Il punteruolo rosso ha un nuovo nemico: le averle

Studio italo-spagnolo su due casi di impalamento del punteruolo rosso nelle Canarie e in Arabia Saudita

[19 Dicembre 2018]

Il punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus) è uno dei parassiti e degli insetti invasivi più distruttivi delle palme che asta causando anche in Italia numerosi danni, visto che è difficile da sconfiggere anche con trattamenti costosi, prolungati e periodici.

Lo studio “Sighting of Southern Grey Shrikes preying on red palm weevil in two countries”, pubblicato su Redia – Journal of Entomology da Moises Fajardo, Manuel Morales ed Esperanza Fontenla della Gestión del Medio Rural de Canarias (GMR),  Claudia Giordano (università di Bologna), Emiliano Mori (università di Siena), Giuseppe Mazza (Acrea), spiega che «Le specie ospiti più importanti sono palme da cocco, palme da olio, palme delle Isole Canarie ed è considerato un parassita chiave nelle colture di palme da datteri». Dato che i trattamenti chimici esistenti non sono efficienti, i metodi di controllo biologico ecofriendly stanno a suscitando un grande interesse e lo studio del team di riscerca spagnolo e italiano riporta «per la prima volta la predazione del punteruolo rosso da parte di due sottospecie di averle meridionali (Lanius meridionalis), una volta in Spagna e una volta in Arabia Saudita.
Il punteruolo rosso è un coleottero autoctono dell’Asia sudorientale che recentemente si è diffuso in tutto il mondo grazie al commercio di palme infestate. Attualmente, per tenerlo sotto controllo si usano soprattutto  trattamenti chimici, »ma con risultati inefficienti – dicono i ricercatori – tranne che per il caso delle isole Canarie, dove il punteruolo rosso sembra essere completamente sconfitto. Inoltre, le applicazioni chimiche suscitano gravi preoccupazioni legate all’inquinamento ambientale e alla resistenza agli insetti, oltre agli impatti sulla salute umana. Per questo motivo, i metodi di controllo biologico ecofriendly stanno ora suscitando grande interesse, ma devono essere sviluppati o migliorati, in particolare in un punto di vista della gestione integrata dei parassiti».

IL punteruolo rosso ha più di 50 nemici naturali che lo attaccano o che hanno un impatto negativo su di lui e il team ispano-italiano sottolinea che «Oltre ai classici agenti di biocontrollo come batteri, funghi e nematodi, alcuni vertebrati (uccelli e mammiferi) sono segnalati per nutrirsi del punteruolo rosso«.  Alcuni autori riportano che il ruolo di questi predatori fortuiti del Rhynchophorus ferrugineus è molto limitato e sono più una curiosità biologica che una reale opportunità di utilizzo. Ma lo studio evidenzia che «Tuttavia, alcuni lavori recenti (Basheer & Thomas, 2012; Orihuela-Torres et al., 2017) mostrano che alcuni uccelli, come la dendrogazza rossiccia indiana (Vagabunda parvula) e il gheppio comune (Falco tinnunculus), si nutrono comunemente di questo parassita invasivo, rispettivamente in India e in Spagna,. Gli stessi autori suggeriscono che questi uccelli possono essere usati come sentinelle della presenza di questo coleottero invasivo e che sono necessarie ulteriori ricerche per valutare il loro ruolo come potenziali controllori dei parassiti».

I ricercatori spagnoli e italiani hanno scoperto e documentato per la prima volta la predazione del punteruolo rosso da parte di nuovi “controllori”:  due sottospecie di averla meridionale

Nel 2009, durante un’ispezione per il programma di controllo ed eradicazione del punteruolo rosso, nella Finca San Martin a El Cotiglio, a nord di Fuerteventura nelle Canarie, è stata trovata una femmina di Rhynchophorus ferrugineus impalata su una spina di palma delle Canarie. Nell’area il punteruolo rosso aveva attaccato solo 19 palme sulle 448 presenti. Nei giorni seguente sono stati notati alcuni esemplari di averla meridionale adulti appollaiati su delle ginestre scorpione (Genista scorpius), alla base delle quali sono stati ritrovati resti di scarafaggi e alcune ossa di vertebrati.

