Mare Monstrum, nelle Marche 4,3 reati per ogni chilometro di costa

Goletta Verde: fiumi, fossi e torrenti continuano ad inquinare il mare marchigiano

Su 12 punti ben 9 fortemente inquinati. Scarsa informazione ai bagnanti

[6 Agosto 2016]

Dal bilancio del monitoraggio effettuato da Goletta Verde tra il 29 e il 30 luglio 2016 lungo le coste delle Marche emerge che «La minaccia della mancata depurazione pesa come un macigno sulle Marche: su dodici punti monitorati da Goletta Verde ben nove, il 75%, presentavano cariche batteriche elevate con valori almeno del doppio rispetto ai limiti imposti dalla legge, con un giudizio di fortemente inquinati».

Nel mirino degli ambientalisti ci sono sempre foci di fiumi, fossi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati e anche par le marche Legambiente chiede a «Regione e amministrazioni comunali, sia dei centri costieri che dell’entroterra, di attivarsi immediatamente per risolvere inefficienze denunciate da anni, per non compromettere una delle principali risorse di questo territorio».

Ecco in dettaglio delle analisi di Goletta Verde:

Sono stati giudicati fortemente inquinati entrambi i punti campionati in provincia di Ascoli Piceno: alla foce del torrente Albula a San Benedetto del Tronto e alla foce del torrente Tesino a Grottammare.

Dei tre campionamenti eseguiti in provincia di Fermo, è risultato fortemente inquinato quello prelevato alla foce del torrente Valloscura, al lido di Fermo, al confine tra i comuni di Porto San Giorgio e Fermo. Cariche batteriche entro i limiti di legge in quelli eseguiti alla spiaggia in corrispondenza del fosso San Biagio a Marina di Altidona e alla spiaggia in corrispondenza del fosso Fonteserpe a Porto Sant’Elpidio.

In provincia di Macerata fortemente inquinato il giudizio per il prelievo alla foce del fosso Asola tra Civitanova Marche e Potenza Picena. Stesso giudizio per la foce del fiume Musone, al confine tra Porto Recanati e Numana, nonché confine tra le province di Macerata e Ancona. Passando a quest’ultima provincia, l’unico campionamento per i quale gli inquinanti erano contenuti nei limiti di legge è stato quello alla spiaggia Ponte Rosso, presso il lungomare Alighieri a Senigallia. Fortemente inquinate invece le acque prelevate alla foce del canale presso la Stazione Torrette di Ancona e alla foce del fiume Esino a Rocca Priora di Falconara Marittima.

Fortemente inquinati anche i due campionamenti eseguiti in provincia di Pesaro Urbino: alla foce del torrente Arzilla a Fano e alla foce del fiume Foglia a Pesaro.

A puntare il dito contro l’inefficienza del sistema depurativo marchigiano è stata anche l’Unione europea: la nuova procedura di infrazione contro l’Italia (2014/2059) coinvolge, infatti, anche 46 agglomerati urbani marchigiani nei quali sono state riscontrate “anomalie” circa il trattamento dei reflui. Problemi che non riguardano solo i comuni costieri ma anche quelli dell’entroterra. Inoltre gli agglomerati di Pesaro Urbino sono stati già oggetto di una condanna da parte dell’Europa per una precedente procedura d’infrazione conclusasi nel 2013 (C-85/13). A pagare, come sempre, saranno i cittadini: secondo il rapporto della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche, voluta dal Governo, la multa in arrivo per le Marche sarà di circa 11 milioni di euro.

I pericoli al mare e alle coste marchigiane non arrivano solo dalla scarsa depurazione, come confermano i dati del dossier Mare Monstrum di Legambiente. I reati ai danni del mare che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato nelle Marche nel corso del 2015 sono stati 743 (in crescita rispetto ai 495 dell’anno precedente) con 715 persone arrestate e denunciate e 158 sequestri: in pratica 4,3 reati per ogni chilometro di costa. A fare la parte del leone i reati relativi alla pesca di frodo dove le forze dell’ordine hanno scoperto 275 infrazioni (con 255 persone denunciate e arrestate e 70 sequestri). A seguire le infrazioni relative alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state 212 (con 204 persone denunciate e 98 sequestri) e quelle legate al ciclo del cemento, con 141 infrazioni accertate, altrettante persone denunciate e 13 sequestri. Infine, i reati relativi alla navigazione fuorilegge: 115 i reati contestati, con altrettante persone denunciate.

La presidente di Legambiente Marche, Francesca Pulcini, sottolinea: «Ci sarebbe piaciuto raccontare qualcosa di diverso dal solito, ma purtroppo l’immobilismo delle istituzioni sul fronte della depurazione non ha fatto registrare novità di rilievo sul fronte della tutela del mare marchigiano e i nostri punti lo dimostrano.  Al centro del problema ancora una volta le foci di fiumi, fossi e torrenti. In cinque punti risultati fortemente inquinati, inoltre, è potenzialmente alta la frequenza dei bagnanti e, di conseguenza, la carica batterica che arriva in mare rappresenta non solo un problema ambientale ma anche un rischio per la salute umana».

Eppure, nonostante da due anni sia scattato l’obbligo per i Comuni di apporre pannelli informativi circa la qualità delle acque, i tecnici di Goletta Verde hanno riscontrato la presenza di cartelli in un solo caso rispetto ai 12 punti campionati. Anche quelli di divieto di balneazione mancano: in nessuno dei cinque punti dove non vengono eseguiti campionamenti da parte delle autorità competenti o risultano non conformi alla balneazione sono presenti cartelli.

La Pulcini conclude:«Chiediamo quindi alla Regione Marche di vigilare sulla corretta informazione ai bagnanti e dimostrare, proprio a partire dall’emergenza depurativa, una nuova visione di sviluppo per questo territorio, attento alle sue risorse e che punti sulla sostenibilità ambientale per rilanciare l’economia».