Goletta Verde: in Sicilia e Calabria depurazione ancora nel caos

In Sicilia 17 punti su 26 “fortemente inquinati”, in Calabria 18 su 24

[20 Luglio 2016]

La mancata depurazione continua a essere una delle maggiori minacce per il mare della Sicilia e della Calabria.  In Sicilia sui 26 punti monitorati da Goletta Verde 17 presentavano cariche batteriche elevate, in Calabria va anche peggio: su 24 punti monitorati da Goletta Verde,  ben 18 risultano inquinati e in entrambe le regioni si tratta di dati che arrivano anche a più del doppio dei limiti imposti dalla normativa. Nel mirino ci sono sempre canali, foci di fiumi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati.

«Una situazione non più tollerabile – dicono a Legambiente –  che rischia di compromettere non solo le bellezze naturali di queste regioni, ma la stessa economia turistica. I fondi disponibili ci sono e non sono stati quasi per nulla utilizzati, per questo chiediamo alle Regioni  e ai comuni, sia costieri che dell’entroterra, di fare fronte comune per risolvere finalmente l’emergenza depurativa di queste terre». Criticità che si ritrovano anche nel quadro delineato dall’ultima procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia che riguarda anche 130 agglomerati calabresi, il 62% del totale regionale, per un totale di circa 1,3 milioni di abitanti equivalenti (ovvero il 36%). In Sicilia sono 137 gli agglomerati urbani nei quali l’Ue ha riscontrato “anomalie” sul trattamento dei reflui, ai quali bisogna aggiungere i 67 già interessati da precedenti condanne da parte dell’Ue,  arrivando così a una percentuale del 72,6% degli agglomerati urbani finiti in infrazione o condannati rispetto al totale regionale. Condanne e procedure che potrebbero costare alle due regioni e all’Iatlia multe per decine e decine di milioni di euro.

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, sottolinea che «Le tante segnalazioni che ci arrivano dai cittadini dimostrano che la situazione in tante aree dell’isola è diventata insostenibile, con scarichi che durante tutto l’anno finiscono in mare e rischiano di compromettere ulteriormente la già difficile situazione in cui versa la nostra economia. Sulla sostenibilità ambientale, sulla qualità del mare e delle coste, si gioca una scommessa che la Sicilia deve assolutamente vincere se si vuole garantire un reale futuro ai nostri territori. Purtroppo fino ad ora nessuno dei governi regionali che si sono succeduti hanno affrontato quella che a nostro avviso rappresenta una priorità per il rilancio ambientale ed economico di questa terra. Il paradosso è che sul fronte della depurazione i fondi erano disponibili, ma non si è stati in grado fino ad ora a spenderli. È tempo che il Governo regionale affronti finalmente questa emergenza con determinazione e costanza».

Luigi Sabatini, direttore di Legambiente Calabria, evidenzia che «I soldi per risolvere queste criticità erano già pronti, ma come spesso accade a mancare all’appello sono stati progetti concreti e immediatamente realizzabili a cui destinare i fondi. Gli stessi amministratori hanno ammesso che il problema depurativo è una criticità che probabilmente è alla base del forte decremento delle presenze turistiche registrato nella nostra regione. E i problemi purtroppo sembrano non mancare neanche durante quest’estate, come si evince dai numerosi casi segnalati da bagnanti e turisti alle amministrazioni competenti e alla stessa Goletta Verde e dalle recenti proteste dei cittadini, a Nicotera su tutti. È necessario portare a termine la vera grande opera pubblica di cui necessita la Calabria: l’attento monitoraggio degli impianti di depurazione esistenti, il loro corretto funzionamento e un programma di interventi di efficientamento e adeguamento che permetterebbe una volta per tutte di uscire dall’emergenza depurativa che rischia di compromettere irrimediabilmente una delle maggiori risorse di questo territorio».

