Funghi e batteri a cavallo dell’inquinamento atmosferico: partito lo studio sul PM10

Arpa Lazion e Iret-Cnr insieme per studiare il microbioma aerodisperso associato al particolato atmosferico sul territorio romano

[1 Ottobre 2020]

Il particolato atmosferico (PM) è ormai ampiamente riconosciuto come uno degli inquinanti più pericolosi per la salute umana nelle città: gli ultimi dati messi in fila dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) mostrano che, da solo, il particolato fine (PM2,5) ha causato circa 412.000 morti premature in 41 paesi europei nel 2016, 58.600 delle quali in Italia.

Ma il particolato potrebbe avere anche impatti indiretti sulla salute umana attraverso il microbioma aerodisperso, ossia i microrganismi presenti nell’aria. Un aspetto tuttora poco chiaro – nei mesi scorsi ad esempio una ricerca italiana mostrò di aver trovato tracce di Rna del Sars-Cov-2 nel PM10, sebbene questo non basti a indicare una nuova via di contagio da Covid-19 – che adesso una ricerca congiunta tra Arpa Lazio e Iret-Cnr ha preso ad indagare.

Nell’ambito del progetto “Biogenic characteristics of microparticles in big cities: structure of microbial community pathogenicity and driving factor – Microair”, la collaborazione tra l’Agenzia regionale e l’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Cnr studierà il microbioma aerodisperso associato al particolato atmosferico sul territorio romano.

«Negli ultimi mesi – sottolineano dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) – l’attenzione è stata posta sempre più sulla frazione biogenica collegata al PM, e quindi su batteri, virus, funghi e pollini presenti nell’aria: comprendere le dinamiche temporali della diversità tassonomica e funzionale dei microrganismi nell’aria urbana, specialmente durante gli eventi di smog, aiuterà a comprendere meglio le potenziali conseguenze sulla salute umana. Il progetto, della durata di due anni, è focalizzato sulla valutazione e caratterizzazione chimico-fisica del particolato atmosferico (PM10) e del microbioma aerodisperso associato, con particolare riferimento a funghi e batteri. Il principale obiettivo è la valutazione del microbioma in funzione di condizioni climatiche, variazioni metereologiche stagionali e esposizione a diverse condizioni di emissione di PM10».