Glifosate, in Toscana in un solo anno vendute 100 tonnellate dell’erbicida probabile cancerogeno

[17 Aprile 2015]

Nel mese di marzo, 17 esperti provenienti da 11 paesi si sono incontrati presso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS (IARC, Lione, Francia) per valutare la cancerogenicitàdei pesticidi organofosforici: tetraclorvinfos, parathion, malathion, diazinone e glifosate; le loro valutazioni sono state diffuse dall’OMS, in attesa della pubblicazione del http://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045%2815%2970134-8/abstract Volume 112 delle Monografie IARC, che conterrà il lavoro fatto in dettaglio.

Gli insetticidi tetraclorvinfos e parathion sono stati classificati come “possibili cancerogeni” per l’uomo (gruppo 2B), sulla base di evidenze di cancerogenicità negli animali da laboratorio, gli insetticidi malathion e diazinone e l’erbicida glifosate, sono stati classificati come “probabili cancerogeni” per l’uomo (gruppo 2A).

Per l’insetticida malathion, vi è limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo per linfoma non-Hodgkin e cancro alla prostata, derivante da studi, pubblicati a partire dal 2001, sull’esposizione in agricoltura negli Stati Uniti, in Canada e in Svezia. Il malathion inoltre causa tumori nei roditori, provoca danni al DNA e ai cromosomi, nonché a livello ormonale.

Anche per l’insetticida diazinone vi è limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo per linfoma non-Hodgkin e cancro ai polmoni. Parimenti, l’evidenza nell’uomo proviene da studi, pubblicati a partire dal 2001, condotti sull’esposizione in agricoltura negli Stati Uniti e in Canada. La classificazione del diazinone nel Gruppo 2A deriva dal fatto che è accertato che provochi lesioni al DNA o danni cromosomici.

Infine per l’erbicida glifosate vi è limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo per linfoma non-Hodgkin, derivante da studi condotti sull’esposizione soprattutto in agricoltura negli Stati Uniti, in Canada, in Svezia. Inoltre, vi sono prove convincenti che il glifosate può anche causare il cancro negli animali da laboratorio

Ad oggi, rispetto a questi pesticidi, risulta che l’uso del tetraclorvinfos è vietato nell’Unione europea, mentre negli Stati Uniti continua ad essere utilizzato sul bestiame e per gli animali da compagnia (anche in collari antipulci). Dal 1980 l’uso del parathion è stato molto ristretto e nel 2003 sono stati vietati anche gli usi fin allora autorizzati in Unione europea (quindi anche in Italia) e negli Stati Uniti. Il malathion è attualmente utilizzato in agricoltura, in sanità pubblica e nel controllo degli insetti nelle zone residenziali, ma in Italia il suo uso in agricoltura è revocato da alcuni anni. Continua ad essere prodotto in volumi consistenti di tutto il mondo, pertanto chi lavora nei comparti sopraccitati può essere esposto durante l’uso dell’insetticida, ma l’esposizione della popolazione è bassa e avviene principalmente attraverso la dieta, l’uso domestico e l’abitare nei pressi di aree irrorate. Anche il diazinone è stato usato in agricoltura e per il controllo degli insetti nelle abitazioni e giardini, ma i volumi di produzione sono sempre stati relativamente bassi e in costante diminuzione, dopo che Stati Uniti e l’Unione Europea hanno imposto delle restrizioni al suo uso (2006) fino al suo abbandono, almeno in Italia.
Attualmente il glifosate ha il più alto volume di produzione mondiale fra tutti gli erbicidi perché il suo utilizzo è andato aumentando di pari passo con lo sviluppo di colture che sono state geneticamente modificate per renderle resistenti al glifosate stesso. Un solo dato: in Toscana (dati 2012) è la sostanza attiva più venduta (oltre 100 tonnellate) per uso agricolo dopo lo zolfo.
É utilizzato anche nella selvicoltura e per uso domestico; come per il malathion l’esposizione della popolazione è bassa e avviene principalmente attraverso la dieta, l’uso domestico e l’abitare nei pressi di aree irrorate.

Le valutazioni IARC si basano su una revisione completa della letteratura scientifica pubblicata, secondo una metodologia consolidata. In base ai risultati di tali valutazioni, la responsabilità di emanare regolamenti, leggi o interventi di sanità pubblica rimane in capo ai singoli governi e altre organizzazioni internazionali, ai fini della tutela delle popolazioni, dei lavoratori e dell’ambiente.

di Arpat