Expo 2017 in Kazakistan, “il futuro dell’Energia”. L’Italia alla corte di Nazarbaiev

Bonaccini: «Lavoro di squadra per Expo 2017 ad Astana». E la democrazia?

[28 Gennaio 2016]

Mentre si continua a discutere appassionatamente su chi abbia ricoperto le statue nude che avrebbero urtato la sensibilità del presidente iraniano Hassan Rouhani (per poi scoprire che nei musei della Repubblica islamica le statue nude non mancano), esponente di un governo considerato autoritario, una delegazione del governo italiano, capitanata dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, è in visita di affari in un Paese, il Kazakistan, che fa sembrare il regime degli Ayatollah un luminoso esempio di democrazia.

Come si legge in un comunicato della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, «per la prima volta una missione all’estero del governo italiano vede la partecipazione del presidente della Conferenza delle Regioni». E Stefano Bonaccini, presidente Pd della Conferenza delle regioni e dell’Emilia Romagna, dice soddisfatto che «l’attenzione dell’esecutivo al ruolo e al contributo che le regioni possono dare nell’ambito di Expo 2017, “Future energy”, in programma ad Astana, capitale del Kazakistan, dal 10 giugno al 10 settembre 2017,  è un segnale importante e positivo».

Bonacini è intervenuto ad Astana, la capitale del Kazakistan che da il nome anche ad una ricca squadra ciclistica, ricordando «l’importanza di un’esposizione internazionale ospitata da un Paese centroasiatico e la centralità del tema prescelto», per poi sottolineare «il grande interesse delle regioni italiane a cogliere le opportunità che Expo Astana 2017 offre non solo per la promozione internazionale delle eccellenze italiane, in continuità con la positiva esperienza che ha rappresentato Expo Milano anche per i nostri territori, ma soprattutto come occasione di collaborazione bilaterale fra territori e imprese italiane e kazake».

Ora, se è vero che pecunia non olet, come ci ha confermato il trionfale viaggio di Rohani in Italia e Francia, con l’Iran improvvisamente mondato da tutte le accuse di essere uno Stato canaglia che preparava la guerra nucleare e finanziava il terrorismo islamico, è anche vero che almeno il presidente iraniano è stato eletto in elezioni vere, nelle quali ha sconfitto l’ala più reazionaria e retrograda della destra religiosa iraniana, mentre il presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbaiev, era già premier del Paese quando ancora il Kazakistan faceva parte dell’Unione sovietica e ne è eterno presidente – allo stesso tempo filo-occidentale e filo-putiniano, senza scordare i cinesi – dal lontano 1991, vincendo con oltre il 90% dei voti tutte le “elezioni” e i “referendum” che ha convocato, suscitando per questo l’ammirazione di Silvio Berlusconi che, passati i confini nazionali, sembra avere una irresistibile attrazione per gli ex ras comunisti.

E’ già abbastanza scandaloso che la comunità internazionale abbia concesso al Kazakistan di realizzare l’Expo internazionale in una città futuristica che il regime ha edificato di sana pianta, una specie di Pyongyang del deserto, a immagine e somiglianza dei sogni di grandezza e di spreco della dittatura kazaca, ma, come per i mondiali di calcio organizzati dalla monarchia assoluta del Qatar, tutti i discorsi sulla democrazia e i diritti umani (ma anche sull’embargo alla Russia, visto che il Kazakistan ha un’unione economico/doganale con Mosca) si fermano dove iniziano le condotte del gas e del petrolio.

Così Bonaccini  può volare in Kazakistan per dire che «ad Astana c’è l’occasione per tornare a fare un gioco di squadra nell’interesse del sistema Italia» e di volerlo fare con l’impostazione seguita per Expo Milano con «la mobilitazione di tutti gli attori: governo, regioni, enti locali, università, centri di ricerca, imprese, associazioni, società civile», che è stata «uno degli aspetti fondamentali per il successo dell’Expo italiana. E questo modello di lavoro può essere messo in campo anche in occasione di Expo Astana 2017».

Insomma, tutti insieme appassionatamente alla corte di Nazarbaiev, della sua vorace famiglia e delle cricche che governano ininterrottamente da 25 anni questo come altri paesi dell’ex Asia centrale sovietica.

Non disturberemo certo il regime con inutili discorsi sulla democrazia o sulla repressione di oppositori e sindacalisti. Bonaccini pensa invece a «una task force permanente sulle Expo internazionali composta dai referenti di tutte le realtà regionali, coordinata dalla Conferenza delle regioni». La tematica Future energy si pone «in una logica di stretta continuità con i contenuti sviluppati dalle regioni per Milano 2015, offrendo la possibilità di affrontare altri ambiti di rilevanza globale, come quelli relativi alla produzione responsabile ed efficiente di energia nell’immediato futuro e al rapporto con l’ambiente, con particolare riferimento alle energie rinnovabili. Anche su questi temi come Regioni abbiamo il dovere di fornire “un racconto organico che metta in evidenza le migliori eccellenze dei nostri territori. Per farlo abbiamo scelto di lavorare, come Conferenza delle regioni, accanto al governo e al Commissario generale del padiglione italiano».

L’eterno Nazarbaiev e la sua inamovibile corte ne saranno certamente contenti, un po’ meno chi lotta per una vera democrazia che in Kazakistan non è mai arrivata.