La discarica del Montenegro, una “Terra dei fuochi” in salsa balcanica?

I rifiuti bruciati a cielo aperto sulla collina di CJerina intossicano l’area di Plav e Gucia

[22 Giugno 2015]

Nonostante due anni di lotta degli abitanti del Comune di Plav, in Montenegro, contro la discarica a cielo aperto nel sito archeologico di della collina di CJerina, le cose ultimamente sembrano peggiorate i cittadini di Plav dicono che «Numerosi camion dei rifiuti di origine sconosciuta hanno causato la morte del bestiame e danni ad ettari di piantagioni, portando la zona ad un disastro ecologico». Qualla fatta da Jeta Beqiraj su Ejolt Sembra la descrizione di una “Terra dei Fuochi” in salsa balcanica.
Secondo Naim Prelvukaj, coordinatore del Consiglio per la prevenzione della discarica a Martina, «Migliaia di tonnellate di rifiuti vengono attualmente bruciate all’aperto, creando uno strato di ammoniaca sui campi di Plav e Gucia. Il fumo prodotto provoca danni al sistema nervoso e l’uccisione di animali e danni alle piante. Si tratta di una discarica di rifiuti nella natura vergine e rovina un antico monumento culturale di grande rilevanza per la storia albanese». Infatti, sulla Collina di Jerina ci sono le rovine di un castello illirico e del regno della regina Jerina. Nel 2014 Prelvukaj era stato arrestato per la sua resistenza contro la discarica.
Lo scarico dei rifiuti sulla Collina di Jerina è iniziato nell’ottobre 2012, quando il Comune di Plav, appoggiato dalla polizia montenegrina, ha sfondato il blocco dei residenti del villaggio di Martinaj ed ha cominciato a sversare rifiuti a pochi metri dalle loro risorse idriche. Ma, nonostante i continui sforzi del Consiglio per la prevenzione della costruzione della discarica nel villaggio Martinaj, le richieste presentate alle autorità ambientali del Montenegro sono cadute nel vuoto.
Ma la popolazione non molla e la lotta contro questa primitiva discarica selvaggia autorizzata delle istituzioni continua: Xhevad Lecaj, uno dei leader del Consiglio contro la discarica di Martnaj, sottolinea che «La situazione è allarmante. Da due settimane, il paese è ricoperto dal fumo dei rifiuti bruciati. Abbiamo informato l’ispettore ecologico Sejdo Djukic, che è venuto sul posto e ha constatato la condizione critica in cui ci troviamo. Ma fino ad ora non siamo riusciti ad ottenere una copia della sua relazione. Il nostro consiglio ha informato il Ministero dell’ambiente, ma lì la situazione rimane ancora in sospeso. Abbiamo anche informato le organizzazioni europee che operano in Montenegro. Dopo le multe e gli arresti che abbiamo dovuto sopportare abbiamo anche inviato due richieste alla Corte Costituzionale, che ha confermato di averle ricevute».