Horizon 2020, la Regione: «Investire su innovazione e ricerca, strada obbligata per la Toscana»

[10 Giugno 2016]

All’’iniziativa “‘Horizon 2020, quali opportunità per la Toscana? Confronto con rappresentanti nazionali dei Comitati Horizon 2020”, organizzata dalla Regione Toscana in vista delle prossime consultazioni della Commissione europea per la preparazione dei programmi di lavoro di Horizon 2020 nell’ultimo triennio di programmazione 2018-2020, erano presenti rappresentanti nazionali, i professori Riccardo Basosi e Donata Medaglini dell’università di Siena e Alberto Di Minin del Sant’Anna di Pisa, e tra gli altri, la vicepresidente Monica Barni e l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo.

Horizon 2020 è l’iniziativa faro della strategia Europa 2020, la strategia europea per la “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” e rappresenta lo strumento principale dell’Unione europea per  finanziare la ricerca per il periodo 2014-2020. Il programma introduce una notevole semplificazione nelle regole e per la partecipazione, grazie anche all’accorpamento in un unico programma dei finanziamenti per la ricerca e l’innovazione precedentemente forniti nell’ambito del settimo Programma quadro, del Programma competitività e innovazione (Cip) e dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (Eit).

Aprendo il meeting, la Barni  ha sottolineato che «Università e centri di ricerca insieme ad un sistema di imprese di grande qualità, fanno della Toscana una realtà di grande rilevanza a livello nazionale ed internazionale sul fronte dell’alta formazione e della ricerca. Negli ultimi anni attraverso vari strumenti (progetti di ricerca congiunta, borse di studio, assegni di ricerca, borse di dottorato) gli interventi della Regione hanno puntato a promuovere la collaborazione fra il sistema pubblico della ricerca e le imprese, elemento fondamentale per migliorare la competitività del nostro territorio. Università e centri di ricerca che possono perciò agire anche come agenti di sviluppo per il sistema economico e sociale. Per facilitare la presentazione di proposte di qualità in sede europea abbiamo creato questa occasione di confronto con i rappresentanti nazionali dei Comitati Horizon 2020 proprio perché essi svolgono un ruolo strategico nel rappresentare e valorizzare le priorità italiane nelle politiche europee sulla ricerca, dando rilievo agli interessi dei nostri territori nei programmi di lavoro della Commissione».

Nell’Ue l’Italia si piazza al quarto posto per  tassi di partecipazione ai Programmi quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico dell’Unione Europea, così come per i dati provvisori relativi al programma Horizon 2020,  sia in termini di proposte presentate che di finanziamenti ricevuti. «E’ importante – ha concluso la Barni – non solo agire in termini di quantità delle proposte progettuali presentate, quanto sulla qualità delle stesse, in modo da intercettare crescenti risorse dal canale europeo».

Basosi, Medaglini e Di Minin hanno proposto di lanciare un dialogo sistematico tra il pubblico ed il privato a sostegno di tutto il territorio: «E’ importante fare sistema se si vogliono presentare dei progetti vincenti, perché con 28 Stati membri la concorrenza è diventata enorme e la spunta solo chi è più organizzato ed è in grado di produrre le idee più innovative. Ovviamente, tutti gli attori della ricerca devono essere coinvolti: Regione, distretti, imprese e Università». I tre docenti toscani hanno anche ricordato «l’importanza di azioni sinergiche tra fondi strutturali e Horizon 2020 e la necessità di sostenere i progetti giudicati promettenti dalla Commissione Ue anche se non finanziati».

Ciuoffo ha detto che «Occorre innovare continuamente per poter stare sui mercati, nazionali e ancor più internazionali. Dopo le Conclusioni del Governatore della Banca di Italia e il rapporto Irpet sull’economia regionale le parole d’ordine sono produttività, innovazione, internazionalizzazione. E’ da qui che la Toscana deve partire per riuscire a dispiegare il proprio potenziale di innovazione. Investire in innovazione è una strada obbligata e la Regione, in questi ultimi anni, ha garantito un plafond di risorse importate a supporto delle imprese, innovando essa stessa le proprie politiche, spostando l’asset sul tema della ricerca e della innovazione. La risposta è stata positiva, anche da parte delle Pmi che hanno saputo operare sia in collaborazione delle Grandi impese sia in cooperazione tr a di loro. E’ necessario però che i sistemi delle imprese e della ricerca si attivino per accedere ai livelli di finanziamento sia nazionali che a quelli direttamente gestiti dalla Commissione, come Horizon 202».

L’assessore regionale alle attività produttive ha parlato anche degli interventi specifici della Regione per favorire l’accesso alle opportunità di Horizon 2020: «Ad esempio nel 2014 col progetto ‘Toscana Horizon 2020′, costituendo presso l’Irpet l’unità Horizon 2020, una task force di esperti per fornire supporto diretto alle imprese toscane, con particolare attenzione alle Mpmi, al fine di favorire e stimolare la presentazione di proposte progettuali sui bandi di Horizon 2020. Quasi 300 le imprese che il gruppo ha accompagnato in questo percorso, circa 30 quelle che lo hanno concluso nei diversi stadi del supporto: 13 hanno partecipato ai bandi e di queste attualmente 5 sono in valutazione da parte della UE, 3 non finanziate e 5 finanziate».

Per quanto riguarda il bando del 2015 per favorire la partecipazione delle Mpmi al Programma Horizon 2020, gestito da Sviluppo Toscana, il contributo è stato in totale di 248mila euro, con un aiuto a fondo perduto concesso con risorse proprie dalla Regione Toscana.