Piazza dei Popoli, dai territori occupati palestinesi a un Mediterraneo di ospitalità

A Pontassieve l’edizione 2019 del festival, interamente dedicata al mondo arabo, con gli scatti del reporter fiorentino Cesare Dagliana

[5 Luglio 2019]

“La storia della cultura mediterranea non solo prevede lo scambio, ma gli assegna una funzione di creazione. E in questo scambio creativo colgo ciò che perpetua l’essenza del Mediterraneo in quanto dimora comune. Storia latente. […] Ogni volta che lo spirito poetico sembra compromesso, le lettere, le arti, le dottrine filo­sofi­che, mistiche e scienti­fiche mi conducono verso un Mediterraneo di ospitalità”. È questa citazione del poeta marocchino Mohammed Bennis a ispirare l’edizione 2019 di “Piazza dei Popoli” a Pontassieve, quest’anno interamente dedicata al mondo arabo. Il festival giunto alla sua terza edizione concentrerà i suoi eventi nella tre giorni che va dl 10 al 12 luglio, ma la Biblioteca comunale ospiterà per un tempo più lungo (6- 18 luglio) la mostra dal titolo “Terra e Diritti” di Cesara Dagliana: un reportage in 30 scatti realizzato nell’ambito del progetto omonimo di Cospe finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).

Il reporter fiorentino Cesare Dagliana ci porta attraverso un racconto per immagini nei territori occupati palestinesi: un racconto diviso in tre parti, “Terra ferita”, “Terra occupata” e “Terra viva”. Ritratti, luoghi, panorami e campi lunghi a raccontare il valore simbolico della terra, la sua trasformazione e la resistenza dei palestinesi sotto occupazione. Dietro ogni foto un incontro e una storia e tanti temi: dall’acqua al lavoro nei campi, dalla convivenza con il muro, le colonie e ai check point, fino alla creatività e la ricerca di riscatto dei giovani.

Trenta scatti per raccontare quella terra che, insieme alla Striscia di Gaza, sarebbe dovuta diventare lo Stato di Palestina, secondo gli Accordi di Oslo. Purtroppo, dopo gli Accordi di Oslo, niente è cambiato, anzi le cose sono peggiorate e oggi ai palestinesi resta di fatto circa un quarto del territorio previsto dal Piano di ripartizione Onu del 1947, che riconosce a livello internazionale i confini tra Israele e il futuro Stato palestinese. E soprattutto non esiste ancora lo Stato di Palestina. Al contrario, esiste una terra occupata dalle forze militari e dai coloni civili di Israele, che ogni giorno sottraggono metri quadri e risorse naturali, in spregio delle diverse Risoluzioni Onu degli ultimi 70 anni.

Una terra ferita nella sua quotidianità, deprivata dei diritti per i singoli individui. In un quadro in cui, anche a causa del silenzio delle istituzioni internazionali, è molto difficile vivere il presente e quasi impossibile pensare il domani. Ma ancora una terra viva, in ciascuna persona, che giorno per giorno resta lì, legata e attaccata alla propria terra, che si organizza, lavora, studia, pensa, gioca, vive, e ci racconta che un giorno i palestinesi avranno il loro Stato, in pace con i vicini, qualunque sarà la formula finale.

La mostra sarà presentata dal fotografo a Piazza dei popoli il 10 luglio alle 18.30.

di Cospe per greenreport.it