Fukushima Daiichi: sotto processo gli ex vertici della Tepco

Se avessero preso le opportune precauzioni, si sarebbe potuto evitare il disastro nucleare del marzo 2011

[31 Luglio 2015]

Tre ex dirigenti della Tokyo Electric Power Company (Tepco) saranno processati per il disastro nucleare di Fikushima Daiichi iniziato con il terremoto/tsunami dell’11 marzo 2011 ed ancora in corso. Fino ad ora nessuno era stato ritenuto penalmente responsabile della peggiore catastrofe del nucleare civile della storia dopo quella di Chernobyl, ma una giuria di inchiesta popolare oggi ha  votato per la massa sotto accusa, per negligenza professionale con conseguente morte e lesioni, gli ex vertici della Tepco: l’ex presidente Tsunehisa Katsumata e gli ex vice presidenti Sakae Muto e Ichiro Takekuro.

La decisione ribalta così quella di seconda istanza del Tokyo No. 5 Committee for the Inquest of Prosecution che aveva  respinto la denuncia presentata dal Comitato di inchiesta  contro i funzionari perché gli ex vertici Tepco non potevano prevedere un terremoto e uno tsunami della magnitudo di quelli avvenuti l’11 marzo 2011.

Secondo quanto riporta la radio-televisione ufficiale NHK,  la giuria popolare  «Ha detto che, dopo aver fatto una previsione di uno tsunami s di 15,7 metri che colpiva l’impianto, la Tepco avrebbe dovuto adottare misure per proteggere l’impianto dallo tsunami e dalle inondazioni che hanno innescato  i gravi incidenti». Secondo la giuria popolare, «Tepco  avrebbe potuto prevedere che, nello scenario peggiore, le inondazioni si sarebbero tradotte in un massiccio rilascio di sostanze radioattive o in altre situazioni gravi». Inoltre «Se la Tepco avesse preso le opportune precauzioni, si sarebbe potuto evitare un grave incidente come quello del marzo 2011» ed anche la morte, durante l’evacuazione post-disastro,  di pazienti ricoverati in ospedale .

Nel 2013 i pubblici ministeri del distretto di Tokyo respinsero le denunce presentate da cittadini di Fukushima e da altri  contro più di 30 ex funzionari della Tepco, accusati di non aver preso le dovute precauzioni contro grandi terremoti e tsunami». Il caso è stato riaperto da un Comitato di inchiesta che nel luglio 2014 decise che i tre ex dirigenti Tepco dovevano essere incriminati. Ma lo scorso gennaio i magistrati respinsero ancora una volta la richiesta, rinviando tutto ad una nuova giuria popolare, composta da 11 anonimi cittadini scelti per sorteggio, che ha dato loro torto.