Festival dell’energia: le politiche energetiche dei candidati a sindaco di Milano

Ance: efficientamento energetico e sostituzione edilizia priorità per la riqualificazione urbana

[13 Maggio 2016]

La prima giornata del Festival dell’Energia, che si conclude domani a Milano, ha dedicato uno spazio ai candidati a sindaco della città di Milano. Coordinati da Giuliano Giubilei, vicedirettore del Tg3, i protagonisti delle prossime amministrative milanesi hanno risposto ad una serie di quesiti sulla smart city, la gestione delle politiche energetiche, sulla gestione del traffico cittadino e della mobilità e sugli strumenti per contenere le emissioni inquinanti. Ecco cosa hanno detto in sintesi i candidati intervenuti.

Marco Cappato – Radicali. «Come Bloomberg a New York, serve un Sindaco convinto che la città sia il luogo ideale per realizzare la sostenibilità del modo di abitare, di spostarsi, di vivere. Vogliamo convertire gli investimenti comunali dalle attuali partecipate a un piano su casa, trasporti e verde che favorisca soluzioni sostenibili sul piano ecologico e economico».

Gianluca Corrado – M5S. «La tutela della salute pubblica è il primo punto del programma M5S a Milano. L’attuale livello di inquinamento della città non è compatibile con la tutela del benessere dei cittadini: anni di vita vengono sprecati per condizioni dell’aria non accettabili. Per questo intendiamo realizzare interventi ad ampio raggio, prendendo anche decisioni coraggiose al fine di migliorare in maniera decisa la qualità della vita dei milanesi. In questo senso va la riorganizzazione della mobilità: da qui a 15 anni ci immaginiamo una città in cui siano liberi di circolare solo mezzi elettrici, con un grande potenziamento dei mezzi pubblici al fine di disincentivare il più possibile l’utilizzo dell’auto privata. Interverremo poi per promuovere un piano di sostituzione a breve termine delle caldaie obsolete, grazie agli incentivi statali e a specifici fondi europei, in quanto ampia parte delle sostanze nocive che respiriamo ha origine dai loro fumi. Ricordo infine che il Movimento 5 Stelle è l’unica forza politica che ha già presentato un piano energetico nazionale che prevede la completa fuoriuscita dalle fonti fossili entro il 2050».

Nicolò Mardegan – NoixMilano. «È prioritario intervenire nel campo della forniture energetica ampliando l’utilizzo di pannelli solari e fonti alternative. Il Comune che si trova a intervenire su edifici pubblici, nell’ambito della riqualificazione e ammodernamento, deve pensare di dotarli di pannelli fotovoltaici per equilibrare l’uso di fonti energetiche di diverso tipo. Il problema dell’inquinamento si risolve con progetti ambiziosi, pensando a grandi infrastrutture verdi da realizzare con gradualità, come la cintura verde attorno alla città. Guardiamo al futuro con un piano strategico che renda Milano una città sostenibile».

Stefano Parisi – Lista Civica. «Milano non può rimandare la riqualificazione energetica degli edifici, pubblici e privati. Oltre il 50% dell’edilizia Milanese è certificata nell’ultima classe di Efficienza (G) ed oltre il 30% nella penultima e terzultima classe di efficienza. Partiremo dall’attivazione di una convenzione quadro per innescare gli interventi secondo modelloi Esco (Energy Services Company)».

Basilio Rizzo – Milano in Comune

«Parlare di energia e pensare alla sopravvivenza del Pianeta, al benessere delle persone, dei diritti e delle opportunità. Questi gli indirizzi che ogni buon sindaco oggi, nel terzo millennio, dovrebbe avere nella testa e operare per implementare ogni attivita’ del proprio comune per contribuire, quanto meno, al raggiungere gli obbiettivi della conferenza di Parigi 2015 (COP 21). Puntare alle energie rinnovabili, alle tecnologie per ridurre i consumi, al sole come sorgente inesauribile, ad una agricoltura ed una industria non energivore; ad una edilizia che risparmi e conservi energia, a città prive di  inquinamento. Essenziale per raggiungere questi scopi sarà trasfondere nei cittadini, con grandi campagne di informazione, la consapevolezza che “abbiamo la nostra terra in prestito dalle future generazioni».

Beppe Sala – PD. «La sostenibilità ambientale, economica e sociale, sarà uno dei fari di tutta l’attività amministrativa. Molti passi avanti sono stati già fatti per la salvaguardia ambientale in diversi ambiti come le gestione dei rifiuti (la raccolta differenziata è aumentata di del 17% dal 2011 al 2015), l’efficienza energetica la mobilità sostenibile (l’introduzione dell’Area C, la diffusione di soluzioni di sharing economy come il bike e il car sharing) ecc. Partendo da questa base, si possono intraprendere ulteriori azioni concrete per far diventare Mlano un esempio nazionale e internazionale di comune sostenibile.  Milano ha grandi opportunità da sviluppare attraverso investimenti propri o con il sostegno di fondi statali. Prioritarie le opere di riassetto idrogeologico (sistema delle acque di tutta l’area milanese), l’adeguamento energetico degli edifici (incentivando attraverso benefici fiscali ai proprietari di appartamenti un settore edilizio riconvertito alla manutenzione diffusa di immobili anziché alle grandi opere), l’ulteriore sviluppo delle fonti rinnovabili nella produzione di energia».

Al nono Festival dell’Energia è intervenuto anche il presidente dell’Assopciazione nazionale costruttori edili, Claudio De Albertis, che si è dimostrato “più avanti” di qualche candidato a sindaco, infatti sottolineato che «La rigenerazione delle città rappresenta una leva essenziale per il futuro del Paese, che ha bisogno di recuperare competitività e restituire benessere ai territori. Ma non basta ristrutturare fisicamente gli spazi, serve un nuovo approccio al tema della qualità urbana. La priorità è intervenire sul costruito, soprattutto in termini di sicurezza e di risparmio energetico – ha continuato De Albertis – se pensiamo che il 62% delle abitazioni e oltre il 60% delle scuole sono state realizzate prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974, e che l’intero parco immobiliare esistente ha un consumo medio di energia quattro volte superiore a quello dei nuovi edifici. Per farlo occorrono adeguate misure fiscali: la detrazione fiscale del 65%, grande stimolo agli interventi di efficientamento energetico, andrebbe resa permanente e rimodulata in modo da premiare gli interventi che fanno consumare meno energia. Così come è necessario incentivare le operazioni di sostituzione edilizia, rendendo semplici e vantaggiosi gli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici obsoleti e inquinanti, oggi costosi e complicati. Interventi che non possono avere carattere isolato, ma devono diventare buona prassi ordinaria della pianificazione urbanistica. E’ quello che succede negli altri paesi, possiamo farlo anche noi. Le nostre città possono diventare un vero laboratorio di innovazione e di passaggio a un’economia sempre più circolare, in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto il più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo. Una sfida ambiziosa che con il contributo di tutti può essere vinta».