Guterres: in Libia livello di ingerenze straniere senza precedenti

Situazione cupa, con forze straniere e mercenari sul terreno. L’epidemia di Covid-19 sarebbe più grave di quanto sembra

[9 Luglio 2020]

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha denunciato davanti al Consiglio di sicurezza un aumento delle ingerenze straniere in Libia è ha detto che «E’ tempo di mettere fine al conflitto in quel Paese». Peccato che tra chi lo ascoltava ci fossero molti rappresentanti di quei Paesi – a partire da 4 membri permanenti: Francia, Gran Bretagna, Russia e Usa – che stanno da anni intervenendo in Libia con le armi o armando bande di tagliagole per controllare risorse e per marcare una presenza geopolitica.

Il capo dell’Onu ha detto ai 15 membri dei Consiglio di sicurezza che «La situazione in Libia è cupa»  e ha esortato la comunità internazionale a «Cogliere ogni opportunità per sbloccare la situazione di stallo politico. Il tempo non è dalla nostra parte in Libia. Il conflitto è entrato in una nuova fase, con le interferenze straniere che hanno raggiunto livelli senza precedenti, anche nella fornitura di attrezzature sofisticate e per numero di mercenari coinvolti nei combattimenti». Ogni riferimento a Turchia e Russia – mai menzionate da Guterres – non è casuale.

Il segretario generale dell’Onu ha ricordato che «Da quando il Consiglio ha discusso l’ultima volta della Libia a  maggio, le unità militari del governo di accordo nazionale ( Government of National Accord – GNA) riconosciuto dall’Onu si sono, con un significativo sostegno esterno (della Turchia e dei suoi mercenari jihadisti “siriani”, ndr) spinte verso est nella loro offensiva contro la cosiddetta Libyan National Army (LNA) di opposizione, comandato da Khalifa Haftar. La situazione in prima linea è stata per lo più tranquilla dal 10 giugno, con le forze del GNA a 25 chilometri dalla città costiera mediterranea di Sirte. Ma le Nazioni Unite sono molto preoccupate da un allarmante accumulo di forze militari attorno a quella città, nonché da un alto livello di interferenze straniere dirette, in violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite, delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e degli impegni presi alla Conferenza internazionale di Berlino sulla Libia sei mesi fa».

Se Guterres avesse voluto descrivere il fallimento dell’Onu e della comunità internazionale in Libia non avrebbe potuto far di meglio. Una dichiarazione di impotenza fatta direttamente di fronte ad alcuni dei maggiori colpevoli della tragica situazione in Libia e che non hanno saputo e voluto fermare la vera  e propria invasione turca né la precedente offensiva di Haftar, armata e sostenuta da Russia. Egitto, Arabia Saudita e Francia.

«Intanto – ha sottolineato Guterres – quasi 30.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case a causa dei continui combattimenti nei sobborghi meridionali di Tripoli, assediati dall’LNA più di un anno fa, e a Tarhouna, portando il totale degli sfollati interni in Libia a oltre 400.000, Egli ha detto».

Tra il  primo aprile e il 30 giugno, la United Nations Support Mission in Libya ha documentato almeno 356 vittime, tra cui 102 morti civili e 254 feriti civili, con un aumento del 172% rispetto al periodo gennaio-marzo.

A preoccupare sempre di più è anche il Covid-19, con un aumento di 7 volte dei casi confermati a giugno: 1.046, con 32 morti. Guterres ha evidenziato che «Viste le gravi carenze di kit di test, la vera portata della pandemia in Libia sarà probabilmente molto più elevata. Esorto le autorità libiche a rafforzare la capacità della nazione di combattere il virus». Ma il governo e l’opposizione armata libica sembrano in tutt’altre faccende affaccendati e, nel nome della sovranità libica, l’j hanno di fatto svenduta a potenze straniere.

Guterres ha assicurato che «Le Nazioni Unite continueranno a lavorare con le parti per raggiungere un cessate il fuoco e riprendere un processo politico per porre fine a una crisi determinata dalle fazioni in guerra e al collasso economico, nonostante le grandi riserve petrolifere del paese, che ora è nella suo decimo anno. Le Nazioni Unite sono pronte ad aiutare la Libia a proteggere e investigare sulle fosse comuni scoperte quando le forze del GNA hanno ripreso il controllo di Tarhouna», una ex roccaforte dell’LNA a circa 100 chilometri a sud-est di Tripoli.

Guterres ha rivelato che nei giorni scorsi ha parlato al telefono sia con il primo ministro libico Faiez Mustafa Serraj che con il maresciallo  Haftar e che ha chiesto a entrambi di garantire un cessate il fuoco efficace e di riprendere colloqui di pace.

Il Capo dell’Onu ha confermato che lo GNA di Serraj chiede elezioni nazionali, ma ha avvertito che «Le prospettive per delle elezioni in Libia sono fragili, dati gli sviluppi militari e il supporto da parte di sostenitori esterni».