Dopo il dieselgate la normativa Ue sulle emissioni è migliorata, ma «permangono problemi»

Corte dei conti europea: impatto maggiore se fosse stato adottato il limite di 128 mg/km invece di 168 mg/km

[7 Febbraio 2019]

La Corte dei conti europea ha pubblicato il Documento di riflessione “La risposta dell’UE allo scandalo dieselgate” dal quale emerge che «dopo lo scandalo detto dieselgate la normativa Ue in materia di emissioni dei veicoli è migliorata, ma permangono problemi». La Corte, pur accogliendo con favore i miglioramenti apportati alla vigilanza del mercato, sottolinea che «L’efficacia di quest’ultima dipende dall’applicazione da parte degli Stati membri» e avverte che «I produttori potrebbero trovare il modo di aggirare i nuovi sistemi di test introdotti e che la possibilità di test condotti da terzi indipendenti potrebbe rivelarsi limitata, a causa degli ingenti costi»

La Corte dei conti europea ricorda che «Nel 2015, le discrepanze tra le emissioni dei veicoli registrate in laboratorio e quelle su strada sono state messe sotto i riflettori dallo scandalo detto dieselgate, che ha rivelato che alcuni produttori automobilistici utilizzavano “impianti di manipolazione” per generare emissioni significativamente minori durante le prove ufficiali rispetto a quelle in condizioni di guida normali. Il dieselgate ha spinto l’Ue ad accelerare iniziative legislative già in corso o ad intraprendere nuove misure. Il Parlamento europeo ha condotto un’inchiesta sulle misurazioni delle emissioni e la Commissione europea ha annunciato progetti per migliorare i dati disponibili sui test concernenti le emissioni dei veicoli, dati che sono limitati, frammentari e di non facile accesso».

L’Unione europea ha apportato molte modifiche ai controlli sulle emissioni dei veicoli : la Commissione Ue può adesso esaminare il lavoro delle autorità nazionali di omologazione, testare essa stessa i veicoli, revocare o sospendere le omologazioni e comminare sanzioni; l’effettuazione di prove sui veicoli in circolazione è adesso obbligatoria negli Stati membri dell’UE e dette prove possono essere effettuate anche da terzi interessati; sono state introdotte nuove prove per colmare l’ampio divario tra i livelli di emissione di CO2 (biossido di carbonio) misurati in laboratorio e quelli misurati su strada, nonché per misurare le emissioni di NOX (ossido di azoto).

Ma la Corte dei conti fa notare: «Dato che molte delle nuove norme non sono ancora pienamente vigenti, è prematuro valutare se i problemi siano stati risolti» e sottolinea «una serie di problemi che il nuovo sistema di prove si trova ad affrontare».

Samo Jereb, responsabile del documento di riflessione della Corte dei conti europea evidenzia che «La Corte accoglie con favore il fatto che sono state prese misure, ma potrebbero essere necessari molti anni per migliorare la qualità dell’aria dei centri urbani, dato l’elevato numero di autovetture altamente inquinanti ancora in circolazione. Sebbene siano stati richiamati finora oltre 10 milioni di veicoli, i limitati dati disponibili indicano che l’impatto sulle emissioni di NOx è stato modesto».

Anche se il nuovo test sulle emissioni di NOx ha portato ad una loro significativa riduzione nelle nuove auto diesel, la Corte duice che «L’impatto avrebbe potuto essere ancora maggiore se fosse stato adottato il limite massimo temporaneo di 128 mg/km inizialmente proposto invece di quello di 168 mg/km».

La Corte ritiene che «ci vorrà del tempo affinché i miglioramenti si manifestino» ed ha individuato una serie di problematiche: «L’efficacia della vigilanza del mercato dipenderà dall’attuazione di quest’ultima da parte degli Stati membri; Sebbene la normativa preveda un miglior monitoraggio del divario tra i dati di laboratorio e le emissioni di CO2/NOX su strada, i produttori potrebbero trovare nuovi modi di adattare le emissioni dei propri veicoli durante le prove; L’effettuazione di prove da parte di terzi indipendenti, di recente introduzione, potrebbe rivelarsi limitata a causa dei suoi ingenti costi».