Gran Bretagna: il governo blocca il fracking, rischio terremoti. E’ un trucco elettorale?

Quando Boris Johnson diceva che il gas da scisto è «una gloriosa notizia per l'umanità». Laburisti, liberaldemocratici e verdi: divieto subito

[4 Novembre 2019]

Il governo conservatore britannico ha bloccato l’estrazione di gas di scisto – o fracking – in Inghilterra per timore che inneschi terremoti. Una sospensione indefinita arriva dopo che un rapporto dell’Oil and Gas Authority (OGA) che afferma «che non è possibile prevedere la probabilità o l’entità dei terremoti causati dalla pratica».

La segretaria al commercio Andrea Leadsom ha sottolineato che la sospensione del fracking potrebbe durare fino a quando non verrà verificato che l’estrazione di gas con questa tecnica è sicura. Laburisti, liberaldemocratici e verdi chiedono un divieto permanente.

In Inghilterra il fracking era già stato sospeso alla fine di agosto dopo Cuadrilla Resources – l’unica compagnia autorizzata finora – aveva causato un terremoto di magnitudo 2,9 nel suo sito estrattivo di Preston New Road nel Lancashire. Dopo la conclusione dell’indagine dell’OGA, Il Department for Business, Energy and Industrial Strategy ha concluso che «Non si può escludere un’ulteriore attività sismica, ulteriori permessi per il fracking non saranno concessi», a meno che l’industria «non possa prevedere e controllare in modo affidabile i terremoti». E’ la seconda moratoria sul fracking dopo quella imposta nel novembre 2011 dal governo di coalizione conservatore-liberaldemocratico.

In realtà è una questione che riguarda la sola Inghilterra, visto che in Scozia esiste una moratoria assoluta sul fracking dal 2011 e che lo Scottish National Party ha recentemente confermato il no assoluto al fracking.

Anche il governo autonomo gallese si oppone al fracking e dal 2015 è in atto una moratoria. Mentre nell’Irlanda del nord – Ulster non esiste nessun progetto di fracking ma nemmeno nessuna politica contraria.

Quando Per i conservatori si tratta di una cocente sconfitta della loro linee energetica ed è probabilmente per salvare la faccia che il governo non ha vietato per sempre il fracking. L’attuale primo ministro Boris Johnson in passato era uno sfegatato sostenitore del fracking e ha addirittura scritto sul Daily Telegraph che la scoperta di gas di scisto nel Regno Unito è «una gloriosa notizia per l’umanità». Un recente rapporto del National Audit Office ha rilevato che il Regno Unito dal 2011 il ha speso almeno 32,7 milioni di sterline per sostenere il fracking.

Intervistata da Radio 4 della BBC la Leadsom ha detto che «Lo shale gas è una grande opportunità per il Regno Unito. Seguiremo la scienza ed è abbastanza chiaro che non possiamo esserne certi. La scienza non è abbastanza precisa per essere in grado di valutare le linee di faglia, gli studi geologici hanno dimostrato di essere imprecisi. Quindi, a meno che e finché non possiamo essere assolutamente certi, imponiamo una moratoria».

Il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn ha twittato, probabilmente a ragione, che la sospensione del fracking è «una trovata elettorale» e che, se vinceranno, i laburisti lo proibiranno per sempre.

L’ex ministro conservatore dell’energia Sam Gyimah, ora passato ai liberaldemocratici, ha ironizzato sulla «profonda conversione all’ambientalismo» di Johnson: «E’ interessante il fatto che proprio mentre ci avviciniamo alle elezioni ha deciso di essere contrario al fracking».

