Quella di Beirut è stata una delle più grandi esplosioni non nucleari della storia

Equivale a 500 – 1.100 tonnellate di TNT, un ventesimo della bomba atomica di Hiroshima, 1 GWh di energia in pochi millisecondi

[6 Ottobre 2020]

Secondo la nuova analisi  “Preliminary yield estimation of the 2020 Beirut explosion using video footage from social media”, pubblicata su Shock Waves da un team di ricercatori del Department of civil and structural engineering dell’università di Sheffield, «L’esplosione nel porto di Beirut è stata una delle più grandi esplosioni non nucleari della storia, rilasciando in pochi millisecondi energia sufficiente per alimentare più di 100 case per un anno»

I ricercatori del Blast and Impact Engineering Research Group di Sheffield sperano che questa valutazione «possa essere utilizzata per fornire ai responsabili politici e all’opinione pubblica informazioni più accurate sull’esplosione, nonché per aiutare i primi soccorritori a prepararsi per futuri disastri e salvare vite umane».

Dopo aver analizzato i video dell’esplosione pubblicati sui social media, il team di ricercatori è stato in grado di stimare la potenza dell’esplosione monitorando come l’onda d’urto dell’esplosione si è diffusa nella capitale libanese e ne è venuto fuori che l’esplosione che ha distrutto il porto di Beirut e i dintorni equivaleva a 500 – 1.100 tonnellate di TNT, una delle più grandi esplosioni non nucleari mai registrate, circa un ventesimo della potenza della bomba atomica sganciata dagli Usa su Hiroshima il 6 agosto 1945.

In pochi millisecondi, l’esplosione ha anche rilasciato l’equivalente di circa 1 GWh di energia, quanto viene prodotto in un’ora da 3 milioni di pannelli solari o da 400 pale eoliche.

Gli ingegneri britannici sperano che una valutazione più accurata dell’esplosione, compreso una panoramica su come ha viaggiato l’onda d’urto, possa essere utilizzata per aiutare nella futura pianificazione della risposta ai disastri: «I dati potrebbero essere utilizzati dai primi soccorritori per aiutare a prevedere le probabili lesioni e danni strutturali a varie distanze da un’esplosione in future situazioni di emergenza».

Il principale autore dello studio, Sam Rigby, conclude: «Il disastro che ha colpito Beirut quest’estate è stato devastante e speriamo che nulla di simile accada mai più. Questo è stato un evento senza precedenti perché mai prima d’ora un’esplosione così grande era stata così ben documentata. Il motivo per cui abbiamo deciso di analizzare l’esplosione è perché come ingegneri è nostro compito utilizzare le competenze e le risorse che abbiamo a nostra disposizione per risolvere i problemi e, in ultima analisi, per aiutare le persone. Dopo aver visto gli eventi svolgersi, volevamo utilizzare la nostra esperienza nell’ingegneria esplosiva per capire cosa era successo a Beirut e fornire dati che potessero essere utilizzati per aiutare a prepararsi e salvare vite in tali eventi se dovessero accadere di nuovo. Comprendendo di più sulla potenza delle esplosioni accidentali su larga scala come quella che si è verificata a Beirut, possiamo sviluppare previsioni più accurate di come saranno colpiti i diversi edifici e i tipi di lesioni che potrebbero esserci a diverse distanze dall’esplosione».