È nato il Mediterranean gas forum, antiturco e a guida egiziana, e c’è anche l’Italia

Alessandra Todde: «Ha l’obiettivo di valorizzare le risorse di gas recentemente scoperte nel bacino del Levante»

[23 Settembre 2020]

I ministri dell’energia e dello sviluppo economico di 7 Paesi del Mediterraneo orientale – Egitto, Italia, Cipro, Grecia, Israele e Giordania più l’Autorità palestinese – hanno firmato l’istituzione dell’East Mediterranean Gas Forum (EMGF) con sede nella capitale egiziana Il Cairo e con evidenti connotazioni anti-turche, visto che Ankara rivendica come proprie acque territoriali tratti di mare che gli altri Paesi ritengono loro e dive l’Italia, attraverso l’Eni, ha grossi interessi economici. Secondo un comunicato del ministero del petrolio egiziano, «L’East Mediterranean Gas Forum è chiamato a diventare una piattaforma vitale che riunisce i produttori, i consumatorie i Paesi di transito del gas per stimolare un mercato regionale durevole della risorsa».

A rappresentare l’Italia alla cerimonia di firma dello Statuto istitutivo dell’EMGF è stata la sottosegretaria allo sviluppo economico, Alessandra Todde, e il ministero in un comunicato sottolinea che «ha l’obiettivo di valorizzare le risorse di gas recentemente scoperte nel bacino del Levante ed è aperto alla partecipazione di altri Paesi presenti nell’area. Promuove la cooperazione fra Paesi produttori, acquirenti e di transito, e incoraggia il coinvolgimento dell’industria del gas e del settore privato. E’ pertanto affiancato da un Gruppo di Lavoro (GIAC) delle maggiori imprese dei 7 Paesi, che sono interessate allo sfruttamento delle risorse o allo sviluppo delle relative infrastrutture, a cui partecipano fra le altre Eni, Saipem e Snam. Il Forum, che ha il sostegno della Commissione Europea e della World Bank, acquisirà status di organizzazione internazionale dopo l’entrata in vigore dello Statuto».

L’EMGF era stato concordato nel gennaio  2019 per «rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri, creare un mercato regionale del gas, ottimizzare lo sviluppo delle risorse, ridurre il costo delle infrastrutture, offrire dei prezzi competitivi e migliorare le relazioni commerciali». Poi sono arrivate le trivelle di Erdogan, scortate dalle sue cannoniere, a rivendicare il mare di Cipro, Grecia, Israele ed Egitto anche in base ad un accordo col governo libico che stravolge i confini di acque territoriali e Zone economiche esclusive.

Non a caso, il ministro del petrolio e delle risorse minerarie egiziano, Tarek el-Molla, a sottolineato che «Trasformare il forum in un’organizzazione internazionale dà uno slancio per rafforzare la cooperazione e il dialogo sul gas nella regione».

La Todde conclude: «Il Forum EMGF è già realtà. Si tratta di un importante quadro di dialogo energetico regionale, che crea una positiva interdipendenza a vantaggio della prosperità dei suoi Paesi fondatori e dell’intera regione. In una fase di difficoltà dell’economia globale gli investimenti nel settore dell’energia possono oggi contribuire a sospingere la ripresa economica post Covid-19 e a raggiungere gli obiettivi sia del Piano Nazionale Clima ed Energia italiano, sia del Green Deal europeo. Questo Forum può perciò promuovere un modello sostenibile per lo sviluppo della regione Mediterranea».