Quando si tratta di creare miseria e povertà, la cattiva gestione dei rifiuti umani ha pochi rivali

Il valore energetico dei rifiuti umani. Dal biogas del Burkina Faso al Franchising toilets in Kenya

Il biogas da escrementi umani potrebbe dare elettricità a 138 milioni di famiglie (come Indonesia, Etiopia e Brasile insieme)

[3 Novembre 2015]

Il 29 ottobre il ministro delle miniere e dell’energia del Burkina Faso, Boubakar Bâ, ha inaugurato la prima centrale elettrica a biogas del poverissimo Paese Africano. La centrale realizzata da Fasobiogaz – una filiale di Fasogaz –   è stata realizzata nel quartiere di Kossodo della capitale Ouagadougou ed ha una capacità produttiva di 275 kilowatt.

Secondo il presidente di Fasogaz, Gilbert Brenninkmeyer, «L’impianto di Fasobiogaz punta ad accrescere l’offerta energetica e ad utilizzare il biogas per lo sviluppo socioeconomico del Burkina Faso. A questo stadio, la centrale permetterà di alimentare 4.100 famiglie. A questo bisogna aggiungere la creazione di 22 posti di lavoro permanenti. In seguito, aumenteremo progressivamente e nostre capacità produttive fino a 1,4 megawatt nel 2017 per alimentare 22.700 famiglie. A quel momento avremo una cinquantina di impiegati permanenti. Inoltre, la centrale utilizza energie rinnovabili per ridurre le emissioni di gas serra e per bonificare l’ambiente. La material prima è costituita da rifiuti organici provenienti dal macello di Ouagadougou, dalla Brankina, dai raccoglitori di rfiuti e da allevatori indipendenti. Con questi rifiuti, da metà novembre produrremo elettricità che sarò immessa direttamente nella rete della Société nationale burkinabè d’électricité (Sonabel), ed energia termica e concime organico, biologico ed economico»,

Il sistema si basa su un’unità di metanizzazione, composta da un biodigestore di 2.500 m3 protetto da una copertura  che permette di trattare 40 tonnellate di rifiuti al giorno. Si tratta di una piccola unità ma a Fasobiogaz  dicono che con 2.000 di questi impianti si potrebbe soddisfare il bisgno di energia della popolazione e riciclare i rifiuti organici e il ministro Boubakar Bâ conferma: «Questa centrale ci permetterà non solo i produrre un’elettricità pulita per rispondere alla forte richiesta, ma anche di migliorare il livello di vita delle popolazioni partecipando attivamente al risanamento della zona industriale di Kossodo».

Quella del Burkina Faso è una delle iniziative in atto nei Paesi in via di sviluppo per valorizzare energeticamente i rifiuti umani, a cominciare dagli escrementi. Secondo l’Onu, 2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienico-sanitari decenti e quasi 1 miliardo di persone (circa il 60% dei quali in India) non utilizza nessun servizio igienico e defeca all’aperto.

Il rapporto “Valuing Human Waste as an Energy Resource” pubblicato dalla United Nations e dall’ Institute for Water, Environment and Health  sottolinea che «Il biogas potenzialmente disponibili dai rifiuti umani in tutto il mondo avrebbe un valore fino 9,5 miliardi di dollari in gas naturale equivalente» e che «Il biogas da rifiuti umani, ottenuti in modo sicuro in circostanze controllate utilizzando tecnologie innovative, è una potenziale fonte di combustibile abbastanza grande, in teoria per generare energia elettrica per un massimo di 138 milioni di famiglie, quanto le famiglie di  Indonesia, Brasile, ed Etiopia messe insieme». Inoltre, «Il residuo, essiccato e carbonizzato, potrebbe produrre 2 milioni di tonnellate di combustibile equivalente in carbone e frenare la distruzione degli alberi».

Gli esperti dell’Università Onu e dell’istituto canadese  sono convinti che questo enorme  valore energetico sarebbe comunque piccolo rispetto a quello per la salute globale e dei benefici ambientali che potrebbero derivare da un trattamento corretto dei rifiuti umani a livello mondiale.

Il rapporto evidenzia: «Invece di trattare i nostri rifiuti come una importante passività, con controlli adeguati sul posto potremmo utilizzarli in diverse circostanze per realizzare  un finanziamento innovativo e sostenibile per lo sviluppo, proteggendo la salute e migliorando il nostro ambiente in questo processo»

Per calcolare valore energetico potenziale dei rifiuti umani, il rapporto utilizza statistiche sulle volumetrie medie dei rifiuti e per la loro trasformazione in biogas e combustibili

Biogas, che è metano per circa il 60%, viene prodotto in un sistema privo di ossigeno (anaerobico) dalla degradazione batterica delle feci e di qualsiasi altro materiale organico, mentre i fanghi fecali seccati e carbonizzati hanno un contenuto di energia simile al carbone.

