Deposito dei rifiuti nucleari, pausa agostana per la scelta del sito

[22 Luglio 2015]

«A fine agosto non sarà deciso il sito che ospiterà il deposito dei rifiuti nucleari». La precisazione, netta, arriva in una nota congiunta dai ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, a seguito dell’invio da parte di Ispra  Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) a ospitare il deposito dei rifiuti nucleari, redatta da Sogin (e rispetto alla quale l’Ispra non ha formulato ulteriori rilievi, in quest’occasione). Nel mentre, come notano in un’interrogazione i senatori del Movimento 5 Stelle Gianluca Castaldi, Vito Petrocelli e Gianni Girotto, un’altra partita rimane aperta: quella dell’Autorità di controllo sul nucleare (Isin), che ancora non è stata istituita.

Il termine di fine agosto, sottolineano i dicasteri, non è «quello in cui verrà individuato il sito definitivo, è invece il termine per il ‘nulla osta’ con eventuali osservazioni dei due dicasteri alla pubblicazione della Cnapi, contenente una lista di diverse decine di siti potenzialmente idonei. Il nulla osta dei Ministri sarà soltanto il momento d’avvio, e non di conclusione, di una lunga procedura  caratterizzata da ampie fasi di consultazione pubblica, nella quale verranno coinvolti Regioni ed enti locali interessati, cittadini e comunità scientifica, che porterà prima ad individuare alcune aree concretamente idonee ad ospitare il deposito unico nazionale e poi stabilirà il sito». A seconda degli esiti, ha già avuto modo di precisare il ministro Galletti, si procederà comunque a una necessaria decisione: «Nel caso in cui non si dovesse registrare il necessario consenso su un luogo verrà istituito un comitato interministeriale che, nel rispetto delle osservazioni tecniche e del confronto con le realtà territoriali, sarà chiamato a individuare la zona idonea».

La consultazione pubblica non si annuncia infatti semplice, ma dovrà essere mossa dalla consapevolezza che un sito di stoccaggio permanente delle scorie nucleari è imposto dal buonsenso prima ancora che dalla direttiva Euratom; un compito di natura titanica, cui siamo però vincolati dalla presenza del materiale radioattivo – che tale continuerà ad essere per molto, moltissimo tempo.