Intanto i profughi si ammassano a migliaia a Gibuti e nel Somaliland

Yemen, sbarcate ad Aden truppe della coalizione araba a guida saudita? (VIDEO)

Human Rights Watch: usate bombe a grappolo proibite. 3.500 morti e 300.000 feriti?

[4 Maggio 2015]

Secondo diverse fonti, commandos  della coalizione araba, guidata dall’Arabia Saudita ed appoggiata dagli Usa, sarebbero sbarcati ad Aden. Secondo Akhbar al Yémen, un contingente straniero, composto da «diverse decine di persone», con commando e tiratori scelti, sarebbe sbarcato nell’area dell’aeroporto internazionale di Aden. Secondo l’agenzia yemenita ci sarebbero già stati combattimenti con le truppe houthiste e il contingente arabo sarebbe ora nella regione di Al Buraiqeh, dove sono in corso feroci combattimenti tra gli ultimi fedeli al presidente deposto Abd Rabo Mansur Hadi e i combattenti sciiti di Ansar Allah.

Ma da Riyadh il Il generale Ahmed al-Asiri , portavoce dell’esercito saudita, nega  qualsiasi dispiegamento delle truppe di terra del regno nel sud dello Yemen. Al-Asiri, intervistato telefonicamente da Al Arabiya, ha aggiunto che le truppe apparterrebbero alle forze fedeli all’ex presidente fuggitivo dello Yemen, Abd Mansur Hadi Rabbuh, alleato di Riyadh. Invece secondo fonti locali e internazionali indipendenti  un numero “limitato” di  soldati della coalizione araba sunnita che combatte gli sciiti Houthi del il movimento Ansar Allah e i loro alleati che hanno preso il potere nello Yemen sarebbero sbarcati nel porto di Aden in appoggio alle milizie che sostengono Hadi e che ormai sono in rotta su tutti i fronti. La radio internazionale iraniane Irib sottolinea che « Se la notizia venisse confermata, quelle entrate ad Aden sarebbero le prime truppe straniere a partecipare alla guerra civile in Yemen». Ma  Asiri, nega tutto in maniera sibillina: «Non ci sono militari stranieri ad Aden, ma la coalizione continua i combattimenti contro gli houthi».

Gli iraniani e organizzazioni come Human Rights Watch accusano la coalizione araba di utilizzare bombe a grappolo in dotazione all’esercito Usa: L’agenzia iraniana Fars News ha trasmesso un video che dimostrerebbe che « L’Arabia Saudita ha usato bombe a grappolo, fornite dagli Stati Uniti, nell’aggressione contro i combattenti al Houthi nello Yemen» e sottolinea che «Gli ordigni, se inesplosi, possono rimanere inerti e poi scoppiare quando vi si inciampa, uccidendo o anche mutilando». Le bombe proibite sono state ritrovate nell’area di al-Amar di al-Safraa, nel governatorato di Saada e Steve Goose, direttore della sezione armamenti di Human Rights Watch, evidenzia che «Le bombe a grappolo rappresentano un pericolo di lungo termine per la popolazione civile e sono vietate da un trattato del 2008. L’Arabia Saudita e gli altri membri della coalizione e il fornitore, gli Stati Uniti, stanno violando lo standard globale che rifiuta munizioni a grappolo a causa della loro minaccia a lungo termine per la popolazione civile»,

Ieri la capitale yemenita Sana’a è stata sorvolata, per la prima volta dall’inizio dell’intervento militare,  da un elicottero Apache della coalizione araba.  Gli Houthi dicono che da quando ci sono stati i primi bombardamenti su Sana’a e le milizie sciite di Ansar Allah ci sono stati almeno 2.500 yemeniti uccisi e oltre 3.000 feriti, ma l’Organizzazione mondiale della sanità da altre cifre: «Dal 19 marzo al 27 aprile, ci sono stati  1.244 decessi segnalati nelle strutture sanitarie e 5.044 feriti».

Ma le strutture sanitarie nello Yemen erano scarse anche prima della rivoluzione e della guerra civile e le vittime in realtà sarebbero 3.500 e i feriti 300.000, tra i quali molti bambini e donne. Nello Yemen la situazione umanitaria è ormai tragica: mancano medicinali e personale sanitario, le poche strutture ospedaliere ancora in piedi sono al collasso e l’acqua potabile è diventata scarsa in tutto il Paese. L’Ons denuncia un aumento continuo di casi di infezioni respiratorie acute, diarrea e malaria. 7,5 milioni di persone stanno subendo le durissime conseguenze del conflitto scatenato dall’Arabia Saudita il 26 marzo.

Una guerra per l’egemonia e le rotte petrolifere che sta gonfiando Gibuti e il Somaliland di profughi somali, eritrei ed Etiopi  di ritorno e di nuovi sfollati yemeniti, molti dei quali probabilmente tra qualche settimana,  mese o anno ci ritroveremo sulle coste libiche per tentare l’ultimo disperato tentativo di salvarsi la vita. E’ difficile non dar ragione ad Hossein Amir-Abdollahian, il vice ministro degli Esteri iraniano per gli affari arabi e africani, che ha definito «Inaccettabile il silenzio di alcuni Paesi su incessanti bombardamenti dell’Arabia Saudita contro la popolazione dello Yemen. La guerra lanciata dalla coalizione araba a guida dell’ Arabia Saudita è solo a beneficio dell’entità  sionista e dei gruppi terroristi», cioè Israele e Al Quaeda nella Penisola Araba, che sta approfittando del conflitto per occupare gran parte dello Yemen del sud. Abdollahian ha ribadito l’invito dell’Iran a risolvere diplomaticamente la crisi dello Yemen: «Teheran sostiene un dialogo inter yemenita, un dialogo tra i yemeniti, che dovranno concordare su data e luogo dell’incontro, e che respinge qualsiasi ingerenza straniera in questo paese. La sicurezza dello Yemen si intreccia con quella del Medio Oriente e dell’Iran. L’Iran non permetterà  a nessuno di giocare con la propria sicurezza attraverso azioni avventurose».

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