Macron: piano da 8 miliardi di euro per far diventare la Francia prima produttrice di veicoli elettrici

Greenpeace: in realtà favorisce la lobby automobilistica. Cambiare radicalmente il sistema dei trasporti

[27 Maggio 2020]

Il presidente francese Emmanuel Macron, dopo essersi incontrato con l’amministratore delegato di Renault Jean-Dominique Sénart e con una trentina di esponenti della filiera automobilistica, ha annunciato un piano da 8 miliardi di euro a sostegno dell’industria automobilistica francese, nella quale lavorano 400.000 persone e che dà lavoro ad altre 500.000.

Visitando una fabbrica, Macron ha annunciato che «Lo stato apporterà un po’ più di 8 miliardi di euro di aiuti al settore» e poi ha detto di voler «fare della Francia la prima nazione produttrice di veicoli puliti in Europa», portando a più di un milione all’anno entro 5 anni la produzione di veicoli elettrici, ibridi ricaricabili o ibridi.

Per rilanciare la vendita di auto in picchiata durante la crisi, Macron ha annunciato un aumento a 7.000 euro dell’ecobonus per l’acquisto di veicoli elettrici per i privati e di 5.000 per le imprese  e la creazione di un bonus da 2,000 euro per le ibride ricaricabili. E’ anche previsto un meccanismo per rafforzare la possibilità da parte le famiglie a basso reddito di rottamare una vecchia auto e comprarne una nuova: chi rottama la sua auto a benzina o diesel avrà un aiuto da 3.000 euro che aumenterà a 5.000 se acquisterà un auto elettrica, Misure alle quali potranno accedere i tre quarti dei francesi che denunciano meno di 18.000 euro netti.

Macron ha evidenziato che «Si tratta di un piano di difesa del nostro lavoro industriale che è di fronte a una delle più gravi crisi della sua storia. Si tratta di un piano di sovranità industriale automobilistica, che ha la vocazione di rilocalizzare del valore aggiunto […] E si tratta quindi anche di un piano per il futuro dell’automobile del XXI secolo». Oggi, dopo le dichiarazioni di Macron, Renault, Nissan E Mitsubishi hanno annunciato che entro il 2050 svilupperanno e produrranno insieme circa il 50% dei loro modelli per migliorare la redditività delle imprese. Quindi la ripresa, più che sovranista, sarà nippo-francese.

Macron ha chiesto alla Renault che venga data una garanzia di lavoro per il futuro a tutti i lavoratori di Maubeuge e  Douai e ha confermato che il prestito da 5 miliardi di euro garantito dallo Stato non verrà concesso se prima non saranno conclusi i negoziati che dovrebbero iniziare lunedi con il ministro dell’economia Bruno Le Maire.  IL presidente francese ha annunciato che Renault ha accettato di aderire al programma europeo per le batterie elettriche al quale partecipano già Peugeot, Citroën, Opel e il gruppo Saft, filiale di Total. Un impegno imposto dallo Stato per promuovere la produzione di batterie per le auto elettriche in Francia.

IL piano di Macron non piace a Greenpeace France che  lo ha subito bocciato accusandolo di voler favorire gli interessi della lobby automobilistica e di cercare di voler rifilare con lo sconto ai francesi  gli stock di grosse vetture rimaste invendute, a danno del clima e dell’interesse generale.

Sarah Fayolle, responsabile della campagna di trasporti di Greenpeace France, fa notare che «Mentre gli otto miliardi di euro impegnati dovrebbero consentire di imporre una profonda trasformazione del settore automobilistico, il piano di sostegno annunciato da Emmanuel Macron è sulla strada sbagliata e perpetua una dipendenza dannosa dall’auto privata che, sia che sia elettrica, ibrida o termica, è incompatibile con la transizione ecologica e sociale. Peggio ancora, il presidente Macron conferma le misure climaticide, con il mantenimento scandaloso dei veicoli diesel e benzina nel premio per la conversione e il possibile sussidio per l’acquisto di grandi auto di tipo SUV».

Per Greenpeace France, questo bonus «deve essere trasformato in un bonus per la mobilità sostenibile, che dà priorità al sostegno finanziario delle famiglie con mezzi di trasporto diversi dall’auto privata (adesione a un servizio di car sharing, acquisizione di una bicicletta, in particolare bici elettrica, abbonamento ai trasporti pubblici, ecc.). Gli aiuti all’acquisto di veicoli devono concentrarsi sulle famiglie che ne hanno davvero bisogno, perché hanno mezzi limitati e hanno ancora un accesso limitato alle alternative, con l’obiettivo di consentire loro di uscire dalla dipendenza dal petrolio».

Greenpeace accusa Macron anche perché  «Non ha detto nulla sulla necessaria accelerazione della fine della produzione di veicoli diesel/benzina, il che è essenziale se vogliamo raggiungere gli obiettivi climatici. Inoltre, il Presidente dà un assegno in bianco alla società dei SUV, questi veicoli più pesanti il ​​cui impatto sul clima e sull’ambiente è aumentato di 10 volte e che continueranno a ingombrare le nostre città. Il governo avrebbe potuto tuttavia decidere di introdurre un criterio di ponderazione nel sistema di bonus/penalità e nello schema di bonus di conversione, per scoraggiare l’acquisto di questo tipo di auto. Il presidente e il suo governo propongono come “condizioni” per questo sostegno  lo sviluppo dei veicoli elettrici e la “delocalizzazione della produzione ad alto valore aggiunto”. Queste proposte sono problematiche su più livelli: primo, perché l’auto elettrica non è la soluzione miracolosa per lo sviluppo della mobilità sostenibile, in particolare fintanto che non ci impegniamo in una vera transizione alle energie rinnovabili. Soprattutto, dobbiamo ridurre il numero di automobili sulle strade, a favore della mobilità condivisa e di altri modi di viaggiare, come il treno, per il quale stiamo ancora aspettando un forte impegno da parte del governo. Quindi, queste “condizioni” lasciano aperta la porta a scelte aberranti da parte dell’industria automobilistica come lo sviluppo di SUV, termici o elettrici. Infine, non vi è alcuna garanzia che le “condizioni” avanzate dal governo in cambio di aiuti alle compagnie inquinanti siano veramente vincolanti, né che vi sia un controllo democratico e parlamentare sulla loro definizione e attuazione. né sui mezzi di sanzione in caso di non conformità. Il governo continua a scrivere assegni in bianco alle imprese  francesi che inquinano e distruggono il clima».