Impedire il degrado dei suoli può prevenire e gestire le guerre e proteggere il pianeta

Ibrahim Thiaw: «La protezione della terra potrebbe innescare un ampio ciclo di pace, stabilità e recupero dell'ecosistema»

[18 Settembre 2020]

Intervenendo a un briefing virtuale humanitarian impact of continued degradation, peace and security, il segretario esecutivo della United Nations convention to combat desertification (Unccd), Ibrahim Thiaw, ha ricordato al Consiglio di sicurezza che  «La protezione ambientale è vitale per la nostra salute, la nostra ricchezza e la nostra benessere. Se, in modo coordinato, evitiamo, riduciamo e invertiamo il degrado del suolo, possiamo prevenire, ridurre e gestire meglio molti conflitti nel mondo».

Thiaw ha sottolineato che attualmente siamo passate dalle minacce portate alla popolazioni dalle guerra tra gli Stati alla violenza esercitata prevalentemente da entità non statali  che «Una valutazione delle cause profonde di questi conflitti dimostra che una grande percentuale ha un legame con l’ambiente, con l’abbondanza di risorse naturali che possono essere monetizzate, come petrolio, minerali e fauna selvatica o la scarsità di terra, acqua e vegetazione. Nei territori aridi, come la regione africana del Sahel, la violenza esplode spesso sulla competizione per la terra».

Secondo Thiaw,  «Anche il degrado dell’ecosistema, la concorrenza per le risorse o l’iniqua distribuzione dei benefici aumentano la vulnerabilità e aumentano il rischio di conflitti. Tuttavia, la cooperazione ambientale può aumentare la capacità di gestire, prevenire e riprendersi dai conflitti.   Le preoccupazioni per la sicurezza non si limitano ai conflitti violenti, ma includono anche  i mezzi di sussistenza, la salute e il benessere sostenibili».

Il capo dell’Unccd ha poi aperto un altro capitolo che dovrebbe interessare molto quelli dell’aiutiamoli a casa loro:  «Inoltre, la migrazione rurale-urbana dovuta alla siccità e alla desertificazione è stata responsabile di diversi tipi di violenza.  Le lamentele contro un  governo potrebbero aumentare quando i risultati agricoli sono depressi dalla siccità e dalla sua migrazione indotta».

Thiaw ha evidenziato che «L’economia è influenzata dalla salute del territorio, che catalizza l’impatto del degrado ambientale su pace, sicurezza e stabilità», Ma ha aggiunto che «La capacità del mondo di affrontare i rischi per la sicurezza causati dal cambiamento climatico e dal degrado ambientale non sta tenendo il passo con il mutevole panorama delle minacce. La riduzione dei rischi per la sicurezza ambientale dovrebbe concentrarsi sul mantenimento dell’ecosistema di supporto vitale della terra che genera acqua, cibo e aria pulita e sul miglioramento della governance delle risorse e della resilienza sociale agli shock e agli stress delle risorse naturali».

Per il segretario esecutivo dell’Unccd, «La protezione della terra potrebbe innescare un ampio ciclo di pace, stabilità e recupero dell’ecosistema, producendo un circolo virtuoso costruttivo che si estenderebbe ben oltre la scelta iniziale di protezione dell’ambiente».

La pensa come lui anche Peter Maurer, presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, che ha fatto notare al Consiglio di sicurezza che «Dalla regione del Sahel e del Lago Ciad alle zone di guerra in tutto il mondo, milioni di persone stanno soffrendo in prima linea per il degrado ambientale, cambiamenti climatici e conflitti. la pace e la sicurezza non verranno stabilite concentrandosi solo sulle misure militari e di sicurezza per frenare i conflitti e la violenza. Dobbiamo assicurarci che quelli più a rischio siano le priorità urgenti. Costruire e proteggere comunità resilienti dalla violenza è fondamentale».

Inna Modja, la cantante e modella maliana-francese ambasciatrice della Terra e attivista ambientale, ha concluso: «La migrazione forzata è in aumento, portando molti a fuggire dalla vasta regione del Sahel, che si estende da ovest a est attraverso l’Africa. Il Consiglio  di sicurezza dovrebbe investire nei giovani e nelle donne della regione come principali agenti di cambiamento».