti e obiettivi climatici: bisogna accelerare l’innovazione nelle tecnologie energetiche pulite

L’Italia quarta in Europa e nona al mondo per numero di brevetti low carbon registrati

[28 Aprile 2021]

Secondo il rapporto “Patents and the energy transition: global trends in clean energy technology innovation”, pubblicato dall’international energy agency (Iea) e dall’European Patent Office (Epo), in tutto il mondo, il numero di brevetti di alto valore per invenzioni riguardanti tecnologie energetiche low carbon  è in recupero dalla fine dell’ultimo decennio ma resta ancora ben al di sotto del tasso di crescita di 10 anni prima.

Nel periodo 2017-19, i brevetti per le tecnologie energetiche low carbon sono cresciuti in media del 3,3% all’anno, evidenziando che «Sarà essenziale un progresso dell’innovazione molto più rapido per accelerare con successo la transizione verso l’energia pulita».

L’Iea e l’Epo fanno notare che «A parte un crollo tra il 2014 e il 2016, il numero di brevetti globali nelle tecnologie energetiche low carbon è aumentato negli ultimi due decenni, in particolare in quelli relativi al trasporto».

La recente analisi “Clean Energy Innovation” dell’Iea  dimostra che «Poiché molte delle tecnologie necessarie nei prossimi decenni per ridurre le emissioni di CO2 sono oggi solo nella fase di prototipo o dimostrazione, gli attuali obiettivi climatici possono essere raggiunti solo con una forte accelerazione dell’innovazione nell’energia pulita».

Presentando il nuovo rapporto, il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol, ha ricordato che «Circa la metà delle riduzioni delle emissioni per arrivare allo zero netto entro il 2050 potrebbe dover provenire da tecnologie che non sono ancora sul mercato. Questo richiede di fare enormi passi avanti nell’innovazione, ma fino ad ora le informazioni sui progressi compiuti sono state limitate. Combinando i punti di forza complementari dell’Iea e dell’EPO, questo rapporto ci fornisce una base più solida per identificare e monitorare i punti di forza e di debolezza nella brevettazione dell’energia low carbon, fornendo un quadro molto migliore dello stato della transizione energetica».”

Il rapporto presenta le principali tendenze nell’innovazione energetica low carbon tra il 2000 e il 2019 e le classifica in termini di famiglie di brevetti internazionali (IPF), ciascuna delle quali rappresenta un’invenzione di alto valore per la quale sono state depositate richieste di brevetto presso due o più uffici brevetti in tutto il mondo. Dato che le richieste di brevetto vengono depositate molti mesi, o addirittura anni, prima che i prodotti appaiano sul mercato, sono spesso viste come un indicatore precoce di futuri trend tecnologici. Dal 2000, le aziende di tutto il mondo hanno depositato più di 420.000 brevetti nel settore dell’energia low carbon. Le invenzioni nelle tecnologie di approvvigionamento energetico low carbon, come la produzione di elettricità da fonti rinnovabili sono in calo dal 2012, evidenziando la maturità di alcune di queste tecnologie. Negli ultimi anni, le applicazioni di uso finale come i trasporti, gli edifici o la produzione industriale sono rimaste relativamente stabili e hanno rappresentato il 60% di tutte le invenzioni energetiche low carbon degli ultimi 5 anni. Al contrario, dal 2017, le tecnologie “abilitanti” come le batterie, l’idrogeno, le reti intelligenti e la cattura del carbonio hanno registrato la crescita più forte.
Lo studio rileva che, con il 28% di tutti i brevetti internazionali nell’ultimo decennio (2010-19), le aziende e gli istituti di ricerca europei sono stati leader nel brevettare invenzioni energetiche low carbon, L’Europa è al primo posto anche nella maggior parte dei settori delle energie rinnovabili, ed è molto forte in alcuni settori di end-use come il trasporto ferroviario e l’aviazione. Secondo è il Giappone (25%), seguito da Usa (20%), Corea del Sud (10%) e Cina (8%).  Il Giappone è però leader nella tecnologia dei veicoli elettrici e nelle batterie, e gli Usa nell’aviazione, nei biocarburanti e nella cattura del carbonio.

L’Italia è il quarto paese in Europa e il nono al mondo per numero di brevetti registrati e il rapporto «evidenzia l’ottimo posizionamento dell’Italia nel settore dell’energia pulita», in particolare per quanto riguarda solare termico, geotermia, combustione, costruzioni e trasporto ferroviario. EurActiv riassume: «In totale, il 7,6% di tutti i brevetti italiani riguarda tecnologie per l’energia pulita, e tra il 2000 e il 2019 le registrazioni di progetti di questo tipo è cresciuta del 7% l’anno. Più di un terzo dei progetti depositati (il 34%) hanno riguardato delle tecnologie innovative abilitanti (batterie, idrogeno, smart grid, sistemi di cattura del carbonio), mentre le aziende italiane che hanno depositato più brevetti di tecnologie a basse emissioni sono state Fiat-Chrysler, Eni, Leonardo, Magneti Marelli e Sind International».

Il presidente dell’EPO, António Campinos, conclude: «La transizione energetica necessaria per mitigare il cambiamento climatico rappresenta una sfida di enorme portata e complessità. Questo rapporto è un chiaro invito all’azione per intensificare la ricerca e l’innovazione nelle nuove tecnologie energetiche low carbon e migliorare quelle esistenti. Pur rivelando alcune tendenze incoraggianti nei Paesi e nei settori industriali, comprese le principali tecnologie trasversali, sottolinea la necessità di accelerare ulteriormente l’innovazione nelle tecnologie energetiche pulite, alcune delle quali sono ancora solo emergenti».