«In Yemen è in arrivo un nuovo tremendo picco di colera». L’allarme di Oxfam

Ripresi i combattimenti tra Houthi sciiti e i sauditi e i loro alleati sunniti. Appello Onu al cessate il fuoco

[11 Marzo 2020]

A quasi 5 anni dallo scoppio di quella che l’Onu definisce la più grave emergenza umanitaria al mondo, quella dello Yemen in guerra e bombardato a dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati sunniti anche con bombe made in Italy, una guerra e una tragedia umana e sanitaria che sembrano dimenticate dalla comunità internazionale, Oxfam lancia un nuovo allarme: «Con i sistemi sanitari al collasso, l’arrivo della stagione delle piogge e la mancanza di accesso all’acqua e servizi igienici per quasi 18 milioni di persone, i contagi potrebbero aumentare esponenzialmente: sono già oltre 56 mila dall’inizio dell’anno, più di 2,2 milioni dallo scoppio della più grave epidemia di sempre nel 2017. L’arrivo della stagione delle piogge rischia di provocare, nelle prossime settimane, un nuovo esponenziale picco di colera in Yemen. Da inizio anno sono più di 56 mila le persone contagiate, e oltre 2,2 milioni dal 2017, mentre nel paese è sempre più difficile soccorrere la popolazione a causa di una guerra insensata che dura da 5 anni e che ha già fatto 12 mila vittime civili e più di 100 mila in totale».

L’ONG ricorda che «Nel 2019, si era già registrato il secondo più alto aumento di contagi dallo scoppio dell’epidemia: oltre 860 mila casi sospetti, con oltre mille vittime, poco meno del milione registrato nel 2017».

Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia, sottolinea che «Mentre il sistema sanitario è ormai al collasso, con solo la metà delle strutture in funzione in tutto il paese a causa dei bombardamenti e degli scontri degli ultimi anni, il numero di contagi potrebbe aumentare con l’arrivo della stagione delle piogge in aprile. Sarebbe l’ennesimo colpo per un popolo che ha già sofferto orrori indicibili».

Mentre l’epidemia di colera continua a dilagare, il nord dello Yemen, sotto il controllo delle milizie sciite Houthi che hanno bloccato l’offensiva delle truppe saudite e del governo yemenita che controlla parte del sud del Paese, è allo stremo.

Oxfam evidenzia che «Dopo aver registrato nel 2017 il più alto numero di casi di colera, il nord dello Yemen, rimane la zona a maggior rischio per la quasi totale mancanza di fonti d’acqua pulita, soprattutto nei cinque governatorati di Sana’a, Hajjah, Hudaydah, Taiz e Dhamar. Un’epidemia che quindi dall’aprile del 2017 – quando sfuggì subito dal controllo contagiando 360 mila persone nei primi tre mesi – continua a dilagare nel Paese con il numero di casi che sono tornati a salire l’anno scorso, dopo una leggera flessione nel 2018».

Pezzati fa notare che «La popolazione dello Yemen ancora una volta deve affrontare una prova durissima, nella quasi totale indifferenza del resto del mondo. La mancanza di acqua e cibo espone la popolazione, soprattutto le comunità più povere e vulnerabili, ad epidemie come questa. 10 milioni di persone sono sull’orlo della carestia, più di 17 non hanno accesso ad acqua pulita e servizi igienico sanitari».

Intanto, dopo un fragile cessate il fuoco, la guerra è ripresa in diverse aree e, dice ancora Oxfam. «Le scorte di medicine e materiali sanitari si stanno esaurendo, mentre le fluttuazioni nei tassi di cambio hanno fatto schizzare alle stelle il prezzo del carburante, aumentando di conseguenza i costi di trasporto di acqua pulita con i camion–cisterna, nelle zone dove la popolazione non ha fonti d’acqua sotterranee a cui poter attingere».

Il 7 marzo, durante una visita nello Yemen settentrionale, l’inviato speciale delle Nazioni Unite Martin Griffiths ha ripetuto la sua richiesta di un congelamento immediato delle attività militari. Griffiths era in visita a Marib, che ha descritto come «Un paradiso in mezzo alla guerra» in corso tra forze “governative” alleate della coalizione guidata dai sauditi, e Ansar Allah (gli Houthi).  A Marib sono arrivate migliaia di persone in fuga dai feroci combattimenti nel vicino governatorato di Al Jawf, dove sembrano prevalere le forze sciite Houthi e i loro alleati.

Griffiths ha detto che «Lo Yemen è in un momento critico: o silenzieremo le armi e riprenderemo il processo politico, o scivoleremo di nuovo in conflitti e sofferenze su vasta scala che abbiamo già visto qui a Marib».

Oxfam rilancia l’appello dell’Onu per un immediato cessate il fuoco in tutto il Paese e Pezzali conclude: «Le organizzazioni umanitarie, come Oxfam, al lavoro sul campo, continuano a soccorrere la popolazione tra mille difficoltà e restrizioni di accesso a diverse aree imposte da tutte le parti in conflitto. Di fronte a tutto questo, lanciamo perciò un appello urgente alla comunità internazionale perché consenta agli aiuti umanitari di raggiungere in sicurezza la popolazione. E’ importante riportare al tavolo dei negoziati le parti interessate, stabilendo un immediato cessate il fuoco in tutto il Paese. La campagna #SosYemen Dall’inizio del conflitto nel 2015 Oxfam ha portato acqua pulita e servizi igienico-sanitari a oltre 1 milione di persone anche nelle aree del paese più difficili da raggiungere. Con la campagna #SosYemen vogliamo soccorrere più persone possibile».

Si può aderire su https://www.oxfamitalia.org/emergenza-yemen