Il co-leader del Green Party britannico, Jonathan Bartley, ha ricordato che non c’è spazio per il fracking: «i combustibili fossili devono rimanere nel terreno e che il governo deve prendere un impegno assoluto per porvi fine del tutto». Esulta la deputata verde caroline Lucas. <Ci sono voluti 10 anni ma ce l’abbiamo fatta! Il fracking è vietato nel Regno Unito – complimenti a tutti gli attivisti! Abbiamo a lungo detto che non è coerente con la lotta contro l’emergenza climatica. Non è possibile prevedere i terremoti legati al fracking. I verdi lo dicevano da anni». Come fa notare Katie Prescott, business correspondent della BBC. la Leadsom cerca di rimediare alla magra figura dicendo che non si tratta di un divieto e che il governo si attiene alla scienza, «tuttavia, gli scienziati dicono che è difficile prevedere un momento in cui, con la nostra attuale tecnologia, il fracking non causerebbe terremoti nel Regno Unito».

Proprio uno scienziato, Richard Davies dell’Università di Newcastle, Fa notare che «Il Regno Unito è attraversato da faglie ed è difficile evitarle, perché le attuali tecniche di imaging utilizzate dall’industria non forniscono ancora una risoluzione sufficiente per rilevarne molte».

La Prescott si chiede se, in questo contesto normativo, le compagnie del fracking vorranno ancora investire in un settore così incerto, nella speranza che un giorno la “scienza” sarà a loro favore e che il governo cambi regolamenti, oppure se decideranno che «Due moratorie in 10 anni sono troppe e che il fracking non ha futuro nel Regno Unito».

Ken Cronin, chief executive di UK Onshore Oil and Gas, che rappresenta le compagnie del fracking, ha dichiarato: «In futuro, siamo pienamente impegnati a lavorare a stretto contatto con l’Oil and Gas Authority e altri regolatori competenti per dimostrare che possiamo operare in modo sicuro e rispettoso dell’ambiente».

I conservatori temono di perdere voti a causa del fracking proprio nelle loro roccaforti rurali, eppure fino a poche settimane fa sventolavano il rapporto del British Geological Survey del 2013, secondo il quale nel Bowland Shale, nell’Inghilterra settentrionale, c’erano abbastanza risorse estraibili con il fracking da poter potenzialmente fornire fino a 50 anni di consumi di gas alla Gran Bretagna. Ma lo studio “Shale gas reserve evaluation by laboratory pyrolysis and gas holding capacity consistent with field data”, pubblicato il 20 agosto scorso su Nature Communications da un team di ricercatori dell’università di Nottingham e dello stesso British Geological Survey, riduceva drasticamente quella previsione a solo 5 – 7 anni.

L’industria del fracking britannica ha respinto i risultati del nuovo studio dicendo che il gas da scisto «potrebbe contribuire in modo significativo alle future esigenze energetiche e creare migliaia di posti di lavoro». In realtà Cuadrilla Resources che finora ha investito 270 milioni di sterline nel fracking inglese, impiega solo 30 lavoratori a tempo indeterminato e numerosi appaltatori.

Quel che preoccupa i conservatori è che l’opposizione al fracking è forte e diffusa. Craig Bennett di Friends of the Earth Uk ha detto che ora dovrebbe essere approvata una legge per rendere permanente la moratoria del fracking. «Per quasi un decennio la popolazione locale in tutto il paese ha combattuto una battaglia tra David e Golia contro questa potente industria». L’ONG CPRE che chiede da tempo di f vietare il fracking, evidenzia che «Aiuterebbe il Regno Unito a raggiungere il suo obiettivo di emissioni net-zero di carbonio entro il 2050».

Su BBC Breakfast, Barbara Richardson, una delle più note attiviste anti-fracking, che ha protestato a Preston New Road, si è detta «Cautamente ottimista. La gente del posto era “preoccupata per l’impatto del fracking. Vogliono che sparisca, vogliono un po’ di tregua da tutto questo, lo hanno combattuto per cinque anni e mezzo». Claire Stephenson, di Frack Free Lancashire, ha aggiunto che «Gli attivisti stanno festeggiando il fatto che l’industria del fracking nel Regno Unito è finita. Ma le proteste continueranno fino a quando non verrà messo in atto un divieto assoluto».

Susan Holliday, presidente del New Action Group di Preston, è realista e, temendo un trucco elettoralistico dei conservatori, conclude. «Potremo festeggiare solo quando Cuadrilla inizierà i lavori di dismissione e il sito verrà ripristinato».