Il Queensland annulla le proprietà degli aborigeni per far posto a una miniera di carbone (VIDEO)

Una miniera che non sarebbe economicamente sostenibile senza miliardi di finanziamenti pubblici

[2 Settembre 2019]

Con quello che gli aborigeni Wangan e Jagalingou definiscono «un atto vergognoso», il governo del Queensland ha annullato le proprietà aborigene su oltre 1.385 ettari nel Paese di Wangan e Jagalingou, dando così il via libera alla miniera di carbone di Carmichael della multinazionale indiana Adani, nonostante i proprietari terrieri si fossero rifiutati di dare il loro consenso. Il Wangan e Jagalingou Council ha annunciato: «Continueremo a difendere il nostro Paese e continueremo  a rimanere nelle nostre terre ancestrali per prenderci cura della nostra terra, delle nostre acque». Ma Adani ha già chiesto che la polizia australiana sgomberi gli aborigeni da un campo di cerimoniale di sovranità culturale realizzato poco più di una settimana fa.

Il leader culturale del W&J Council, Adrian Burragubba, e un gruppo di leader i Wangan e Jagalingou avevano chiesto al governo del Queensland, presieduto dalla laburista  Annastacia Palaszczuk.  e a quello federale di centrodestra australiano di escludere dal progetto la cessione delle loro terre, ma durante un incontro tenutosi il 30 agosto hanno appreso che lo Stato aveva invece concesso all’Adani il diritto di proprietà esclusiva su ampie parti delle loro terre, compresa l’area attualmente occupata a fini cerimoniali .

Burragubba ha denunciato: «Siamo stati trasformati in trasgressori nel nostro Paese. Ora i nostri territori cerimoniali, dove è in atto un periodo di lutto per le nostre terre mentre Adani inizia i suoi processi distruttivi, sono sotto il controllo dall’industria mineraria miliardaria di Adani. Con la consapevolezza che l’accordo era già stato concluso, Adani aveva ingaggiato la polizia del Queensland e ci aveva accusato di sconfinamento. In un avviso ricevuto dal Council, la polizia ci ha informato che l’area del nostro Paese che attualmente occupiamo “sarà consegnato ad Adani il 31 agosto 2019”. Dice “che Adani chiederà l’assistenza della polizia per rimuovere Burragubba e i suoi sostenitori dal campo”. Questo governo e la corporation mineraria, lavorando mano nella mano, avevano già siglato l’accordo in segreto. Stanno criminalizzando le nostre leggi e pratiche culturali. Ora, tutto questo è così perverso che, in una minacciosa lettera di Adani Mining al nostro Council, che nega il nostro diritto nativo comunitario di accedere alla nostra terra, ci viene detto che dobbiamo avere il “consenso preventivo” di Adani per stare nel nostro Paese».

In base ai titoli terrieri ancestrali, per cominciare a estrarre in qualsiasi territorio rivendicato dagli aborigeni, l’industrie minerarie devono prima stipulare un accordo sull’utilizzo della terra indigena, un contratto che  che consente allo Stato di estinguere la proprietà indigena.

Adani ha un’Indigenous Land Use Agreements (ILUA) stipulata con 7 dei 12 “proprietari” aborigeni, mentre i 5 che si sono opposti hanno sempre perso le cause intentate in tribunale. Facendosi forte della maggioranza di 7 su 12, Adani dice che può estendere la miniera sull’intero territorio comunitario aborigeno. Ma Burragubba – finito in bancarotta per le spese legali sostenute –  e un gruppo di attivisti comunitari si sono accampati sulla terra prima del suo trasferimento legale ad Adani.

Burragubba ricorda che «Lo stato minerario del Queensland e la sua avanguardia delle corporation, Adani, non hanno mai avuto il nostro libero consenso preventivo per occupare le nostre terre o per determinare che una miniera di carbone sarà autorizzata a distruggerle. I trasgressori sono quelli di Adani. Ci hanno negato il nostro diritto all’autodeterminazione e ora ci negherebbero il nostro diritto di praticare la nostra legge e cultura, Il nostro Council non si fida del governo per garantire un processo equo o rispettare i nostri diritti. Il premier e il ministro ci hanno ignorati e ogni volta ci hanno ingannati. Hanno appoggiato questo bullo minerario e sono andato in bancarotta per stare con la mia gente per difendere i nostri diritti e il nostro Paese. Mai una volta dalla decisione di 5anni fa del gruppo native title di dire di no, il governo ha avuto la decenza di incontrarci faccia a faccia. Invece ci ha pugnalato alle spalle e ha usato il regime discriminatorio sui titoli terrieri nativi dell’era Howard (l’ex primo ministro iperconservatore e negazionista climatico australiano, ndr) per negarci il nostro diritto al libero consenso informato preventivo e al possesso dei nostri territori». Un’accusa pesantissima al governo laburista del Queensland: siete come i liberaldemocratici e svendete le terre indigene per estrarre carbone, dopo aver fatto una campagna elettorale nazionale (vinta a sorpresa dalla coalizione di centro-destra) dove avevate promesso una svolta verde. Quanto ai sovranisti della destra sovranista australiana, gli aborigeni la accusa di togliere con l’inganno le terre ancestrali dei veri primi australiani per consegnarle alle multinazionali straniere.

