Pd, IV e LeU: fino a 4mila euro di incentivi per l’acquisto di un Euro 6 con rottamazione di un’auto con più di 10 anni

Legambiente: «Scelta sbagliata dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Se l’Ue guarda al futuro puntando o sull’elettrico, l'Italia guarda al passato incentivando auto a diesel e benzina»

[5 Giugno 2020]

Tra gli emendamenti di modifica al Dl rilancio ne è spuntato uno di Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali, primo firmatario Gianluca Benamati (Pd), che prevede incentivi fino a 4mila euro nel 2020 per l’acquisto di vetture Euro6, con emissioni di CO2 superiori a 61 grammi al chilometro, a fronte della rottamazione di un veicolo con almeno 10 anni di vita. Senza rottamazione lo sconto è di 2 mila euro e nel 2021 i bonus sono dimezzati. Fino a 2.000 euro del bonus verrebbero da un contributo statale. Per il 2021, il contributo statale sarebbe fino a 1.000 euro, a condizione che il venditore ne applichi uno doppio, sempre per Euro 6 (con emissioni di CO2 comprese fra i 61 e i 95 grammi a chilometro). I bonus si dimezzano in caso di acquisto senza rottamazione.

La deputata PD Francesca Bonomo presenta così l’emendamento: «Il lockdown, necessario per contrastare la diffusione del coronavirus, ha acuito una crisi del settore automobilistico senza precedenti, non solo in Italia, ma a livello globale, e la ripresa appare molto difficile. Il primo mese di riapertura delle concessionarie in Italia ha registrato circa il 50% in meno di vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La contrazione del mercato automobilistico non ha effetti negativi solo sulle grandi multinazionali di autovetture, ma anche su un enorme indotto di piccole e medie imprese e di operatori della filiera che chiedono sostegno e aiuti per favorire la ripresa di tutto il comparto. In tal senso, abbiamo presentato un emendamento al decreto Rilancio, a prima firma Gianluca Benamati, per sostenere la transizione verso la mobilità ibrido-elettrica e per incentivare il rinnovo anche per le macchine a motore termico più evolute. Questo emendamento è particolarmente importante per l’Italia perché in questa difficilissima fase è importante saper coniugare una rivoluzione Green che riduca drasticamente le emissioni con la salvaguardia del settore dell’automotive e la sua componentistica e la tutela di migliaia di posti di lavoro».

Un’iniziativa che non convince per niente Legambiente che ha detto subito che si tratta di una proposta che non va nella giusta direzione e il presidente nazionale del Cigno Verde, Stefano Ciafani, sottolinea che «E’ assurdo proporre la rottamazione di vecchie auto inquinanti con veicoli un po’ più nuovi, ma altrettanto inquinanti. Si tratta a nostro avviso di una scelta sbagliata dal punto di vista ambientale, economico e sociale e che andrebbe ad incentivare nuovamente il settore delle auto inquinanti, senza contare che gli unici a guadagnarci qualcosa sarebbero i concessionari che si trovano a dover smaltire gli stock accumulati da dicembre dello scorso anno, il tutto a discapito dell’ambiente. È così mentre nel resto d’Europa si punta davvero sull’elettrico, come sta accadendo in Germania con il raddoppio degli incentivi per l’acquisto di auto ecologiche, in Italia si guarda al passato senza per altro definire una strategia che guardi davvero al futuro della mobilità sostenibile. Lo ribadiamo, la ripartenza green di questo Paese deve passare anche attraverso politiche capaci di far crescere la mobilità sostenibile a partire dagli spostamenti in bici, a piedi, passando dal trasporto pubblico alla mobilità elettrica, intermodale, pubblica, condivisa e a emissioni zero, ripensando allo stesso tempo le città e rendendo le aree urbane più vivibili e sicure. Si metta davvero in campo il green new deal di cui si è tanto parlato a partire da qui».

A questo riguardo Legambiente ricorda che «Le emissioni reali delle auto euro 6 vendute sino ad agosto 2019 erano mediamente superiori a quanto previsto dalla norma europea di 19 anni fa (data di entrata in vigore dei limiti euro3) per gli ossidi d’azoto (NOx). Basta leggersi con attenzione le tabelle dei fattori d’emissioni reali che servono a Ispra per calcolare l’origine dell’inquinamento. Solo alcuni diesel di recentissima produzione (norma euro6d full, che è entrata in vigore nel 2020) rispettano finalmente nella realtà i limiti emissivi previsti già nel 2014. Quindi siamo indietro di 6 anni. Lo stato inganna i cittadini se finanzia auto inquinanti (quelle del dieselgate) che presto i comuni dovranno bloccare con i blocchi antismog. Inoltre le nuovissime auto a benzina, diesel, con nuovi moderni dispositivi denox, se da una parte sono certamente meno inquinanti, presentano però due gravi inconvenienti: costano come le auto elettriche e hanno emissioni di CO2 superiori ai 95 grammi per km, quindi a rischio sanzioni europee».