Il Giappone ha più punti di ricarica per le auto elettriche che distributori di benzina

Nel 2040 nel mondo ci saranno 41 milioni di veicoli elettrici, 1 auto su 4 sarà EV , il 35% di quelle leggere

[12 Maggio 2016]

Il Giappone, la terza potenza economica del pianeta, sta ancora accelerando sulle auto elettriche (EV), ha già superato il resto del mondo e ora ha più punti di ricarica che distributori di benzina e gasolio. A dirlo è una recente ricerca della Nissan – il cui modello Leaf completamente alimentato a batteria può viaggiare per 172 km con una singola carica – secondo la quale in Giappone ci sono più di 40.000 posti di ricarica rispetto a meno di 35.000 stazioni di servizio per fare il pieno di carburanti fossili.

Mentre gli Usa, dove attualmente ci sono solo 9.000 stazioni di ricarica pubbliche, ma 114.500 stazioni di servizio, e altri Paesi sviluppati stanno sviluppando abbastanza lentamente le infrastrutture dedicate ai veicoli elettrici, i sussidi dati dal governo di centro-destra giapponese a chi compra auto elettriche, ibride e a basse emissioni hanno prodotto anche una rete di punti di ricarica pubblici e privati.

Joseph G Peter, chief finance officer della Nissan, ha spiegato  a  Bloomberg che «Un elemento importante della continua crescita del mercato è lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica». Infatti, mentre i plug-in stanno diventando sempre più accessibili, i potenziali proprietari sono scoraggiati dal timore di trovarsi lontano da casa e di non essere in grado di ricaricare le batterie delle auto elettriche. Questo non è un problema in Giappone, dove attualmente ci sono 6.469 CHAdeMO per la ricarica rapida,mentre in tutta l’Unione europea ce ne sono 3.028 e negli Usa 1.686 negli Stati Uniti. Se a questi si aggiungono i punti di ricarica più “lenti” in Giappone si supera i 40.000 siti dove si possono rifornire le auto elettriche.

I tifosi delle auto a benzina e diesel fanno però notare che i dati della Nissan includono un enorme numero di caricatori installati nei garage privati ​​che, per la maggior parte, vengono utilizzati da un singolo proprietario, mentre le stazioni di servizio hanno più pompe e così possono servire più veicoli in un giorno di un singolo punto di ricarica. Ma gli esperti del settore prevedono che, con l’emergere di una versione power point di Airbnb, che consente ai proprietari privati ​​di condividere i punti di ricarica con altri singoli guidatori, i distributori di benzina fra non molti anni saranno un ricordo del passato. Intanto le nuove apps che utilizzano il GPS per localizzare la stazione di ricarica pubblica più vicina hanno molto ridotto la paura dei guidatori di auto elettriche di restare con la batteria scarica.

Secondo un rapporto pubblicato a febbraio da Bloomberg New Energy Finance, incoraggiati anche dall’esperienza giapponese, altri Paesi stanno migliorando le loro infrastrutture per veicoli elettrici ed entro il 2040 le vendite di auto elettriche nel mondo potrebbero raggiungere 41 milioni, pari a un’auto su quattro in strada e al  35% delle vendite dei nuovi veicoli leggeri. Sarebbe quasi il 90 volte più delle auto elettriche vendute nel  2015, quando si stima che le vendite di EV siano state 462.000, con un aumento di circa il 60% rispetto al 2014.

Tesla Motors ha realizzato e sta ampliando una propria rete di stazioni di ricarica negli Usa, in Giappone, in Cina e nell’Ue, mentre la BMW e altre due case automobilistiche hanno recentemente annunciato l’intenzione di costruire fino a 100 punti di ricarica veloce  lungo le strade più trafficate sulle coste est e ovest degli Stati Uniti.

Bloomberg New Energy Finance è convinto che la rivoluzione dei veicoli elettrici potrebbe rivelarsi pi “devastante” di quanto i governi e le compagnie petrolifere abbiano ancora realizzato: «Ci attendono ulteriori, grandi riduzioni dei prezzi delle batterie, e nel corso degli anni 2020, nella maggior parte dei Paesi l’EV diventerà un’opzione più economica rispetto alle auto a benzina o diesel». I costi delle batterie agli ioni di litio sono già scesi del 65% dal 2010, raggiungendo i 350 dollari per kWh ed entro il 2030 si prevede che arrivino al di sotto dei 120 per kWh.

Secondo la ricerca, l’aumento dei veicoli elettrici nel 2040 significherà 13 milioni di barili di greggio al giorno in meno consumati, ma anche l’utilizzo di 2.700 TWh di energia elettrica, equivalente al 11% della domanda di energia elettrica globale nel 2015, che comunque in qualche modo andrà prodotta, anche se rinnovabili,  risparmio energetico ed autoproduzione potrebbero tranquillamente sopperire alla richiesta di energia degli EV.

Salim Morsy, il principale autore dello studio di Bloomberg New Energy Finance ha spiegato che «La nostra previsione centrale si basa sul prezzo del greggio recuperi a $ 50, e poi il trend riprenda di nuovo fino a $ 70 al barile o superiore entro il 2040. E’ interessante notare che, se il prezzo del petrolio dovesse scendere a $ 20 e restare lì, questo potrebbe solo ritardare  l’adozione di massa dei veicoli elettrici ai primi anni del 2030».

Nei prossimi anni sarà ancora vantaggioso continuare a comprare un’auto tradizionale, quindi gli esperti non si aspettano che le vendite di veicoli elettrici a superino il 5% del totale dei veicoli leggeri  nella maggior parte dei mercati, tranne dove i sussidi faranno la differenza, come in Giappone o in Paesi come la Norvegia, l’Olanda e la stessa India dove c’è già una roadmap per passare alle auto elettriche abbandonando quelle a combustione interna.  Ma Morsy  avverte che «Questo confronto dei costi è destinato a cambiare radicalmente negli anni 2020», e tutto a favore delle auto elettriche.