I vantaggi del biometano: «Il giacimento italiano inesauribile made in Italy»

Italia terzo produttore al mondo di biogas, «un aiuto per l’agricoltura e l’ambiente»

[24 Settembre 2015]

Il Consorzio Italiano Biogas (CIB) e Confagricoltura hanno promosso l’incontro “Clima-Energia: dagli obiettivi del Protocollo di Kyoto ad Europa 2030. Le potenzialità dello sviluppo del biometano come carburante avanzato”, per parlare di cibo ed energia e del fatto che esiste una fonte di energia potenzialmente inesauribile: il biometano  che,  attraverso un processo di raffinazione del biogas, si può ottenere da effluenti zootecnici, sottoprodotti agroindustriali, colture di integrazione e anche dalla frazione organica dei rifiuti urbani.  E’ utilizzabile per riscaldare le abitazioni e per l’autotrazione, che invece di inquinare contribuisce ad abbattere le emissioni clima alteranti.

Il biometano può portare a un rapido taglio delle importazioni di biocarburanti e combustibili fossili dall’estero oltre a contribuire a rafforzare la competitività delle imprese agricole e delle “stalle” italiane. Da poco il Gestore dei servizi energetici ha pubblicato le procedure operative, dando così avvio a una nuova filiera produttiva, tutta italiana, per la produzione di questo biocarburante interamente proveniente da fonti rinnovabili, che potrà essere utilizzato per gli oltre 900.000 veicoli a metano già presenti in Italia. In Italia  esistono già oltre 1.300 impianti agricoli a biogas, con una produzione di più di 2 miliardi di m3 di gas naturale equivalente che, potenzialmente, trasformato in metano, corrispondono a quanto consumano ogni anno  2 milioni di veicoli.

Giuseppe Castiglione, sottosegretario al ministero delle politiche agricole, ha sottolineato che «In questi ultimi due anni ci siamo fortemente impegnati, in virtù della delega conferitami dal ministro Martina, per sostenere le imprese agricole che decidono di investire nella generazione diffusa di energia da fonti rinnovabili, anche nel settore dei trasporti. Continua il percorso verso una green economy concretamente attuabile dalle imprese agricole. Le linee guida del GSE, destinate agli operatori che chiederanno di avere accesso agli incentivi e ai certificati di immissione in consumo, completano la definizione degli aspetti tecnici necessari per consentire l’effettivo avvio della realizzazione dei nuovi impianti».

Il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, ha detto che «Negli ultimi mesi si sono fatti grandi passi in avanti a livello normativo e regolatorio per dare il via al biometano per autotrazione, un biocarburante avanzato la cui produzione si integra perfettamente nell’attività agricola, portando notevoli benefici a livello ambientale, in linea con gli obiettivi europei di contenimento delle emissioni. Non è un caso che alcuni Paesi europei come la Francia abbiano  deciso di adottare misure specifiche per lo sviluppo delle agroenergie e in particolare del biometano per il rilancio degli allevamenti. L’Italia deve proseguire su questa strada con sempre più determinazione completando il quadro normativo anche per l’immissione in rete del biometano, rendendo maggiormente trasparente il mercato dei certificati di immissione e recependo in tempi rapidi le nuove disposizioni europee sui biocarburanti che privilegiano anche l’utilizzo delle colture di secondo raccolto. A livello generale poi occorre superare tutte le incertezze normative che perdurano da diversi anni sulla fiscalità del settore, sull’utilizzo del digestato».

Il presidente del CIB , Piero Gattoni, ha concluso:  «Per nutrire il pianeta occorre salvaguardare i suoli. La filiera biogas-biometano è win-win. Da un lato produce elettricità e biocarburanti rinnovabili. Dall’altro contribuisce a creare un’agricoltura carbon negative. Il biogas fatto bene può diventare così motore di uno sviluppo agricolo più sostenibile e attento alla tutela dell’ambiente: dall’aria, con l’abbattimento delle emissioni, al suolo, con l’utilizzo del bio-fertilizzante da digestione anaerobica, che aiuta a chiudere il ciclo del carbonio recuperando la fertilità dei terreni».