Il diavolo nel paradiso dei pinguini blu della Tasmania

I diavoli della Tasmania introdotti a Maria Island per salvarli dall’epidemia di cancro facciale hanno estinto pinguini e berte codacorta

[22 Giugno 2021]

Un progetto per salvaguardare i diavoli della Tasmania (Sarcophilus harrisii) in via di estinzione trasferendoli su una piccola isola si è rivelato un disastrio ecologico dopo che i predatori hanno ucciso un gran numero di uccelli marini. A rivelarlo è BirdLife Tasmania.

Il diavolo della Tasmania è il più grande marsupiale carnivoro sopravvissuto al mondo. In natura può vivere più di 5 anni in natura, aln meno se riesce a non contrarre il cancro facciale infettivo che ha fatto strage di questi animali negli ultimi decenni. I maschi pesano fino a 12 kg, le femmine fino a 8 kg. Hanno un udito eccezionale che permette loro di riconoscere da lontano gli almeno 11 tipi diversi di richiami che emettono. Il loro nome luciferino risale al 1803 quando i marinai riferirono aver sentito richiami “sotterranei”.

Nel 2012, per salvare i diavoli della Tasmania dall’epidemia di cancro facciale, un piccolo numero di questi voraci predatori venne trasferito su Maria Island, ad est della Tasmania.

I diavoli sull’isola si sono ripresi, ma il progetto ha avuto un risultato inatteso: come denuncia  BirdLife Tasmania «L’introduzione dei diavoli sull’isola ha avuto un impatto catastrofico su una o più specie di uccelli«

Citando un censimento del governo, BirdLife Tasmania,  ha affermato che una popolazione di pinguini blu (Eudyptula minor), chiamati anche little pinguin o pinguini delle fate, che nel 2012 contava 3.000 coppie nidificanti, è scomparsa da Maria Island.

Eric Woehler, un ricercatore di BirdLife Tasmania, sottolinea che «Perdere 3.000 coppie di pinguini da un’isola che è un parco nazionale, che dovrebbe essere un rifugio per questa specie, è fondamentalmente un duro colpo».

Ma per Woehler «Dato quel che la ricerca mostra sull’introduzione dei mammiferi nelle isole oceaniche, il risultato non è stato una sorpresa».

Nel 2011, un rapporto del Tasmanian Department of Primary Industries, Parks, Water and Environment  aveva messo in guardia  il governo di Hobart sul fatto che l’introduzione dei diavoli avrebbe avuto «un impatto negativo sulle colonie di little pinguin e berte  su Maria Island”.

Nel 2020, lo studio “Conservation trade-offs: Island introduction of a threatened predator suppresses invasive mesopredators but eliminates a seabird colony”, pubblicato su Biological Conservation da un team dell’università della Tasmania, lanciava l’allarme sul fatto che su Maria Island i diavoli introdotti avevano sterminato l’intera colonia di berte codacorta (Puffinus tenuirostris).

Di fronte a questo disastro Woehler prende atto con rabbia che «E’ molto chiaro che i diavoli hanno avuto un impatto ecologico catastrofico sull’avifauna marina di Maria Island».

I marsupiali carnivori sono stati trasferiti sull’isola nell’ambito del progetto Save the Tasmanian Devil Program (STDP), un’iniziativa congiunta del governo federale australiano e di quello della Tasmania. La Lista Rossa Iucn classifica i diavoli della Tasmania come specie in via di estinzione, ma Woehler fa notare che il loro numero si è ripreso in Tasmania e nel continente australiano, dove a maggio, grazie a un progetto di reintroduzione, sono nati per la prima volta dei cuccioli di diavoli della Tasmania dopo migliaia di anni.

Woehler chiede che i diavoli introdotti a Maria Island vengano rimossi perché questo ormai non avrebbe per loro nessuna conseguenza negativa. Ma un portavoce del governo della Tasmania ha risposto che «Il programma “continuerà ad evolversi in linea con le nuove conoscenze scientifiche e le priorità emergenti» e ha concluso che «Maria Island rimane una parte importante del più ampio programma per il diavolo per aiutare a ripristinare e mantenere una popolazione di diavoli selvatici duratura e resiliente in Tasmania».

I rari pinguini blu è le berte coda corta possono attendere. Ora resta da capire cosa si mangeranno i diavoli.