Lo sostiene il rapporto MED & Italian Energy Report

Rinnovabili in nordafrica e GNL, due variabili che potrebbero stravolgere (in meglio) i rapporti energetici commerciali dell’Ue

Una valutazione del potenziale da FER basato su tre scenari evidenzia che la capacità installata di impianti fotovoltaici e eolici nel Nord Africa può raggiungere i 620 GW entro il 2040

[24 Luglio 2020]

La rivoluzione energetica che porta con sé il sempre maggior uso delle rinnovabili, secondo il rapporto MED & Italian Energy Report, porterà dei cambiamenti importanti alle relazioni commerciali con i paesi  nordafricani che ad oggi detengono una quota significativa di riserve di combustibili fossili (3,4% delle riserve provate globali di petrolio e 4% di quelle di gas nel 2018), con un flusso netto dalla sponda meridionale a quella settentrionale.

Una valutazione del potenziale da FER basato su tre scenari evidenzia che la capacità installata di impianti fotovoltaici e eolici nel Nord Africa può raggiungere i 620 GW entro il 2040. Questa capacità, tuttavia, richiede un uso del suolo limitato: meno dello 0,2% della superficie dell’Algeria potrebbe consentire di installare fino a 180 GW.

Anche ipotizzando un tasso di elettrificazione pari al 50% nei paesi nordafricani, è possibile coprire l’intero carico di tali paesi, con un surplus annuale di 423 TWh disponibile per l’esportazione verso l’Europa.

Un’analisi di scenario del mercato elettrico europeo al 2040 mostra che – assumendo la completa autosufficienza di Nord Africa in termini di consumo elettrico – la massima esportazione di energia elettrica da FER verso l’Europa raggiunge circa 90 TWh/a, un valore significativamente inferiore al surplus disponibile, soprattutto a causa della limitata

Il rapporto segnala poi che la tecnologia Power-to-Gas (PtG) può svolgere un ruolo importante nella gestione dell’eccesso di energia elettrica da fonti rinnovabili, utilizzandola per produrre idrogeno attraverso elettrolisi e, a sua volta, combinando l’idrogeno con la CO2 in un processo di metanazione per generare gas naturale di sintesi (SNG).

Inoltre, il PtG rappresenta la tecnologia che permette di collegare le più importanti infrastrutture energetiche, ossia gasdotti e rete elettrica, e consente di implementare un’integrazione tra vettori energetici, in particolare energia elettrica, idrogeno e gas, significativamente utile nel quadro della transizione energetica.

Da segnalare poi – utile anche per Livorno, il suo porto e l’impianto offshore di GNL – che secondo il rapporto la modalità di trasporto con cui i combustibili fossili oil & gas vengono spostati è prevalentemente quella marittima, ma che le prospettive di utilizzo del GNL come carburante si fanno più concrete. Il trasporto di GNL è cresciuto, negli ultimi dieci anni, con una media del 7% annuo e nel 2019 è stato realizzato il flusso record di investimenti in infrastrutture della filiera del GNL pari a 65 miliardi di dollari che ha consentito un aumento della capacità di oltre il 16%. La normativa IMO 2020 che porta il limite di zolfo nell’olio combustibile per le navi dal 3,50% allo 0,50%, incentiva l’utilizzo del GNL come carburante. E questo incentivo può, come detto, far gola anche a città portuali come Livorno tant’è che da tempo l’Autorità Portuale, con la precedente giunta, aveva cominciato a percorrere questa idea.