In Iran scoperto un enorme giacimento petrolifero, potrebbe aumentare di un terzo le riserve di greggio del Paese

Al via i lavori per la costruzione del secondo reattore nucleare a Bushehr

[11 Novembre 2019]

Intervenendo a una manifestazione a Yezd, nella provincia sud-occidentale del Khuzestan, il presidente dell’Iran Hassan Rouhani ha annunciato che «I lavoratori della compagnia di esplorazione petroligera hanno scoperto un nuovo giacimento petrolifero contenente 53 miliardi di barili di greggio. E’ un grande giacimento petrolifero che si estende da Bostan fino alle vicinanze di Omidiyeh …, copre un’area di circa 2.400 chilometri quadrati con una profondità di 80 metri», nella provincia del Juzestan, nel sud-ovest dell’Iran».

Rohani, citato dall’agenzia Tasnim, ha detto che dallo sfruttamento del giacimento all’Iran potrebbero arrivare 32 miliardi di dollari. Nel 2018 le riserve certe di greggio iraniano erano stimate in 150 miliardi di barili e questa scoperta le aumenterebbe di un terzo.

Intanto il governo della Repubblica islamica dell’Iran ha annunciato che «Sono già iniziati i lavori della costruzione di un secondo reattore nucleare nella centrale di Bushehr», nel sud del Paese, a circa 700 chilometri a sud della capitale Tehran ».

Il primo reattore è in funzione dal 2011 della centrale nucleare di Bushehr è in funzione dal 2011 e fa affidamento sull’uranio arricchito al 4,5% che l’Iran sta producendo nel quadro del suo disimpegno dell’accordo nucleare del 2015 tra l’Iran e il G5+1 (Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia, Usa e Germania), fatto saltare da Donald Trump con le nuove sanzioni contro Teheran.

Smentendo voci circolate recentemente, l’Iran ha anche annunciato che «Non prevede di ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare (NPT) e che deciderà a seconda delle circostanze e della reazione dei firmatari del patto nucleare».

Lo ha detto il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Abbas Musavi, durante una conferenza stampa durante la quale ha sottolineato che «L’Iran ha una gamma di opzioni e misure alternative a portata di mano se la controparte non rispetta i suoi Impegni previsti dall’accordo nucleare del 2015, ufficialmente denominato Piano d’azione globale (JCPOA)».

Musavi ha ribadito la posizione della Repubblica Islamica: «L’Iran rispetta le iniziative per proteggere l’accordo, ma non metterà mai a rischio i suoi interessi nazionali per alcune proposte che non possono essere attuate».

Tornando al petrolio, a margine della Conferenza internazionale di non proliferazione nucleare di Mosca, il 9 novembre il vice ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha detto all’agenzia stampa internazionale russa Sputnik che «Teheran si aspetta che l’Europa garantisca l’acquisto di petrolio iraniano e anche la ricevuta dei ricavi della vendita del greggio attraverso i canali di pagamento bancario. L’Europa deve garantire gli interessi dell’Iran, il più importante dei quali è l’esportazione del petrolio e ricevere i ricavi della vendita del greggio attraverso i canali bancari».

Rispondendo alla domanda su quali sarebbero le prossime misure da adottare da parte di Teheran nel caso in cui l’Europa non mantenga i suoi obblighi nell’ambito dell’accordo nucleare, Araghchi ha risposto: «Se ciò accadrà, la Repubblica Islamica dell’Iran adotterà le misure necessarie a tempo debito».