Fotovoltaico, anticipazioni sul Documento tecnico di riferimento Gse al convegno Anie Rinnovabili

Liberare i piccoli impianti per ridurre i costi gestionali che gravano sulla bolletta del sistema

[2 Dicembre 2016]

Il convegno “Opportunità per gli operatori: manutenere e ammodernare gli impianti FER, mantenendo gli incentivi; liquidare i piccoli impianti fotovoltaici: una misura attesa dal mercato” organizzato da Anie Rinnovabili, è stata l’occasione per approfondire con il Gestore dei servizi energetici (Gse) gli aspetti principali che saranno contenuti nel Documento tecnico di riferimento del fotovoltaico (FV).

Infatti, al convegno il Gse ha presentato in anteprima i principali aspetti e le procedure cui i soggetti titolari di impianti fotovoltaici incentivati dovranno attenersi per effettuare interventi.

Alberto Pinori, presidente di Anie Rinnovabili di Confindustria, ha apprezzato il lavoro svolto dal Gse e si è detto fiducioso per il futuro, «perché tali procedure sono il tassello mancante che potrà mobilitare nuovi investimenti per revamping o per repowering degli impianti, mediante l’utilizzo di tecnologie più mature e più efficienti, consentendo di incrementare la produzione di energia elettrica a tutela della sostenibilità ambientale». L’associazione imprenditoriale auspica che «le nuove linee guida operative vengano presto pubblicate dal Gse sul FV e su tutte le altre Fonti di energia rinnovabile (FER) elettriche.

Il Gse ha risposto a molte d domande fatte dai partecipanti al convegno, «Tra queste – spiega Anie Rinnovabili – le certificazioni dei componenti principali inclusa quella della factory inspection per il mantenimento della maggiorazione della tariffa incentivante made in Europe, il tema della rigenerazione dei moduli e degli inverter, l’impossibilità di impiegare moduli già installati su impianti incentivati diversi da quello di provenienza, l’impiego di componenti principali muletto forniti da soggetti diversi dal soggetto titolare, le tempistiche di approvazione del Gse per la valutazione preliminare, il vincolo sulla potenza degli impianti e non sulla producibilità degli stessi. Tra le novità di maggior rilievo, sono emerse la necessità di comunicazione al Gse degli interventi anche per impianti inferiori ai 3 kW, ai fini della tracciabilità dei moduli e dei retrofit degli impianti con integrazione di un sistema di accumulo, e il pagamento dell’onere di istruttoria anche in caso di interventi sui componenti principali. Non sono invece previsti oneri di istruttoria per gli altri tipi di intervento. Su quest’ultimo punto il Gse ha anticipato che si sta lavorando al DM 24 dicembre 2014, al fine di modificarlo e renderlo meno oneroso per i titolari di impianti rinnovabili incentivati anche in caso di intervento sui componenti principali».

Anie Rinnovabili ha riconfermato l’importanza che «venga data ai soggetti titolari di un impianto fotovoltaico la facoltà di liquidare anticipatamente su base volontaria gli incentivi, che altrimenti la famiglia percepirebbe nel corso del periodo residuo della convenzione di incentivazione stipulata con il Gse» e l’associazione «si rende disponibile a elaborare una proposta e ritiene la misura urgente nelle regioni colpite dal terremoto».

Pinori conclude: «La proposta di Anie Rinnovabili parte dalla constatazione che circa 180 mila famiglie italiane sono proprietarie di piccoli e piccolissimi impianti di potenza fino a 3 kW. Risolvere volontariamente la convenzione con il GSE è un vantaggio, sia per le famiglie sia per il sistema. Le famiglie, avendo a disposizione ulteriori risorse economiche e nessun vincolo con il Gse, possono dare il via a nuovi investimenti sugli impianti esistenti attraverso il revamping degli stessi o addirittura il repowering, nel caso la famiglia volesse dotarsi di sistemi efficienti quali ad esempio le pompe di calore, sistemi di storage e di ricarica per veicoli elettrici. attraverso l’installazione di sistemi di accumulo tali famiglie potrebbero incrementare l’autoconsumo in loco e liberare risorse di rete in termini di potenza, affrancandosi dall’aumento degli oneri sulla quota potenza previsti dalla riforma tariffaria degli utenti domestici. In altre parole, sarebbe possibile migliorare e incrementare la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e impiegare quest’ultima in modo più efficiente e sostenibile per l’ambiente. Anche il sistema ne trarrebbe vantaggio, in quanto i 180 mila piccoli impianti rappresentano circa il 35% del totale fotovoltaico installato e il 3% del monte incentivi del fotovoltaico, ma la gestione di un singolo piccolo impianto costa come quella di un impianto di grande taglia. “Liberare” i piccoli impianti significa quindi ridurre i costi gestionali che gravano sulla bolletta energetica del sistema».