Disastro minerario del Rio Doce: il ripristino del bacino dipende da un approccio territoriale integrato dalla sorgente al mare

A più di 5 anni dalla “Fukushima mineraria” del Brasile, il Rio Doce Panel analizza la qualità dell'acqua e la situazione della biodiversità e fornisce indicazioni per il loro ripristino

[21 Aprile 2021]

Il nuovo rapporto “Abordagens fonte-mar e de paisagem : integração da qualidade da água e conservação da biodiversidade na restauração da bacia do Rio Doce” pubblicato dal Rio Doce Panel raccomanda «L’adozione di un approccio più integrato per l’intero spartiacque del Rio Doce – dalla sorgente del fiume all’oceano – per ripristinarne la biodiversità e la qualità dell’acqua influenzata dal crollo della diga degli sterili di Fundão del 2015», il più grande disastro minerario del Brasile, e probabilmente del mondo,  che nel novembre 2015, provocò molte vittime e l’inquinamento in un’area vastissima.

Il rapporto esamina lo stato attuale della qualità dell’acqua e della biodiversità nel bacino del Rio Doce, fornendo dati e informazioni sulla qualità chimica e biologica dell’acqua e una panoramica della biodiversità terrestre, d’acqua dolce e marina. Il gruppo di esperti scientifici raccomanda che la Fundação Renova, l’ente responsabile dell’attuazione dei programmi di ripristino del bacino, «Adotti misure che contribuiscono a una migliore comprensione delle loro interazioni e della conservazione e del recupero a lungo termine della regione».

Convocato e gestito dall’International Union for Conservation of Nature (Iucn) dopo la “Fukushima mineraria” di Mariana, nello Stato Brasiliano del Minas Gerais, il Rio Doce Panel comprende esperti nazionali e internazionali che riuniscono diverse competenze tecniche, qualifiche accademiche e conoscenze locali. Tra loro c’è la principale autrice del rapporto, la brasiliana Maria Cecília Wey de Brito, esperta in gestione del territorio e della biodiversità con esperienza nelle aree prioritarie della biodiversità e attività sostenibile per le aree protette,  che spiega: «Nel rapporto, il gruppo di esperti scientifici cerca di affrontare le problematiche della qualità dell’acqua e della conservazione della biodiversità e di come le parti interessate possono integrare e dare la priorità a questi elementi vitali come parte del processo di ripristino. Non c’è modo di guardare il fiume senza guardare tutti i suoi elementi, relazioni e a dove scorre».

L’analisi del panel di esperti scientifici rileva che «Nonostante i miglioramenti registrati, la qualità dell’acqua in diverse aree dello spartiacque del Rio Doce e i sedimenti nelle aree dell’estuario destano preoccupazioni. Gli studi dimostrano che le condizioni attuali sono ancora in grado di influenzare la ricchezza e la diversità del biota acquatico rispetto alle aree su cui gli sterili non hanno avuto alcun impatto».

Il Rio Doce Panel sottolinea che «Le azioni correttive della Fundação Renova devono prendere in considerazione l’intero areale del bacino, compresi i suoi delta, estuari, zone costiere e l’oceano aperto. È inoltre fondamentale tenere in considerazione i processi che avvengono lungo l’asta fluviale e riflettere sulle caratteristiche sociali, economiche, culturali e ambientali dell’intero bacino. Ampliare la comprensione delle diverse interazioni tra la qualità dell’acqua e la biodiversità aiuterebbe a identificare e dare la priorità ai problemi più critici. Inoltre, indirizzerebbe meglio gli sforzi e gli investimenti a medio e lungo termine, apportando benefici immediati per lo sviluppo economico sostenibile e il ripristino degli ecosistemi».

Secondo uno degli autori del rapporto, Francisco Barbosa, specialista in ecologia e limnologia dell’acqua dolce, «La proposta di adozione di approcci dalla sorgente al mare e al territorio trasformerà i dati raccolti in azioni concrete. Sebbene la Fundação Renova abbia raccolto molte informazioni, è impossibile analizzarle tutte in una volta. Tuttavia, l’utilizzo di un approccio dalla sorgente al mare, integrato con una visione del territorio, può aiutare la regione a stabilire le sue priorità di ripristino».

Il panel di esperti ha presentato una revisione degli approcci integrati già adottati dalla Fundação Renova con azioni correttive che inseriscono alcuni aspetti degli approcci dalla fonte al mare e territoriali e chiede di ampliarli in modo non frammentato, per garantire una maggiore resilienza e sostenibilità ripristino a lungo termine.

In pratica, il rapporto del Rio Doce Panel propone «Un coordinamento aggiuntivo tra i 42 programmi stabiliti nell’ambito dell’accordo legale TTAC in modo che i risultati abbiano un impatto positivo sull’intero ecosistema. Ad esempio, il ripristino di sorgenti e foreste, impianti di trattamento delle acque e delle acque reflue e il rafforzamento delle aree protette potrebbero portare a risultati migliori se le misure fossero collegate e ampliate in termini spaziali. Inoltre, l’approccio territoriale può promuovere, ad esempio, i mezzi di sussistenza, la gestione del bestiame e della pesca. Questo processo richiede il coinvolgimento dei comitati del bacino del Rio Doce, oltre ad altri attori legati a questi problemi. Insieme, possono identificare sinergie e possibili conflitti e negoziare meglio gli utilizzi complementari dell’acqua».

La presidente del Rio Doce Panel, la ex ministro dell’ambiente dell’Ecuador ed ex presidente dell’Iucn Yolanda Kakabadse, conclude: «La transizione verso un approccio combinato sorgente-mare e territorio richiede obiettivi chiari, partecipazione, collaborazione e gestione della capacità adattativa. L’approccio dalla sorgente al mare fornisce un filo conduttore per l’intero bacino del Rio Doce che riconosce le interconnessioni tra ecosistemi sani e persone sane. Poiché lo spartiacque copre un’area così ampia e diversificata, richiede un approccio di gestione più integrato, e la struttura dalla sorgente al mare è il punto di partenza per garantire che lo spartiacque ritorni a uno stato più sano e più sostenibile rispetto a prima del disastro».