I misteriosi circoli di ossa di mammut rivelano indizi su come gli esseri umani sono riusciti a sopravvivere all’era glaciale

Strutture realizzate con decine di scheletri di mammut che venivano utilizzate da antiche comunità nelle attuali Russia e Ucraina

[17 Marzo 2020]

In Ucraina e nella pianura della Russia occidentale sono state trovate circa 70 strutture costituite da misteriosi circoli ricavati dai resti di decine di mammut che stanno rivelando indizi su come le antiche comunità umane siano riuscite a sopravvivere all’era glaciale

Un nuovo studio appena pubblicato su Antiquity da un team di ricercatori delle università di Exeter, Cambridge, Southampton, Colorado – Boulder e del Kostenki State Museum Preserve, dimostra che «Le ossa in un sito hanno più di 20.000 anni, rendendolo la più antica struttura circolare costruita dagli esseri umani scoperta nella regione». All’università di Exeter dicono che «Probabilmente le ossa provenivano da cimiteri di animali e il circolo era quindi nascosto dai sedimenti e ora è un piede (poco più di 30 cm, ndr) sotto l’attuale livello della superficie».

La maggior parte delle ossa trovate nella pianura russa, vicino al moderno villaggio di Kostenki, a circa 500 km a sud di Mosca, provengono da mammut. Gli archeologi hanno contato 51 mascelle inferiori e 64 singoli teschi di mammut che sono stati utilizzati per costruire le pareti della struttura di circa 3 metri per 3 e che sono stati sparsi al suo interno. Tra la massa di ossa di mammut sono state trovate anche poche ossa di renna, cavallo, orso, lupo, volpe rossa e volpe artica.

Per la prima volta, gli archeologi hanno anche scoperto all’interno della struttura circolare i resti di legno carbonizzato e altri resti di piante non legnose e sostengono che «Questo dimostra che le persone stavano bruciando legna e ossa come combustibile e le comunità che vivevano lì avevano imparato dove cercare le piante commestibili durante l’era glaciale. Le piante potrebbero anche essere state utilizzate per farne veleni, medicine, spago o tessuto. Sono stati trovati anche più di 50 piccoli semi carbonizzati – i resti di piante che crescono localmente o forse resti di cibo da cucinare e mangiare».

Il principale autore dello studio, Alexander Pryor, dell’università di Exeter, ha sottolineato che «Kostenki 11 rappresenta un raro esempio di cacciatori-raccoglitori paleolitici che vivevano in questo ambiente aspro. Chiaramente, alla costruzione di questa struttura sono stati dedicati un sacco di tempo e sforzi, quindi era ovviamente importante per le persone che l’hanno realizzata per qualche motivo. Cosa avrebbe potuto portare gli antichi raccoglitori di cacciatori in questo sito? Una possibilità è che i mammut e gli esseri umani potrebbero essere arrivati nell’area in massa perché c’era una sorgente naturale che forniva acqua liquida non congelata per tutto l’inverno, cosa rara in quel periodo di freddo estremo. Questi ritrovamenti hanno gettato nuova luce sullo scopo di questi siti misteriosi. L’archeologia ci sta mostrando di più su come i nostri antenati sono sopravvissuti in questo ambiente disperatamente freddo e ostile al culmine dell’ultima era glaciale. A quell’epoca, la maggior parte degli altri posti a latitudini simili in Europa era stata abbandonata, ma questi gruppi erano riusciti ad adattarsi per trovare cibo, riparo e acqua».

L’ultima era glaciale, che travolse il nord Europa tra 75 e 18.000 anni fa, raggiunse il suo stadio più freddo e circa 23 – 18.000 anni fa, proprio mentre veniva costruito il sito di Kostenki 11.  I ricercatori britannici spiegano che «Le ricostruzioni climatiche indicano che le estati erano brevi e fresche e gli inverni lunghi e freddi, con temperature intorno a -20 gradi Celsius o più fredde. La maggior parte delle comunità hanno lasciato la regione, probabilmente a causa della mancanza di prede per cacciare e piantare risorse da cui dipendevano per sopravvivere. Alla fine anche i circoli ossei furono abbandonati mentre il clima continuava a diventare più freddo e più inospitale».

Precedentemente gli archeologi avevano ipotizzato che le strutture circolari di ossa di mammut fossero state utilizzate come abitazioni, occupate per diversi mesi alla volta. Il nuovo studio suggerisce che potrebbe non essere stato così, dato che «L’intensità dell’attività umana a Kostenki 11 appare inferiore a quanto ci si aspetterebbe da un accampamento di lunga durata».