Burragubba accusa ancora: «Il governo è disonorato  per la sofferenza che ha causato al nostro popolo e per il danno che fa ai nostri antenati. Dovrebbe ricoprirsi la testa di cenere per la vergogna per come hanno permesso questo abuso di potere da parte di Adani. Non accetteremo mai queste decisioni e continueremo a difendere il nostro Paese. Resteremo nelle nostre terre d’origine per prenderci cura delle nostre terre e delle nostre acque, tenere cerimonie e sostenere l’antica legge permanente della Terra. Riteniamo responsabile questo governo. La premier Palaszczuk deve capire quanto siano infami e dannose le azioni del suo governo e come abbia consentito un abuso di potere da parte di Adani».

Adani ribatte di aver lavorato fin dal 2011 a stretto contatto con i proprietari tradizionali del sito minerario proposto dal 2011 «per garantire che le abitudini e i desideri degli indigeni siano rispettati e sostenuti». La miultinazionale indiana ha detto di avere già stipulato quattro diversi ILUA con quattro gruppi di proprietari tradizionali, tra cui quelli del popolo Wangan e Jagalingou de che «Il voto sull’ILUA tra le persone Wangan e Jagalingou tenutosi nel 2016 ha visto 294 persone votare a favore del proseguimento del progetto Carmichael e un voto contrario. Adrian Burragubba ha intrapreso numerose azioni legali contro il progetto Carmichael e i tribunali hanno ripetutamente affermato che non ha ragione».

Ma gli aborigeni Wangan e Jagalingou ribadiscono: «Siamo nel nostro Paese perché è il nostro diritto nativo comunitario. Stiamo occupando le nostre terre ancestrali come abbiamo sempre fatto. Siamo i proprietari terrieri delle First Nations e i nostri diritti di proprietà devono essere trattati con rispetto. Il miliardario Adani non dovrebbe essere autorizzato a calpestare i  nostri diritti per proteggere il nostro Paese, la legge e la cultura, eppure il governo del Queensland è pronto a consegnare ad Adani le chiavi per fare proprio questo. Adani ha iniziato a lavorare sul sito, cercando di contrassegnarlo come suo. Adani resta senza finanziamenti, senza assicurazione, senza appaltatori e – soprattutto – senza il nostro consenso. Crediamo che Adani e lo Stato stiano già violando lo stesso ILUA. L’accordo sull’uso del suolo legalizza la nostra espropriazione e copre la mancanza di un consenso reale, libero e informato»

Infatti in molti, non solo gli aborigeni, fanno notare che il governo del Queensland e quello federale australiano daranno ben 4,4 miliardi di dollari in sussidi per realizzare il progetto carbonifero di Carmichael, dell’Adani, che altrimenti sarebbe «non negoziabile e non praticabile«, come conferma una nuova analisi economica, pubblicata la scorsa settimana dall’Institute of Energy Economics and Financial Analysis (Ieefa), che  ha concluso che «Il progetto trarrebbe beneficio da numerosi accordi finanziati pagati dai contribuenti australiani – tra cui sussidi, accordi favorevoli e agevolazioni fiscali – per la sua durata trentennale».

Inoltre, il rapporto Ieefa evidenzia che  «il progetto sarà ulteriormente sostenuto da spene pubbliche, agevolazioni fiscali e trattamenti speciali forniti all’Adani Power, il proposto utilizzatore finale del carbone termico in India. Se questi sussidi non venissero forniti, la miniera di carbone di Carmichael di Adani sarebbe insostenibile economicamente e non praticabile».

Rapporto smentito da Adani, che però si limita a accusare l’Ieefa di essere «noto per aver pubblicato documenti allarmistici che tentavano di screditare l’industria dei combustibili fossili».

Il Wangan e Jagalingou Council  conclude: «Continueremo a difendere i nostri diritti e abbiamo il diritto di rimanere a occupare la nostra terra. Questa lotta è contro la colonizzazione. Abbiamo fermato Adani per otto lunghi anni e continueremo a lottare per garantire che le nostre terre ancestrali non vengano distrutte dalle azioni del governo e di Adani».

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