Le case automobilistiche europee non vogliono abbandonare i motori a combustione interna

Offensiva della lobby automobilistica contro le previsioni della Commissione Ue per gli Euro 7

[3 Marzo 2021]

Le nuove regole Euro 7 proposte dalla Commissione europea per le emissioni di auto, furgoni, camion e autobus puntano ad assicurarsi che un veicolo sia a emissioni zero durante tutto il suo ciclo vitale, in modo da raggiungere l’obiettivo imposto dall’European Green Deal, ma non piacciono all’industria automobilistica perché, come scrive Euractiv «Causerebbero un’eliminazione “in sordina” dei motori a combustione interna dalla produzione entro il 2025».

Sercondo la Verband Deutscher Maschinen- und Anlagenbau (VDMA), «L’ipotesi di imporre le emissioni zero a tutti i veicoli prodotti in Europa dal 2025 in poi è un’aberrazione ecologica, economica e tecnologica. Le proposte di regolamento Euro 7 discusse finora mettono in pericolo le catene di valore ben oltre l’industria automobilistica portando a un blocco della produzione di veicoli a sola combustione interna. L’Europa non se lo può permettere».

Secondo l’associazione imprenditoriale tedesca, «L’uso di carburanti ecologici per la propulsione significa che il motore a combustione interna avrà ancora un ruolo da protagonista nella transizione ecologica dei trasporti». Una tesi sempre più messa in dubbio dalle associazioni ambientaliste che evidenziano i costi ambientali e climatici dei cosiddetti “biocarburanti”.

Il vicepresidente della Commissione europea e responsabile della politica climatica Ue, Frans Timmermans, harassicurato i produttori di auto: qualsiasi decisione su questa materia sarà presa consultandoli e ha riconosciuto il ruolo essenziale dell’industria automobilistica per l’economia europea ma ha ricordato che «Il settore deve puntare verso la propulsione elettrica e l’uso dell’idrogeno per i mezzi pesanti».

Mentre le emissioni di CO2 tornano a crescere e presto raggiungeranno i livelli pre-Covid, ancora una volta le case automobilistiche dicono che gli obiettivi dell’Ue sono irrealizzabili e che saranno dannosi per la competitività europea nel mercato automobilistico. Le profezie di sventura non avveratesi riguardo alle misure prese in precedenza dall’Ue fanno pensare che anche questa volta esagerino le minacce per la loro scarsa volontà di innovare e per la voglia di intascarsi i fondi del Green Deal senza cambiare nulla.

Non a caso l’European automobile manufacturers association (Acea) ribatte che non ci sono prove che dimostrino la fattibilità attuale degli scenari proposti dalla Commissione Ue, in particolare per quanto riguarda la guida in condizioni estreme come le salite ripide e il clima invernale. un portavoce di Acea a ha detto: «Anziché annunciare lo stop dei motori a combustione interna a breve termine, quello che è richiesto è un grande impegno politico per attuare tutte le condizioni per una transizione verso la mobilità a impatto zero».

Anche il Comité des Constructeurs Français d’Automobiles (Ccfa) si è detto  preoccupato per l’attuale bozza sulle norme Euro 7 e Laure de Servigny, responsabile delle relazioni media di Ccfa, si aspetta dei cambiamenti prima della pubblicazione definitiva: «Le prime proposte richiedono una riduzione tra il 60 e il 90% delle emissioni, che non è assolutamente realistica. E’ un obiettivo difficile da raggiungere riguardo i veicoli non elettrici. Per ridurre le emissioni, una soluzione sarebbe l’uso dei biocarburanti. Altrimenti bisognerebbe vendere solo veicoli elettrici e ibridi, ma non sono sicura che i consumatori approvino».

E preoccupata anche Hildegard Müller, il presidente della potente Verband der Automobilindustrie (Vda): «Eliminare prematuramente i motori a combustione interna renderà la transizione più complessa e costosa». E la Bmw ha detto a Euractiv che «I motori a combustione interna avranno ancora un ruolo centrale, specialmente per chi non ha facile accesso a infrastrutture come le colonnine di ricarica per le auto elettriche. Le nuove regole Euro 7 rischiano di imporre parametri che non sarebbero tecnicamente raggiungibili in ogni condizione di guida. Serve un senso di proporzione».

Secondo Euractiv «Anche Mercedes-Benz è contraria all’eliminazione del motore a combustione interna, mentre Volkswagen ha sollevato la questione del possibile aumento dei prezzi dei veicoli a causa dei nuovi regolamenti, in particolar modo nel settore delle auto più piccole ed economiche, dove il sovrapprezzo non sarebbe sostenibile per i consumatori».

Un fuoco di fila che la lobby automobilistica ha sempre scatenato ad ogni passo in avanti verso la sostenibilità delle auto voluto dall’Unione europea per poter centrare i suoi obiettivi climatici ed ambientali e che si ripropone anche questa volta. Anche perché lecase automobilistiche sanno di avere amici molto premurosi sia all’interno delle istituzioni europee che nei governi nazionali-

E ancora una volta la Commissione europea ribadisce che le politiche per i trasporti privati cercano di mantenere la competitività del settore automobilistico preservando contemporaneamente la salute dei cittadini. Un alto funzionario della Commissione europea ha detto che «La Commissione sta valutando attentamente costi e benefici di ogni strategia possibile. In ogni caso, è più probabile che si arrivi al blocco dei motori a combustione interna se dovesse mancare un approccio coordinato a livello europeo».

Un avvertimento che rende ancora più palese il tentativo della lobby automobilistica di intervenire pesantemente – come ha già fatto in simili occasioni in passato –   sulla definizione delle proposte per gli Euro 7, che non sono ancora definitive e  che verranno discusse fino alla fine di quest’anno.