Geotermia, stato e prospettive del mercato indonesiano

Strategia per ampliare l’approvvigionamento di energia elettrica e investimenti volti a diminuire i gas a effetto serra

[5 Agosto 2016]

L’Indonesia può contare su un vasto potenziale di rinnovabili, in gran parte ancora non sfruttato; in particolare quello geotermico è stimato in 24 GW, pari al 40% delle riserve mondiali. Una potenzialità enorme, che troverà nuovi modi per rifornire di energia il Paese grazie a un progetto in partnership tra Enel Green Power e l’indonesiana PT Optima Nusantara Energy. La multinazionale italiana, forte dell’esperienza e del know-how accumulati in Toscana –dove gestisce il più antico complesso geotermico del mondo– ha recentemente vinto la gara indetta lo scorso dicembre dal Ministero indonesiano dell’Energia e risorse minerali per il diritto di esplorazione (30 milioni di dollari le risorse stanziate per questa fase) e, eventualmente, per la realizzazione del progetto da 55 MW di Way Ratai. L’effettiva costruzione  dell’impianto geotermico, dipenderà infatti dai risultati delle indagini esplorative. Se queste saranno, come si crede, positive, è plausibile pensare ad una messa in esercizio entro il 2022.

Ma qual è attualmente il ruolo della geotermia all’interno delle prospettive di sviluppo energetico in Indonesia?

Nell’ultimo Piano nazionale per l’approvvigionamento dell’energia elettrica (Rutpl 2016-2025) l’Indonesia deve rispondere  alle necessità di un’economia con una crescita del Pil annuale pari al 5% -con una proiezione del 6-7% per i prossimi anni– e di una popolazione che per quasi un terzo ancora non è raggiunta dall’energia elettrica. Attualmente la potenza installata ammonta a 50mila MW, e il governo indonesiano pianifica di aggiungerne 7mila ogni anno, fino ad accumulare 35mila nuovi MW: di questi – come dettaglia il Jakarta post – 2.906 MW (l’8,1% del target) arriveranno da fonti rinnovabili.