Con un impianto mobile di riciclo trasformate in nuove reti 100 tonnellate di plastiche usate per allevare cozze
Cambio di rotta negli allevamenti di cozze. Sono state sperimentate in Puglia e Liguria nuove pratiche per la riduzione delle plastiche in mare e l’introduzione di materiali biodegradabili e compostabili, per innovare la mitilicoltura e superare il problema ambientale rappresentato dalla dispersione delle calze in polipropilene usate nei vivai dei mitili.
Grazie a un impianto mobile di riciclo, progettato e testato negli ultimi due anni, sono già state trattate quasi 100 tonnellate di polipropilene, la plastica con cui vengono realizzate le reti tubolari (calze) dove i mitili crescono fino alla taglia commerciale. Cento tonnellate che non finiranno in discarica, in mare o sulle spiagge, ma che tornano a nuova vita come materia prima seconda, pronte a diventare nuove reti, evitando così l’uso di polimero vergine. Accanto al riciclo, la produzione di 26 tonnellate di calze in biopolimero biodegradabile e compostabile apre la strada a una mitilicoltura “a impatto zero”, dove ogni materiale può essere recuperato o reintegrato nel ciclo naturale.
Tutte queste azioni rientrano nel progetto europeo Life muscles: un lavoro durato 4 anni grazie all’impegno di 9 partner guidati da Legambiente e sostenuto dal programma Life della Commissione europea, con il coinvolgimento di mitilicoltori, pescatori, policy maker e comunità locali.
«Si conclude un progetto importante e fortemente innovativo che apre interessanti prospettive nella filiera della mitilicoltura. Un percorso intenso di ricerca, sviluppo, collaborazione e sperimentazione – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – che lascia in eredità nuovi strumenti che possono davvero rendere più sostenibile questa attività in Italia e in Europa. Un modello che non soltanto risponde alle istanze ambientali e di economia circolare, ma offre un’opportunità concreta agli allevatori, alle imprese del riciclo e alla filiera agro-marina di innovarsi in modo competitivo, responsabile e sostenibile. L’impegno comune di imprese, mondo accademico, istituzioni e consumatori nel progetto, le 100 tonnellate di polipropilene avviate al riuso, le reti in biopolimero distribuite e gli allevatori coinvolti sono un importante passo concreto in questa direzione».
La mitilicoltura è tra le produzioni più sostenibili: le cozze filtrano naturalmente l’acqua, non richiedono antibiotici e producono pochissima CO₂ (0,137–0,252 kg per chilo contro oltre 20 per la carne bovina). Inoltre, contribuiscono al sequestro di anidride carbonica e al miglioramento della qualità delle acque. Tuttavia, l’impatto delle calze in polipropilene, spesso disperse in mare, rimane un problema rilevante per l’inquinamento degli ecosistemi marini e la formazione di microplastiche.
L’impianto mobile di riciclo, progettato da Legambiente e Rom Plastica e testato a Cagnano Varano (Foggia) dalla Società Ittica Del Giudice, consente di intervenire direttamente in aree portuali, riducendo i trasporti e facilitando agli allevatori di cozze il conferimento dei rifiuti. Allestito in un container, tratta fino a 300 chili di calze al giorno tramite triturazione, lavaggio con acqua di ricircolo e asciugatura. Le particelle plastiche ottenute vengono rilavorate per realizzare reti riciclate, messe nuovamente a disposizione dei mitilicoltori. Il polipropilene riciclato possiede le stesse proprietà meccaniche e chimiche di quello vergine, come dimostrato dalle analisi del Dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza di Roma.
Il riciclaggio del polipropilene garantisce, inoltre, un risparmio del 25–30% sui costi di acquisto e smaltimento, offrendo ai mitilicoltori un vantaggio economico concreto e un incentivo al cambiamento.
Il sistema, sperimentato in Puglia e Liguria, ha dato vita a una rete nazionale che coinvolge imprese, enti di ricerca e istituzioni, con incontri e seminari in varie regioni italiane. Dopo Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Campania e Sardegna, l’interesse è cresciuto anche all’estero, con Croazia, Slovenia e Francia pronte ad accogliere l’impianto.
La vera sfida è costruire una filiera circolare che coinvolga tutti gli attori: i mitilicoltori nel recupero delle calze, le autorità locali nella semplificazione delle procedure, i produttori di reti nel riuso del polimero riciclato, la grande distribuzione organizzata nella promozione del prodotto sostenibile e i consumatori nella scelta di acquisti consapevoli.
Parallelamente al riciclo delle retine in polipropilene e per abbassare ulteriormente i rischi ambientali, sono state sperimentate retine in biopolimero biodegradabile e compostabile sviluppate da Novamont, distribuite e promosse dall’Associazione Mediterranea Acquacoltori, e già ampiamente usate nei vivai (allevamenti in mare) della Cooperativa Mitilicoltori Associati della Spezia. I test hanno confermato la buona resistenza del materiale e la continuità produttiva, avviando nuovi cicli di allevamento sostenibile.
Grazie all’Università di Siena, sono stati condotti studi sulle microplastiche in acqua e nei mitili allevati: i risultati indicano che, a medio termine, l’uso di calze in polipropilene o biopolimero non altera lo stato eco tossicologico delle cozze, mentre le concentrazioni di microplastiche risultano in linea, o inferiori, alla media del Mediterraneo.
I muscoli (così si chiamano in Liguria) allevati con queste calze sono stati commercializzati a marchio Life muscles e da aprile 2025 sono state vendute 83.000 confezioni da 1 kg nella Grande distribuzione organizzata.
Questi sono i numeri di Life muscles: 100 tonnellate di calze in polipropilene trattate • 26 tonnellate di calze in biopolimero prodotte • 83.000 confezioni di cozze a marchio Life muscles vendute • 1 milione di consumatori raggiunti attraverso strategie di branding dei mitili • 1000 mitilicoltori e 50 policy maker raggiunti dalle attività di progetto • Oltre 20 seminari realizzati per mitilicoltori, pescatori e policy maker in Italia e in Europa • 2 modelli di strategia di economia circolare realizzati per Puglia e Liguria • 6 campagne di monitoraggio delle microplastiche in superficie e in colonna d’acqua • 1000 cittadini coinvolti nelle Clean up the sea e Plastic Socks Busters • 200 insegnanti formati e almeno 2000 alunni raggiunti • 60 presentazioni a eventi nazionali ed internazionali • Oltre 10 progetti coinvolti in attività di networking • 120 articoli pubblicati su quotidiani, riviste e web con citazione al progetto • 10 milioni di persone raggiunte tramite attività di comunicazione e media relations • 150 mila persone raggiunte attraverso sito web e social media di progetto