Una Brexit senza accordo sarebbe catastrofica per l’ambiente del Regno Unito

Friends of the Earth: chi ha a cuore l’ambiente lavori per evitarla a tutti i costi

[16 Gennaio 2019]

La Camera dei Comuni del Regno Unito ha sepolto con 432 no contro 202 sì l’accordo sulla Brexit patteggiato da Theresa May con la Commissione europea e il Partito Laburista ha presentato subito una mozione di sfiducia contro il governo.  Le soluzioni che si prospettano sono un nuovo referendum sulla Brexit, elezioni anticipate o, cosa più probabile, una Brexit senza accordo con l’Ue. Una soluzione, quest’ultima, che spaventa gli ambientalisti britannici.

Come ha detto Craig Bennett, chief exective di Friends of the Earth UK,  «qualunque cosa accada, una cosa è certa: un no-accordo sarebbe un disastro per l’ambiente e dovrebbe essere tolto dal tavolo della discussione. Il mondo sta scaldando. Nel Regno Unito il caos climatico sta già colpendo persone e animali selvatici. I nostri uccelli, gli animali e la natura sono in rapido declino. Durante la nostra vita, stiamo vedendo la fine delle specie. Sappiamo che il nostro ambiente non è già nella forma migliore  e sappiamo che, se non fosse stato per la legislazione dell’Ue, il Regno Unito sarebbe ancora l’uomo nero d’Europa. La nostra appartenenza all’Ue ha portato il governo a migliorare la qualità dell’aria, a implementare protezioni per gli habitat speciali e specie naturali e ad agire per impedire che le imprese del Regno Unito scaricassero  liquami non depurati direttamente nei nostri mari».

Da Friends of the Earth  ricordano che lo studio UK Environmental Policy Post-Brexit: A Risk Analysis”, pubblicato nel 2018 da Charlotte Burns (università di Sheffield), Viviane Gravey (Queen’s University di Belfast) e Andrew Jordan (università dell’East Anglia) dimostra che «Una Brexit senza accordo sarebbe catastrofica per l’ambiente del Regno Unito».

Gli ambientalisti criticano duramente l’accordo raggiunto dalla May, pieno di “buchi”, ma aggiungono che senza un accordo il Regno unito si troverebbe ad affrontare problemi giganteschi: «Dai ritardi nel controllo degli alimenti e degli animali nei porti e le implicazioni di questo per gli standard alimentari e di benessere; all’aumento dell’inquinamento atmosferico nel Kent in seguito alle lunghe code al confine e alla trasformazione di Dover in un parcheggio; o rifiuti e il riciclaggio che si accumuleranno quando il Regno Unito non potrà più esportare la sua spazzatura in Europa: il nostro ambiente si troverebbe ad affrontare immediatamente un precipizio».

Uno dei problemi è l’appoggio del partito unionista nord-irlandese al governo May e Bennett conferma che ci sono molte domande alle quali rispondere riguardo al confine irlandese, «non solo per l’ambiente ma per l’integrità dell’isola e l’Accordo del Venerdì Santo».

Un no-deal sulla Brexit avrebbe impatti a lungo termine per clima, natura e salute: «I gap nella governance significherebbero che non potremo ritenere il governo responsabile delle cattive performance ambientali – dice Bennett – Quindi, in futuro se non riuscirà a mantenere i progressi nella pulizia della nostra aria sporca, non saremo in grado di portare in tribunale il governo come abbiamo fatto prima. I gap nella regolamentazione  significherebbero che, laddove attualmente gli esperti si accertano che sostanze chimiche, i materiali e i medicinali siano sicuri, il Regno Unito resterebbe come uno spazio vuoto. Tutte le nostre attuali salvaguardie europee scomparirebbero e potremmo vedere le sostanze chimiche che potrebbero danneggiare gli impollinatori, la salute umana e la biodiversità sugli scaffali dei supermercati e nei campi. E ci sono rischi per la nostra qualità dell’aria e dell’acqua. Se la cosiddetta “non regressione”‘non verrà inclusa in un accordo, i futuri governi saranno liberi di tornare indietro rispetto alle attuali protezioni ambientali. Ciò significa che i nostri standard sarebbero liberi di scendere rispetto al resto dell’Europa. E la stessa cosa accadrà al Regno Unito come leader globale ambientale e climatico».

L’ex cancelliere conservatore Michael Gove aveva fatto molte promesse su una nuova legge ambientale che avrebbe dovuto «mantenere e migliorare» le protezioni ambientali, compresa una nuova agenzia di vigilanza, mente il Regno Unito usciva dall’Europa, ma gli ambientalisti fanno notare che senza accordo la pressione politica per smuovere l’economia  prevarrà su tutto e che «Aumenterà la pressione per abbassare gli standard su cibo e benessere, per assicurare accordi commerciali rapidi e sporchi». Bennett  aggiunge: «Uso deliberatamente la parola “Trump”. In uno scenario del genere, è molto facile immaginare che le promesse del signor Gove svaniscano.  Nei giorni e nelle settimane a venire potrebbe accadere qualunque cosa. Ma chiunque si preoccupi dell’ambiente dovrebbe lavorare per evitare a tutti i costi il no-deal».

Friends of the Earth UK  si era già appellata ai parlamentari britannici perché proteggano l’ambiente e il Regno Unito dalla minaccia di un non-accordo sulla Brexit e Bennett ricarda che «Dal deputato conservatore Dominic Grieve a Caroline Lucas del Green Party, politici, accademici e gente comune concordano sul fatto che un non-accordo è la peggiore opzione possibile per noi e il nostro ambiente  e non possiamo permettere che accada. Quindi spetta al parlamento assumersi la responsabilità e escluderlo una volta per tutte. Abbiamo bisogno di un piano di riserva, un piano B  praticabile, e i parlamentari devono unirsi e realizzarlo, al più presto».

Gli ambientalisti concludono: «Abbiamo sempre detto che rimanere nell’Ue  sarebbe stata la cosa migliore per il nostro ambiente. Ma se il Regno Unito se ne andrà, la cosa vitale è mantenere le protezioni esistenti e avere il tempo e lo spazio per costruirle e stabilire una prospettiva positiva per il futuro. Il no-deal mette in pericolo tutto ciò che abbiamo ora e fornisce il peggior contesto possibile per un futuro ambizioso. Se i parlamentari non possono garantire al 100% che una no-deal Brexit resti fuori dal tavolo, il Regno Unito deve rimanere a far  parte dell’Ue fino a quando non lo sarà».

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  • No-deal Brexit – what happens to our environment?