Se venissero utilizzati solo I rifiuti organici del miliardo dui persone che è costretto dalla miseria e dalla mancanza d servizi a defecare all’aperto, si potrebbe ricavare biogas per un valore di 200 milioni di dollari all’anno e si potrebbe arrivare 376 milioni, quanti il costo del carburante necessario per produrre energia elettrica per 10 – 18 milioni di famiglie nei Paesi poveri. Il riciclo dei fanghi fecali residui produrrebbe l’equivalente di 4,8 – 8,5 milioni di tonnellate di carbone equivalenti, che potrebbero essere utilizzati dalle industrie .

Come fa notare la principale autrice dello studio, Corinne Schuster-Wallace, «Sempre più spesso, le regioni con carenza idrica vengono spinte a separare e riutilizzare l’acqua delle acque reflue, in particolare per  ampliare i terreni agricoli marginali. C’è un’opportunità tecnologica, in particolare nelle aree di rurali in crescita e nelle piccole città, per ricavare energia da questa risorsa».

Chris Metcalfe della Trent University evidenzia che «I rifiuti umani, così come con rifiuti di origine animale, sono già utilizzati per migliorare la produzione alimentare in molti luoghi del mondo e sono governati da linee guida al fine di garantirne un uso sicuro».

Uno studio svedese ha stabilito che l’urina umana contiene oltre 300 g di fosforo, 900 g di potassio e 300 g di zolfo per m3. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il corpo di un individuo espelle 4,5 kg di azoto e 548 g di fosforo all’anno. Metcalfe aggiunge: «In molti posti, ricicliamo  i nutrienti nei rifiuti umani in modo efficace con l’agricoltura, ma fino ad oggi al potenziale valore energetico dei rifiuti umani è stata data molta meno attenzione. Le sfide sono molte ma chiaramente c’è un interessante opportunità finanziaria, multi-dimensionale, da cogliere per derivare energia dai rifiuti».”

Il direttore dell’UNU-INWEH Zafar Adeel fa notare che «Quando si tratta di creare miseria e povertà, la cattiva gestione dei rifiuti umani ha pochi rivali. Se siamo in grado di dar prova di nuovo approccio  semplice e conveniente in ambienti con scarse risorse, se fossimo in grado di realizzare on successo un business locale e cambiare il paradigma economico della gestione dei rifiuti umani, saremmo in grado di promuovere lo sviluppo, di proteggere l’ambiente e di contribuire a ridurre i problemi igienico-sanitari che causano un decimo di tutte le malattie del mondo. Il World Toilet Day, il prossimo 19 novembre, offre l’opportunità di promuovere nuove idee e di continuare a sgonfiare i tabù in molti luoghi che inibiscono la discussione e perpetuano la vergogna e la tragedia di un’inadeguata gestione dei rifiuti umani in molte aree del mondo in via di sviluppo. Questo rapporto contribuisce a questo obiettivo».

Con finanziamenti iniziali di Grand Challenges Canada, l’UNU-INWEH, in partnership con il ministero dell’acqua e dell’ambiente dell’Uganda e ONG ed istituti universitari,  ha realizzato il Waste to Wealth national framework che utilizza moderne tecnologie di digestione anaerobica  cllegate ai sistemi igienici- sanitari.

Per sfruttare il biogas e il materiale residuo rimasto dopo la conversione energetica, Waste to Wealth  si concentra sui centri rurali e le piccole città in crescita e su istituzioni ad alta densità di popolazione, come le scuole e le prigioni L’obiettivo finale di Waste to Wealth  è quello di  «decentralizzare (locamente) la gestione dei rifiuti fecali e di contribuire a colmare il divario finanziario per il risanamento in Uganda. Identificando il valore dei rifiuti (energia e/o fertilizzanti)». Così «Waste to Wealth fornisce un incentivo ad utilizzare servizi igienici e un meccanismo per finanziare sia i costi di capitale iniziali, nonché il funzionamento dell’impianto, per manutenzione e l’espansione».

Non ci sono solo le opportunità economiche, degli interventi igienico-sanitari traggono immediato beneficio  famiglie e comunità che vedono migliorare la loro salute e il loro benessere.

La fase due del progetto prevede proof of concept di una serie di iniziative proposte, come quella di attrezzare una prigione ugandese con un sistema da 100.000 dollari che richiede circa 5.000 dollari di costi operativi annuali, e che dovrebbe ripagarsi entro 2 anni con il combustibile risparmiato

Waste to Wealth  è solo uno dei progetti pilota africani per la raccolta dei rifiuti e  la loro trasformazione in energia o concimi agricoli che ricevono incentivi inziali da Grand Challenges Canada. Altri progetti  sono in corso in Kenia: la raccolta e la trasformazione dei rifiuti umani in combustibile solido per l’utilizzo da cementifici e le altre industrie; Franchising toilets; una raccolta giornaliera dei rifiuti per convertirli in carburante e fertilizzanti; La raccolta di rifiuti umani e la loro conversione in bio-carbone combustibile per cucinare di alta qualità, senza emissioni.

In Uganda Grand Challenges Canada ha finanziato anche un progetto molto simile a quello del Burkina Faso: l’avvio della produzione di biogas e fertilizzante organico da rifiuti raccolti in strada