La bozza del progetto di legge Ue sulle energie rinnovabili conferma l’obiettivo del 38 – 40% per il 2030

Critiche e apprezzamenti dal mondo delle rinnovabili. Tutti chiedono di velocizzare gli iter autorizzativi

[4 Maggio 2021]

EurActiv rivela i particolari di una prima bozza della prossima direttiva Ue sulle energie rinnovabili che confermerebbe l’obiettivo del 38 – 40% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, raddoppiando all’incirca la quota di energia solare, eolica e altre rinnovabili nel mix energetico europeo entro la fine del decennio. Come ricorda QualEnergia, «La direttiva attuale, aggiornata nel 2018, punta al 32% di rinnovabili per la fine di questo decennio, quindi è del tutto inadeguata nel nuovo contesto del Green Deal».

La Commissione europea presenterà la direttiva sulle energie rinnovabili rivista il 14 luglio, come parte di un più ampio pacchetto legislativo che punta a centrare gli obiettivi climatici deli obiettivi climatici per il 2030. Due settimane fa, Parlamento e Consiglio europei avevano concordato una nuova legge Ue sul clima che, per la prima volta, contiene l’obbligo legale di raggiungere la carbon neutrality nell’intera Un ione europea entro il 2050 e stabilisce di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

EurActiv rivela il contenuto della tabella di opzioni politiche della bozza della prossima direttiva Ue sulle energie rinnovabili: Una spinta alle energie rinnovabili utilizzate per il riscaldamento e il raffrescamento, con un nuovo obiettivo vincolante di incremento annuo dell’1,1%; Divieto di combustibili fossili nel teleriscaldamento e teleraffrescamento; Standard di riferimento Ue per le energie rinnovabili utilizzate negli edifici; Aumento del target delle rinnovabili per i trasporti, dal 14% al 26%; Aumento del sotto-obiettivo per i biocarburanti avanzati dal 3,5% al ​​5,5% e introduzione di un obbligo di rifornimento per il trasporto aereo; Maggiore cooperazione transfrontaliera sulle energie rinnovabili offshore, con l’obbligo per gli Stati membri dell’Ue di cooperare all’interno di ciascun bacino marittimo e uno sportello unico per l’autorizzazione di progetti eolici offshore transfrontalieri; Standard di riferimento dell’Ue per l’utilizzo delle energie rinnovabili nell’industria, compresa l’etichettatura per i prodotti industriali verdi in alcuni settori; Integrazione dell’elettricità rinnovabile nei trasporti e nel riscaldamento e raffreddamento; Sistema di certificazione per combustibili rinnovabili e low carbon; Rafforzamento mirato dei criteri di sostenibilità delle bioenergie, con possibili tetti nazionali sull’utilizzo del legname per produrre energia.

Secondo Miguel Herrero, consulente politico SolarPower Europe, l’obiettivo del 38 – 40% di rinnovabili previsto dalla Commissione avrebbe potuto e dovuto essere più alto: «Raggiungere il 45% di energia rinnovabile entro il 2030 è possibile e metterebbe l’Ue sulla traiettoria economica per diventare climate neutral prima del 2050. Per riuscirci, la revisione della direttiva sull’energia rinnovabile deve affrontare le questioni rimanenti relative al processo di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile e migliorare il quadro per l’autoconsumo di energia rinnovabile commerciale e industriale».

Christoph Zipf, responsabile della comunicazione di WindEurope, ha accolto favorevolmente il miglioramento degli obiettivi proposto dalla Commissione Ue per il 2030, ma fa notare che: «Gli obiettivi di energia rinnovabile più ambiziosi rimangono accademia se non risolviamo il problema dei permessi», sia a terra che in mare. E per accelerare le procedure, WindEurope chiede alla Commissione europea di merere a confronto le buone  pratiche degli Stati membri e quindi di «Agire come un centro di compensazione promuovendo pratiche autorizzative di successo”.

Per Alex Mason, senior policy officer dell’European Policy Office del Wwf «Sembra che la Commissione stia finalmente cominciando a capire che bruciare alberi in nome dell’arresto del cambiamento climatico è un’idea davvero stupida. Ma deve essere trascinata – scalciando e urlando – verso questa inevitabile conclusione, e si sta afferrando ogni argomento che può trovare contro per non fare la cosa giusta. Un limite sopra una certa dimensione potrebbe fornire una certa limitazione del danno, ma è molto al di sotto di quanto richiesto ed è difficile vedere come potrebbe essere controllato».

Sanjeev Kumar, del European Geothermal Energy Counci, è più ottimista e, in un commento su EurActiv ha accolto con favore le ipotesi sta sul riscaldamento e raffreddamento rinnovabile: «Questa è la chiave per la decarbonizzazione industriale ed edilizia. Sebbene l’attenzione si concentrerà sull’obiettivo del 38 – 40%, ci sono molti aspetti all’interno di questa primissima bozza che getteranno le basi affinché gli Stati membri superino questo obiettivo entro il 2030».