Sia in Sicilia che in Calabria cartellonistica con le informazioni ai bagnanti è praticamente inesistente, «Nonostante da due anni sia scattato l’obbligo per i Comuni di apporre pannelli informativi, secondo uno specifico format europeo, dove siano riportate tutte le informazioni circa qualità delle acque che prende in considerazione la media dei prelievi degli ultimi quattro anni (classi: eccellente, buona, sufficiente, scarsa), i dati degli ultimi prelievi e le possibili criticità della spiaggia stessa. I tecnici di Goletta Verde non hanno riscontrato la presenza di cartelli in nessuno dei punti campionati. Anche quelli di divieto di balneazione mancano: presenti solo in un caso rispetto ai punti dove non vengono eseguiti campionamenti da parte delle autorità competenti o risultano non conformi alla balneazione, ma non rispettava in ogni caso il format di legge previsto».

 

Ecco in dettaglio i dati delle analisi di Goletta Verde:

Sicilia: In provincia di Messina è risultato fortemente inquinato il prelievo effettuato alla foce del torrente (o Patrì) in località Cantone. Nessuna anomalia, invece, riscontrata nel campione prelevato a Giardini Naxos, nel quartiere San Giovanni, alla spiaggia di via IV Novembre.

Fortemente inquinato, invece, il campionamento effettuato alla foce del fiume Alcantara, in località San Marco, che segna il confine tra Calatabiano e Giardini Naxos, quindi tra le province di Messina e Catania. In quest’ultima provincia, invece, è risultato fortemente inquinato il campionamento allo sbocco dello scarico fognario all’inizio del Lungomare Galatea, mentre è risultato nella norma quello alla spiaggia libera a Lidi Playa a Catania.

Giudizio di fortemente inquinato anche per il prelievo alla foce del canale Grimaldi, al Porto Grande – zona Pantarelli di Siracusa.

Dei dieci campionamenti effettuati in provincia di Palermo, cinque sono stati giudicati “fortemente inquinati”: quello alla spiaggia tra Capitaneria e vecchio oleificio al porto di Termini Imerese; al piano Stenditore lungomare in località Ponticello a Santa Flavia; alla spiaggia tra la chiesa e l’ospedale Buccheri La Ferla in località Bandita di Palermo; alla foce Nocella, in contrada San Cataldo, tra Terrasini e Trappeto; allo scarico fognatura di Terrasini, nei pressi della diga foranea del porto; allo sbocco dello scarico di fronte corso Mattarella a Villa Grazia di Carini; allo sbocco del depuratore presso la foce del torrente Chiachea, sempre a Carini e alla foce del torrente Pinto a Trappeto. Nei limiti, invece, gli inquinanti registrati a Sferracavallo a Palermo (in via Barracello, di fronte alla pompa di sollevamento) e in località Aspra a Gallodoro (effettuato di fronte al tubo di scarico). Quest’ultimo punto, va specificato, è stato segnalato più volte dai cittadini per la presenza di presunti scarichi in mare. Attualmente vige ancora un divieto temporaneo di balneazione emanato dal sindaco. Anche se nel prelievo di Goletta Verde –  che ribadiamo essere puntuale e che fotografa la situazione di quel determinato momento – non sono state riscontrate cariche batteriche oltre la soglia consentita dalla legge, chiediamo al sindaco di attivarsi con l’Arpa Sicilia affinché vengano al più presto resi pubblici i risultati dei campionamenti eseguiti.

Due campionamenti “fortemente inquinati” anche in provincia di Trapani, rispetto ai quattro monitorati: alla foce del canale nei pressi dello scarico del depuratore nella frazione di Marinella di Selinunte a Castelvetrano e alla foce del fiume Delia a Mazara del Vallo (Lungomare di Levante, foce Arena). Nei limiti, invece, quelli eseguiti alla spiaggia libera di via Florio a Marsala e sulla spiaggia in corrispondenza del tubo di scarico in località Sanguigno di Custonaci. Anche su questo punto è necessario un approfondimento. Nel corso degli ultimi mesi l’area è stata continuamente oggetto di scarichi di sostanze sospette, documentati e denunciati dal locale circolo di Legambiente e segnalati in più occasioni da cittadini e turisti, dovuti probabilmente a guasti o rotture della condotta del depuratore. È evidente, dunque, che esiste una situazione di criticità che va al di là del prelievo effettuato dai tecnici di Goletta Verde (che lo scorso anno giudicarono il punto “fortemente inquinato”). Non ci può però sempre affidare alla buona sorte e per questo chiediamo al sindaco di attivarsi per individuare le anomalie presenti nell’area e di risolverle al più presto.