Altre scoperte includono il ritrovamento di più di 300 minuscoli frammenti di pietra e pietra focaia di pochi millimetri di dimensioni, detriti lasciati dagli abitanti del sito mentre tagliavano le pietre per farne strumenti affilati di forme diverse utilizzate per compiti come macellare animali e raschiare le pelli.

Pryor ha detto allo Smithsonian Magazine: «Ovviamente da un mammut ottieni molta carne, quindi l’idea che nel sito fossero in corso attività di trasformazione e conservazione degli alimenti è qualcosa che vogliamo approfondire».

Per altri strutture così grandi potrebbero avere avuto un utilizzo sacro e çPryor non scata questa ipotesi: «La gente ha anche speculato molto su un probabile elemento rituale a questo ed è davvero difficile dire cosa potrebbe essere stato. Il rituale fa parte della vita umana in tutti i modi. Il fatto che avessero progettato una struttura di questo tipo come parte del loro rituale e delle loro attività di sostentamento è molto ragionevole».

Costruzioni d realizzate con ossa di mammut sono ben note agli archeologi. Strutture simili sono state trovate in tutta l’Europa orientale, ma sono molto più piccole di Kostenki 11 e risalgono a 22.000 anni fa. I ricercatori li consideravano abitazioni o “case mammut” che aiutavano i loro costruttori a far fronte alle temperature gelide dell’ultima era glaciale. La nuova struttura scoperta a Kostenki nel 2014, ha 3000 anni in più di quelle “capanne” ed è molto più grande. Come spiega Marjolein Bosch dell’università di Cambridge «Le dimensioni della struttura la rendono eccezionale nel suo genere e la sua costruzione avrebbe richiesto molto tempo. Questo implica che doveva durare, forse come punto di riferimento, un luogo di incontro, un luogo di importanza cerimoniale o un luogo in cui tornare quando le condizioni diventarono così dure che era necessario un riparo».
in effetti le dimensioni pure della struttura la rendono improbabile come casa dove abitare quotidianamente e Pryor fa notare: «Non posso immaginare come avrebbero potuto coprire questa struttura».

Le case dei mammut più piccole presentano focolari per la cottura più precisi e contengono i resti di renne, cavalli e volpi, il che suggerisce che le persone che ci vivevano predassero qualsiasi cosa potessero trovare nella zona. Come si è visto, nella struttura più grande i resti degli altri anmali sono pochissimi e Pryor conferma: «’ costruita quasi esclusivamente con mammut lanosi e questa è una delle cose più interessanti. Senza altre ossa di animali, questo non assomiglia molto a un’abitazione dove la gente viveva per un po’».

Ma l’incredibile ritrovamento delle ossa di oltre 60 mammut tutte insieme solleva un’altra domanda: da dove venivano? Gli scienziati non sono sicuri se questi giganteschi animali siano stati cacciati, portati via da loro cimiteri o entrambe le cose. Pat Shipman, della Pennsylvania State University ha detto allo Smithsonian Magazine che «Ci deve essere qualcosa nella topografia del sito che lo rendeva un luogo nel quale, passavano continuamente branchi di mammut che potevano essere uccisi oppure che restavano uccisi naturalmente, come nell’attraversamento di un fiume. Non riesco a immaginare in che modo delle persone potrebbero uccidere 60 mammut alla volta, perché i proboscidati (l’ordine dei mammiferi a cui appartengono sia i mammut che gli elefanti viventi) sono intelligenti e attaccano se i membri della loro mandria vengono uccisi, anche con le moderne armi automatiche».

Inoltre, diverse ossa dei mammut erano disposte nello stesso ordine e posizione dello scheletro e questo significa che quando sono state portate nel sito erano ancora attaccate al resto del corpo (pelle, muscoli e tendini) e che quindi i nostri antichi antenati le avrebbero portate lì prima che i carnivori avessero la possibilità di mangiarli e ripulire le ossa. Questo implica che gli antichi costruttori dei circoli di ossa accedessero per primi alle carcasse di mammut».
La Shipman conclude: «Vorrei sapere se le ossa sono state trasformate o trasportate o se stiamo esaminando scheletri interi o carcasse ammucchiati per un uso futuro. Spostare un mammut morto non può essere stato facile anche se fosse stato in gran parte disseccato».