La Palestina presiede il Gruppo 77 e Cina. Onu: «Momento storico»

Ma a Gaza assediata Pam e Unicef aiutano le famiglie più povere a superare l’inverno

[16 Gennaio 2019]

Netanyahu, Trump e Salvini probabilmente non l’hanno presa bena, ma la Palestina, Stato osservatore dell’Onu, ha ottenuto un grosso successo diplomatico: è diventata presidente di turno del Gruppo dei 77 e Cina, la coalizione di Stati in via di sviluppo ed emergenti che ha un forte peso nei negoziati internazionali, compresi quelli sul clima dell’United Nations framework convention on climate change (Unfccc).

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres,  ha detto: «Mi complimento con lo Stato di Palestina mentre assume la presidenza del Gruppo dei 77 e Cina  per il 2019». Dopo aver ringraziato il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas per la sua presenza alla cerimonia di insediamento, Guterres ha detto che questo «Testimonia il fermo impegno dello Stato di Palestina per una presidenza efficace del gruppo dei 77 e Cina».

Secondo il segretario generale dell’Onu, «Il G77 ha dato prova di leadership lungo tutto il  2018 e si è rivelato ancora una volta una forza centrale per dimostrare che il multilateralismo e il solo modo per affrontare le nostre sfide comuni. Sono impaziente di continuare a lavorare strettamente con il G77 e Cina nel 2019 sotto la direzione storica dello Stato di Palestina. La Palestina e i suoi cittadini hanno un’esperienza diretta di alcuni dei problemi mondiali più difficili e più drammatici con i quali ci confrontiamo. Siete nella giusta posizione per assumere la presidenza di questo importante gruppo di Paesi».

Guterres ha sottolineato che «Il 2019 sarà un anno cruciale per gli sforzi comuni miranti ad eliminare la povertà, a ridurre le ineguaglianze e ad assicurare la transizione verso economie più inclusive e sostenibili. L’azione per il clima deve essere in primo piano e i Paesi del G77 sono in prima linea».

Ma Guterres non si nasconde che questo ulteriore riconoscimento dello Stato della Palestina  creerà altre difficoltà finanziarie all’Onu, che già patisce il boicottaggio degli organismi che hanno accettato i palestinesi (come l’Unesco) da parte degli Usa e di Israele, e ha annunciato che nei prossimi mesi presenterà delle proposte all’Assemblea generale  per assicurare all’Onu un bilancio solidi, aggiungendo che «In questo periodo di transizione e di cambiamento, contiamo sull’impegno e il sostegno continuo del Gruppo dei 77 e Cina».

Anche la presidente de l’Assemblea generale dell’Onu, Maria Fernanda Espinosa, ha detto che l’arrivo della Palestina alla presidenza del G77  «E’ un momento storico e il cammino che abbiamo intrapreso per riuscirci non è stato facile. L’Assemblea generale ha svolto un ruolo cruciale: dalla decisione di concedere alla Palestina la condizione di Stato osservatore non membro, adottata nel novembre 2012, fino alla risoluzione dell’ottobre scorso sulle condizioni che permettono alla Palestina di esercitare questa presidenza. Il fatto che noi possiamo celebrare questo passaggio della presidenza del Gruppo dei 77 e Cina è senza alcun dubbio un trionfo del multilateralismo e una dimostrazione dell’importanza del ruolo dell’organo più democratico e più rappresentativo delle Nazioni Unite»

Abbas ha incontrato Guterres e la Espinosa e ha illustrato gli ultimi sviluppi riguardanti la causa palestinese e «le gravi violazioni contro il popolo palestinese da parte dell’occupazione israeliana, specialmente nella città di Gerusalemme», sottolineando «La necessità di attuare le risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di sicurezza dell’Onu, in particolare la risoluzione Onu 2334 sulla protezione internazionale del popolo palestinese e la necessità di fermare le pratiche illegali israeliane e l’espansione degli insediamenti».

Ma mentre a New York la Palestina segnava un successo diplomatico, l’Unicef e il Programma alimentare mondiale (Pam) firmavano un nuovo accordo  per fornire coperte, vestiti e kit igienici a 6.000 delle famiglie della Striscia di Gaza, la prigione a cielo aperto Palestinese governata da Hamas e circondata e attaccata da Israele.

Il Pam ha spiegato che «Questa iniziativa congiunta è stata progettata per aiutare le famigli più bisognose – in particolare i bambini, le donne e gli anziani – a far fronte all’inverno, in seguito al marcato deterioramento delle condizioni di vita di numerose persone che vivono nell’enclave. In funzione dei loro bisogni, le famiglie riceveranno un credito compreso tra 47 e 106 dollari sulle loro carte di assistenza elettroniche. Questa somma permetterà loro di comprare delle coperte, dei vestiti, delle uniformi scolastiche e degli articoli igienici presso dei dettaglianti locali sotto contratto. Le famiglie beneficiarie di questo programma riceveranno anche delle informazioni per la sensibilizzazione sull’igiene e sulla prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili».

Nella Striscia di Gaza, soffocata dal blocco israeliano e dalle restrizioni al movimento che impediscono gli scambi e l’accesso alle risorse naturali e al combustibile, le difficoltà economiche stanno aumentando  Secondo gli ultimi indicatori umanitari delle agenzia Onu, «Più della metà della popolazione è colpita dalla povertà (53%), dalla disoccupazione (55%) e dall’insicurezza alimentare senza precedenti (68,5%). Le famiglie più vulnerabili che vivono in estrema povertà sopravvivono con meno di 1 dollaro a persona al giorno, rendendo gli aiuti umanitari essenziali per la loro sopravvivenza».

Geneviève Boutin, rappresentante speciale dell’Unicef per lo Stato di Palestine, ha sottolineato che «Garantire che le popolazioni più vulnerabili di Gaza, in particolare i bambini, possano soddisfare le loro più esigenze umanitarie più pressanti durante la stagione invernale è essenziale. La nostra partnership con il Pam per fornire un pacchetto integrato di beni, servizi essenziali e supporto mira ad aiutare ad affrontare le vulnerabilità della popolazione. in modo efficiente ed economico».

Il nuovo accordo stabilisce inoltre come, a seconda dei fondi disponibili, il Pam e l’Unicef possano aiutare Gaza in caso di emergenza e si basa sulla proficua collaborazione tra le due agenzie Onu durante e dopo il conflitto del 2014 a Gaza.

Il rappresentante del Pam Stephen Kearney conclude: «Pam e Unicef hanno collaborato a diverse iniziative multisettoriali che, data la povertà a Gaza, sono vitali per le famiglie povere. La nostra piattaforma di e-voucher è l’ideale per fornire un’assistenza varia alle comunità vulnerabili mentre si introducono  fondi necessari in un’economia in declino».