A Gela (provincia di Caltanissetta) fortemente inquinato il prelievo alla foce del fiume Gattano, in località Macchitella.

Infine, due punti giudicati fortemente inquinati in provincia di Agrigento, rispetto ai quattro monitorati: spiaggia, a valle del depuratore (??) a Licata e alla foce del torrente Canzalamone in località Stazzone di Sciacca. Entro i limiti quelli alla spiaggia in corrispondenza del torrente Re a Porto Empedocle e alla spiaggia in corrispondenza di un canale a Realmonte (località Villa Romana).

Calabria: In provincia di Reggio Calabria dei sei punti monitorati soltanto uno presentava cariche batteriche contenute nei limiti di legge (quello alla spiaggia in corrispondenza di piazza Porto Salvo a Melito di Porto Salvo). Giudizio di fortemente inquinato, invece, per i prelievi effettuati alla foce del canale Fiumarella a Brancaleone, alla foce del torrente Caserta nei pressi del lido comunale a Reggio Calabria; allo scarico presso il lungomare Cenide di Villa San Giovanni; alla foce del fiume Mesima a San Ferdinando. Inquinato invece il giudizio per quello alla foce del fiume Petrace a Gioia Tauro.

Situazione simile in provincia di Vibo Valentia, dove sono risultati fortemente inquinati cinque dei sei campionamenti: alla foce del fiume Angitola in località Calamaio a Pizzo; alla foce del fosso Sant’Anna a Bivona di Vibo Marina; alla foce del torrente Murria a Briatico; alla foce del torrente Ruffa a Ricadi e alla foce del torrente Britto a Marina di Nicotera. Seppure quest’ultimo punto non coincide con la spiaggia che nei giorni scorsi finì sotto l’attenzione dell’opinione pubblica a causa delle vibrate proteste dei cittadini di Nicotera, Legambiente chiede all’amministrazione e all’Arpa Calabria di proseguire negli approfondimenti delle possibili situazioni di rischio per la salute dei bagnanti.

Entro i limiti, invece, quello presso la spiaggia in corrispondenza della foce del torrente Arbona, quest’anno in secca, nella frazione di Santa Domenica di Ricadi.

Cinque i punti campionati anche in provincia di Cosenza, di cui tre fortemente inquinati: alla foce del fiume Noce a Tortora; alla foce del fiume Parise a Bonifati; alla foce del canale sulla spiaggia di Villapiana Lido all’altezza di via Graziano. Nei limiti di legge gli altri due campionamenti alla foce del fiume Lao a Scalea e alla spiaggia libera tra Diamante e Belvedere marittimo all’altezza del depuratore.

Tre i punti campionati in provincia di Catanzaro: per due di questi è stato evidenziato un carico inquinante superiore a quello consentito: giudizio di fortemente inquinato per quello alla foce del torrente Zinnavo a Lamezia Terme e di inquinato per quello alla foce del torrente Tridattoli a Capo Suvero di Gizzerìa. Entro i limiti, quello alla spiaggia di Caminia a Stalettì.

Quattro, infine, i prelievi effettuati in provincia di Crotone, tre dei quali con cariche batteriche oltre i limiti: fortemente inquinati quelli alla foce del fiume Neto tra Strongoli e Crotone e in prossimità del canale sulla spiaggia in località Le Castella di Isola di Capo Rizzuto, zona quest’ultima che vede un’altissima presenza di bagnanti. Inquinato quello alla foce del fiume nei pressi di via Conchiglie a Crotone. Nella norma l’altro prelievo effettuato a Isola di Capo Rizzato, presso la spiaggia Marinella.