Legambiente: contro salute e ambiente. Un vero e proprio condono che premia i furbi e non l’innovazione e la qualità

Dieselgate, via libera del Parlamento europeo alla revisione dei limiti delle emissioni

Green Italia: decisione scandalosa, le auto potranno inquinare di più. Ecco gli italiani che hanno votato no

[3 Febbraio 2016]

La risoluzione della commissione ambiente del Parlamento europeo che chiedeva di mettere  il veto al progetto di atto delegato della Commissione europea che istituisce la procedura per i test sulle emissioni degli autoveicoli in condizioni reali di guida (RDE) è stata respinta con 323 voti contrari, 317 in favore e 61 astensioni.

Il tutto puzza lontano un miglio di gioco delle parti e conferma i peggiori sospetti, cioè che ben prima del Dieselgate le case automobilistiche europee sapessero benissimo che i test s in laboratorio non avevano niente a che vedere con le reali prestazioni su strada e che tutta sia stata una gigantesca truffa ambientale e una presa in giro dei consumatori.

I portavoce di Green Italia, Annalisa Corrado e Oliviero Alotto, definscono scandalosa la  decisione all’Europarlamento: «aumentato il livello delle emissioni degli ossidi di azoto del 110% rispetto alle attuali soglie. Si tratta di una decisione gravissima e assurda, anche rispetto a quanto accaduto nei mesi scorsi con la vicenda Dieselgate – Volkswagen. Invece di introdurre regole più severe e restrittive la maggioranza degli europarlamentari ha fatto il gioco dell’industria dell’automobile, con buona pace della salute dei cittadini che dovranno subire livelli di inquinamento dei centri urbani sempre più alti e pericolosi».

Corrado Alotto  sottolineano che « Anche molti europarlamentari italiani hanno deciso di innalzare le quantità di PM10 e NOX da far inalare ai cittadini» e rivelano chi tra gli eurodeputati italiani ha contribuito a respingere la richiesta della Commissione ambiente: Mara Bizzotto; Mario Borghezio; Gianluca Buonanno; Lorenzo Fontana e Matteo Salvini (ENF – Lega Nord); Raffaele Fitto e Remo Sernagiotto (ECR) Lorenzo Cesa; Salvatore Cicu; Alberto Cirio; Lara Comi; Elisabetta Gardini; Giovanni La Via; Fulvio Martusciello; Barbara Matera; Alessandra Mussolini; Aldo Patriciello; Salvatore Domenico Pogliese; Massimiliano Salini; Antonio Tajani (PP- Forza Italia,  NCD-UDC).

Anche Legambiente è allibita per il via libera del Parlamento europeo al raddoppio dei limiti delle emissioni per i veicoli, che arriva In piena emergenza smog e con i livelli di inquinamento alle stelle, «Quello che è avvenuto oggi a Bruxelles –  ha detto Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – è veramente assurdo e grave, è una scelta che va deliberatamente contro l’ambiente e la salute dei cittadini ed è solo a favore delle lobby automobilistiche. Mentre gli Stati Uniti diffidano e comminano multe alle case automobilistiche che non rispettano le regole, l’Europa invece dimostra di non aver imparato nulla dalle lezione Dieselgate-Volkswagen e di non vedere l’emergenza smog che attanaglia tante città europee, autorizzando il raddoppio dei limiti delle emissioni dei veicoli. È evidente che si ragiona in termini di condoni: come i condoni edilizi premiano i furbi che si costruiscono le case senza autorizzazione, così prevedere un raddoppio dei limiti delle emissioni per gli ossidi di azoto (NOx) dei veicoli a diesel, che ora passeranno da 80 mg/Km ad oltre 160 mg/Km fino al 2021, significa premiare i furbi a discapito dell’innovazione e della qualità sulle quali le case automobilistiche dovrebbero puntare. Per contrastare l’inquinamento atmosferico servono anche limiti delle emissioni più stringenti, controlli pubblici più efficaci per evitare che i furbi la facciano franca, e una corretta e completa informazione su inquinamento e consumi».

E l’equilibristica dichiarazione del presidente della commissione ambiente dell’europarlamento, Giovanni La Via (che ha votano contro) non può certo eliminare questi sospetti e la figuraccia planetaria: «Una trattativa intensa ha avuto luogo con i governi e la Commissione europea, dopo che la commissione ambiente ha sostenuto l’obiezione, alla quale poi la Commissione europea ha effettivamente dato seguito. Ora abbiamo impegni chiari presi dalla Commissione europea: una clausola di revisione, con un calendario preciso, al fine di abbattere i valori massimi di emissione ai livelli che sono stati concordati dai co-legislatori e, nel lungo termine, una proposta di riforma del regime di omologazione Ue per le auto, così come richiesto dal Parlamento. Accolgo quindi con favore la decisione responsabile della Plenaria, che permetterà di proseguire con la nuova procedura RDE, al fine di abbattere le emissioni di NOx delle automobili che, al momento, sono dal 400 al 500% oltre i limiti ufficiali. Abbiamo evitato incertezze, perché l’industria deve ora soddisfare scadenze rigorose, ma sostenibili. In Europa, avremo una migliore qualità dell’aria per i nostri cittadini senza perdere posti di lavoro».

Ma non erano stati definiti impegni chiari , definitivi  e impossibili da aggirare, anche quelli attuali, contro i quali si erano scagliate le case automobilistiche (utilizzando più o meno gli stessi argomenti usati oggi da La Via) ,  per poi farli proprio e propagandarli come vanto dell’industria automobilistica europea mentre li aggiravano con trucchi e trucchetti emersi con il Dieselgate, scoperto in America ma a quanto pare più che noto in Europa?

Secondo la Commissione europea, «L’aumento temporaneo dei limiti, oggetto dell’obiezione votata oggi, è giustificato dalla necessità di considerare i dubbi tecnici relativi all’uso dei nuovi dispositivi portatili di misurazione delle emissioni (PEMS), così come i limiti tecnici per il miglioramento – nel breve termine – della performance, in condizioni reali di guida, del rilevamento delle emissioni per le autovetture a diesel attualmente prodotte». Insomma, se costruttori di auto non si sono adeguati ci adeguiamo noi. Tanto per capire chi comanda a Bruxelles e Strasburgo.

Il comunicato del Parlamento europeo sul voto che respinge per 6 voti quanto proposto da una delle sue più importanti  commissioni sfiora addirittura il trionfalismo: «Il voto di oggi spiana la strada alla Commissione per l’attuazione del secondo pacchetto RDE».

Ma per completare il procedimento ne devono ancora essere approvati due, e la commissione Ambiente terrà un’audizione pubblica sulla procedura RDE il 23 febbraio.

Il Parlamento europeo sottolinea che «Il secondo pacchetto RDE, approvato il 28 ottobre 2015 alla commissione tecnica per i veicoli (composta di esperti nazionali), mira a stabilire requisiti quantitativi all’interno della procedura RDE, al fine di limitare le emissioni dei tubi di scarico dei veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 6). I requisiti proposti saranno introdotti in due fasi: nella prima fase, i produttori delle autovetture dovranno ridurre il divario a un “fattore di conformità” di massimo 2,1 (110%) per i nuovi modelli entro settembre 2017 (e per i nuovi veicoli entro settembre 2019), e nella seconda fase, il divario dovrebbe essere ridotto fino a un fattore di 1,5 (50%), considerando i margini di errore tecnici, entro gennaio 2020 per tutti i nuovi modelli (ed entro gennaio 2021 per tutte le nuove macchine). Un fattore di conformità per il numero di particelle (PN) deve ancora essere definito».