Nucleare iraniano, ecco cosa prevede l’accordo con il G5+1

L’Iran riconosciuto come una potenza nucleare civile. In 5 anni revocate le sanzioni economiche

[14 Luglio 2015]

Secondo la radio ufficiale internazionale iraniana Irib, con l’intesa raggiunta oggi a Vienna tra G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) e Repubblica Islamica, «l’Iran è stato riconosciuto come una potenza nucleare, Paese produttore dell’uranio arricchito, e dell’acqua pesante nel mercato globale. In base all’accordo firmato oggi tutte le sanzioni saranno revocate nell’arco di cinque anni e tutti I siti nucleari iraniani rimarranno aperti e continueranno con le loro attività. Sono state revocate inoltre tutte le sanzioni alla Banca Centrale Iraniana, all’industria del petrolio e all’industria del Paese».

L’accordo dà  un accesso ampio, ma non automatico, agli ispettori dell’Iternational atomic agency (Iaea)ai siti nucleari iraniani  e ridimensiona le attività nucleari “sensibili” perché Teheran non possa costruire un’arma nucleare.

Secondo il presidente Usa Barack Obama con questo accordo l’Iran non potrà realizzare in alcun modo un’arma nucleare. L’Iran ha comunque ribadito che il suo programma nucleare è sempre stato pacifico. Secondo Obama l’accordo «rende il mondo più sicuro» e prevede verifiche rigorose: «Questo accordo non si costruisce sulla fiducia:  è costruito sulla verifica».

Dai dettagli che circolano l’accordo prevede: Un compromesso sul controllo dei siti all’interno dell’Iran. Secondo un diplomatico citato dall’Associated Press, gli ispettori dell’Onu potranno  monitorare i siti militari, ma l’Iran potrebbe contestare le richieste di accesso. L’Iran ha accettato che le sanzioni possano essere ripristinati in 65 giorni se viola l’accordo. L’embargo e le sanzioni su armi e missili rimarrebbero  in vigore rispettivamente per 5 e 8 anni. Le sanzioni riguardanti il commercio di petrolio e gas, le transazioni finanziarie, i trasporti aerei e marittimi saranno abolite e verranno scongelati miliardi di dollari di beni iraniani all’estero.

Inoltre l’Iaea e l’Iran hanno sottoscritto una roadmap per risolvere le questioni in sospeso per quanto riguarda il programma nucleare iraniano e l’agenzia nucleare dell’Onu  potrà «effettuare una valutazione degli aspetti relativi alle possibili dimensioni militari del programma nucleare iraniano entro la fine del 2015».

Se i conservatori statunitensi e iraniani minacciano battaglia o mugugnano, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’accordo un «errore storico» che permette all’Iran di rifornirsi con «centinaia di miliardi di dollari con i quali può alimentare la sua macchina del terrore e la sua espansione ed aggressione in tutto il Medio Oriente e in tutto il mondo».

Israele e gli altri nemici dell’Iran (Arabia Saudita e le altre monarchie assolute del Golfo)  pensano che l’Iran voglia dotarsi di armi nucleari e che abbia semplicemente accettato uno stop temporaneo in cambio di una serie di concessioni a breve termine. Peccato che Israele abbia già forse 200 armi nucleari e che l’Arabia Saudita non nasconda di volerle acquistare dal Pakistan o da altri offerenti…

L’Arabia Saudita è convinta che se l’Iran si doterà della bomba sciita allora è meglio precederlo con la bomba sunnita  ed è più che tentata da un’alleanza “contro natura” con Israele in funzione anti-iraniana. Se l’accordo Iran-G5+1 allontana il pericolo di una corsa all’atomica di Teheran,  non è detto che l’incubo di una corsa agli armamenti nucleari in Medio Oriente non possa fare un passo avanti, spinto dall’avventurismo di Netanyahu  (appoggiato dalla destra repubblicana Usa) e dalla fobia anti-sciita dei sauditi.