Inalatori ecologici per ridurre l’impronta di carbonio dell’asma

Gli inalatori a dose misurata contengono un potente gas serra e hanno un impatto come quello di mangiare carne

[30 Ottobre 2019]

Secondo i ricercatori britannici, «Molte persone con asma potrebbero ridurre la loro impronta di carbonio e contribuire a salvare l’ambiente passando a farmaci “più ecologici”» e gli inalatori green avrebbero un impatto “eco” grande quanto diventare vegetariano o diventare un riciclatore compulsivo».

Il problema di alcuni inalatori tradizionali è che rilasciano gas serra legati al riscaldamento globale. Ma lo studio “Costs of switching to low global warming potential inhalers. An economic and carbon footprint analysis of NHS prescription data in England”, pubblicato su BMJ Open da un team britannico guidato dall’università di Cambridge, sottolinea anche che prima di cambiare farmaco i pazienti devono consultare un medico. Infatti: «Alcuni pazienti non saranno in grado di cambiare inalatore e non dovrebbero sentirsi in colpa».

Solo nel Regno Unito ci sono più di 5 milioni di persone con l’asma e lo studio ha esaminato l’impatto ambientale dei diversi farmaci per inalatori prescritti ai pazienti dal Servizio sanitario nazionale (NHS) in Inghilterra, scoprendo che nel 2017 sono stati prescritti circa 50 milioni di inalatori e che 7 su 10 erano inalatori a dose misurata, il tipo che contiene un gas serra, l’idrofluoroalcano, che viene utilizzato come propellente per espellere il medicinale.

Secondo il rapporto “UK Progress on reducing F-gas Emissions” pubblicato nell’aprile 2018 dall’ Environmental Audit Committee della Camera dei Comuni, gli inalatori a dose misurata appresentano quasi il 4% delle emissioni di gas serra dell’NHS e i ricercatori stinano che la sostituzione anche di uno su 10 di questi inalatori con un tipo più ecologico (inalatori di polvere secca) ridurrebbe di 58 kilotonnellate le emissioni equivalenti di CO2. Come fa notare Michelle Roberts, redattrice per la salute di BBC News, «E’ simile all’impronta di carbonio di 180.000 viaggi in auto andata e ritorno da Londra a Edimburgo».

Se poi si guarda al singolo paziente, ogni inalatore a dose misurata sostituito da un inalatore di polvere secca potrebbe far risparmiare l’equivalente tra 150 e 400 kg di anidride carbonica all’anno, più o meno quanto eliminare del tutto la carne dalla propria dieta.

Il principale autore dello studio pubblicato su BMJ Open Alex Wilkinson del Respiratory Department dell’East and North Hertfordshire NHS Trust, ha evidenziato che «I gas all’interno di questi contenitori sono gas serra così potenti che possono contribuire in modo significativo all’impronta di carbonio di un individuo e se si utilizzano uno o due di questi inalatori ogni mese, allora si possono aggiungere fino a centinaia di chili di anidride carbonica equivalente nel corso di un anno, il che è simile ad altre azioni che le persone desiderano intraprendere per ridurre la propria impronta di carbonio, come diventare vegetariani. Medici e pazienti, quando possibile, dovrebbero prendere in considerazione il fatto di cambiare con alternative verdi« Cosa consigliata anche da Gillian Leng, vicedirettore esecutivo del National Institute for Health and Care Excellence, «Questo aiuterà le persone a prendere decisioni condivise su quale inalatore è giusto per loro e le aiuterà a utilizzare quell’inalatore in modo efficace. Questo può aiutarle a controllare il loro asma, piuttosto che sia la loro asma a controllarle. Le persone che hanno bisogno di usare gli inalatori a dosaggio misurato dovrebbero assolutamente continuare a farlo, ma se si può scegliere un’opzione verde, pensate all’ambiente. Ridurre le emissioni di carbonio è una buona cosa per tutti, specialmente per quelli con malatie respiratorie».

Asthma UK avverte che «Il passaggio a un diverso tipo di inalatore può essere complicato per chi ha l’asma: comporta l’apprendimento di una nuova tecnica di inalazione e quindi dovrebbe essere fatto con il supporto di un medico di medicina generale o di un’infermiera esperta in asma.

Wilkinson evidenzia che «Per i pazienti che non possono cambiare i loro farmaci perché non è clinicamente consigliabile, ci sono altri modi per essere “più ecologici”. E’ davvero importante usare questi inalatori con saggezza, che i pazienti abbiano una buona tecnica e che la loro tecnica venga valutata, in modo da potersi davvero accertare che ogni boccata conti. Inoltre, i pazienti devono assicurarsi di sapere quante dosi contiene il loro inalatore in modo da non sprecarne. Una volta che l’inalatore è esaurito, è importante smaltirlo correttamente perché contengono gas serra. bisogna riportali in farmacia perché siano smaltiti correttamente».

Jessica Kirby, responsabile assistenza sanitaria di Asthma UK, ha detto a BBC News: «E’ fondamentale continuare a utilizzare gli inalatori come prescritto. Se sei preoccupato per gli effetti sull’ambiente, parla con il tuo medico o l’infermiere per l’asma alla prossima visita annuale dell’asma, per vedere se esiste un altro tipo di inalatore che funzioni per te».

L’amministratore delegato dell’NHS, Simon Stevens, conclude: «Il servizio sanitario nazionale ha già ridotto di un quinto la sua impronta di carbonio nell’ultimo decennio e offrendo ai pazienti la possibilità, se clinicamente appropriato, di passare a inalatori “verdi “a basso contenuto di carbonio che, come indicato nel Long Term Plan, non è solo la cosa giusta per loro, ma anche per il pianeta».