La fiera del petrolio offshore a Ravenna. Legambiente: «Contro il greenwashing dell’industria nemica del clima»

Presidio per il clima e per la riconversione del Cigno Verde: Eni tace sugli investimenti per le rinnovabili

[29 Marzo 2019]

Oggi a Ravenna si conclude l’Offshore Mediterranean Conference & Exhibition – OMC 2019, la fiera internazionale dell’industria estrattiva Offshore, che aveva come tema “Expanding Mediterranean Energies: Fuelling Regional Growth” e ha discusso «dell’importanza del Mar Mediterraneo come ponte tra l’Africa e l’Europa. Un’opportunità di sviluppo sostenibile che mira a sfruttare e integrare le numerose scoperte di gas con le fonti rinnovabili». Molte le istituzioni di vari colori politici presenti, dal sindaco di Ravenna De Pascale (PD) al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti (Lega).

«Un evento  – ironizza Legambiente Emilia Romagna – che, secondo le dichiarazioni dei partecipanti, sembra essersi trasformato in una convention ambientalista, con riferimenti a rinnovabili ed economia circolare. Dichiarazioni che  sono del tutto in contrasto con la realtà, Basta pensare che ad oggi è rimasta inevasa la nostra richiesta alle istituzioni di fornire un quadro sugli investimenti di ENI in Emilia Romagna a favore di rinnovabili e risparmio energetico. Una richiesta inascoltata con l’aggravante che ENI è un’industria di Stato».

Ieri Eni ha annunciato di aver «avviato con successo nell’offshore di Ravenna l’Inertial Sea Wave Energy Converter, innovativo sistema in grado di trasformare l’energia prodotta dalle onde in energia elettrica. Questa tecnologia in futuro consentirà di convertire piattaforme offshore mature in hub per la generazione di energia rinnovabile».

Ma Legambiente non sembra né impressionata né soddisfatta da operazioni che ritiene solo di facciata e che rimandano tutto a un futuro indefinito – permettendo probabilmente a ENI anche di risparmiare sui costi di smantellamento delle piattaforme – e richiede da tempo «una politica di riconversione del settore verso tecnologie pulite, che possa tutelare i posti di lavoro e le imprese della Regione» e anche per questo, insieme ad altre associazioni e forze politiche impegnati nella battaglia contro i cambiamenti climatici, ha organizzato un presidio davanti alle porte della fiera di Ravenna e sottolinea che «Impegni concreti ed efficaci a garantire la transizione energetica che non richiedono certo l’abbandono delle fonti fossili dall’oggi al domani, ma che necessitano di azioni urgenti per poter essere portati a termine».

Il Cigno Verde emiliano-romagnolo conclude: «Ci piacerebbe che l’OMC diventasse un giorno la fiera delle tecnologie pulite, con Ravenna come territorio di punta per la transizione energetica ma, con lo sforzo dedicato al 99% all’utilizzo del fossile, ad oggi questo obiettivo è piuttosto lontano dalla realtà».