Un’altra femmina di coleottero rosso è stata trovata impalata il 24 gennaio 2018, durante una ricerca sul campo, a Qassim, in Arabia Saudita, in una piccola fattoria di palme da datteri infestata dal coleottero rosso, Nelle vicinanze c’erano alcuni adulti di averla meridionale di Aucher (Lanius meridionalis aucheri) appollaiati su delle acacie. L’averla meridionale di Aucher è facilmente riconoscibile dalle altre specie di averle perché è l’unica presente a Qassim in inverno e si distingue dalla pallidirostris  perché ha una maschera facciale nera più marcata e un becco più chiaro rispetto all’Averla maggiore meridionale (Lanius meridionalis)

Si sa abbastanza poco di cosa si cibino in realtà questi uccelli impalatori, le informazioni disponibili si limitano a quelle raccolte in Israele e in Spagna e Francia. I ricercatori dicono che nelle Canarie, la dieta delle averle meridionali «E’ rappresentata principalmente dai coleotteri (Curculionidae e Tenebrionidae) e da lucertole e il resto è costituito da altri artropodi e vertebrati (Padillaet al., 2005). I coleotteri sono segnalati nella dieta in tutte le stagioni a seconda della loro disponibilità, con i Curculionidi selezionati tutto l’anno e i Tenebrionidi solo nei mesi caldi. Inoltre, la sottospecie endemica delle Canarie può catturare sia sul terreno che sulle piante.

Il team di ricerca ispano-italiano spiega ancora: «L’abitudine di impalare la preda su spine o altri oggetti appuntiti è un comportamento peculiare delle averle e attesta il presenza di questi uccelli in una certa area. da questi uccelli possono essere usati molti tipi di spine per impalare le prede» e nei due casi illustrati nello studio per impalare i punteruoli rossi le averle hanno utilizzato direttamente le spine di palma. Le spine di palma vengono utilizzate dalle averle che vivono nel nord Africa per impalare i datteri maturi, così come le lucertole in Quatar. Gli insetti vengono solitamente impalati nel torace e possono rimanere in vita per molto tempo. Le averle non si cibano immediatamente di tutte le loro prede, in particolare dei vertebrati e degli insetti tossici e l’impalameno del punteruolo rosso «potrebbe avere diverse funzioni (ad esempio approvvigionamento di cibo, attrarre un compagno durante la stagione riproduttiva) ma questo aspetto deve essere esplorato attraverso ulteriori ricerche», dicono i ricercatori..

Recenti studi hanno evidenziato l’importante ruolo degli uccelli insettivori per tenere sotto controllo i parassiti in diversi agroecosistemi e il team di ricerca ispano-italiano ricorda che «L’utilizzo di uccelli predatori come valida alternativa ai pesticidi o altri composti chimici per controllare gli insetti infestanti non è una novità».

Nel 2011 a Sulawesi, in Indonesia, è stata introdotta l’averla dalla coda lunga o averla dorso rossiccio (Lanius schach) come agente di controllo biologico della cavalletta Sexava nubile e dopo 10 mesi questi uccelli predatori hanno ridotto fortemente la presenza degli insetti infestanti e i danni che producono alle foglie.

Visto che lo studio si basa su solo due casi registrati, «una ricerca specifica per esplorare ulteriormente questa ipotesi, possibilmente utilizzando anche strumenti molecular-based, al fine di esplorare la variabilità della dieta tra le specie di averle raccogliendo campioni (ad esempio feci o pellet) nei siti di appollaiamento Galimberti et al., 2016)». I ricercatori concludono: «Infatti, se la capacità predatoria delle Averle meridionali nei confronti del punteruolo rosso venisse confermata, potrebbero essere concepiti possibili utilizzi futuri di questi uccelli in una strategia di controllo biologico. Nelle aree in cui è già presente l’averla meridionale, come nei casi citati, potrebbe essere utilizzate entrambe o come componente di un programma di controllo integrato e da sola come misura di controllo».