La grande maggioranza degli europei chiede misure supplementari per la qualità dell’aria

Nuova indagine Eurobarometro: c'è ancora scarsa consapevolezza delle norme dell'Ue in materia di qualità dell'aria

[27 Novembre 2019]

Secondo la nuova indagine “Attitudes of Europeans towards Air Quality” di Eurobarometro, per oltre i due terzi degli europei «l’Unione dovrebbe proporre misure supplementari per migliorare la qualità dell’aria» e più della metà è convinta che «Le famiglie, le case automobilistiche, i produttori di energia, gli agricoltori e le autorità pubbliche non stiano facendo abbastanza per promuovere una buona qualità dell’aria».

L’indagine è stata condotta tra l’11 e il 29 settembre 2019 ed ha coinvolto – intervistati de visu 27 565 persone, appartenenti a diversi gruppi sociali e demografici, in tutti i 28 Stati membri dell’Ue.

Lo speciale Eurobarometro fa seguito a un Eurobarometro flash del settembre 2012 sullo stesso argomento. Molte delle domande che erano state formulate in quell’occasione sono state riproposte; alcune figuravano anche nello speciale Eurobarometro sull’atteggiamento degli europei nei confronti dell’ambiente condotto nell’ottobre 2017.

Ad Eurobarometro spiegano che «L’indagine è stata pensata per sondare la percezione del livello di conoscenza dei problemi legati alla qualità dell’aria, delle variazioni della qualità dell’aria negli ultimi 10 anni, del ruolo di diversi attori nella promozione di un’aria di buona qualità, dei metodi più efficaci per far fronte ai problemi e del livello preferito a cui intervenire per affrontarli, nonché la conoscenza delle norme dell’Ue in materia di qualità dell’aria e le opinioni al riguardo e, infine, il sostegno a misure supplementari a livello dell’Ue.

Dal nuovo sondaggio emerge anche la necessità di comunicare meglio, soprattutto a livello nazionale: «La maggioranza dei partecipanti non si sente ben informata sui problemi legati alla qualità dell’aria nel proprio Paese. Nonostante i dati evidenzino notevoli miglioramenti, gli intervistati sono più propensi a credere che la qualità dell’aria sia peggiorata negli ultimi 10 anni rispetto a quanto indicava un’indagine del 2017».

Ecco i principali risultati di “Attitudes of Europeans towards Air Quality”:

La maggior parte degli interpellati vuole che l’UE proponga misure supplementari. Oltre due terzi (71 %) sono del parere che l’UE dovrebbe proporre misure supplementari per far fronte ai problemi legati alla qualità dell’aria in Europa e il 38 % vorrebbe potersi esprimere su tali misure. Quest’opinione è condivisa dalla maggioranza degli intervistati in tutti gli Stati membri.

Secondo la maggioranza degli intervistati, i problemi legati alla qualità dell’aria dovrebbero essere affrontati innanzitutto a livello internazionale. Più di 7 persone su 10 pensano che l’inquinamento atmosferico dovrebbe essere affrontato a livello internazionale (72 %). Metà dei partecipanti è a favore di un’azione a livello europeo, mentre l’altra metà propende per soluzioni sul piano nazionale. Per la maggior parte degli intervistati (44 %) il metodo più efficace per far fronte ai problemi legati alla qualità dell’aria è prevedere misure più severe di controllo dell’inquinamento per le attività industriali e di produzione di energia: si tratta del provvedimento più citato in 25 Stati membri.

I diversi attori, comprese le famiglie, dovrebbero fare di più per affrontare i problemi legati alla qualità dell’aria. Più del 50 % degli europei intervistati in tutti gli Stati membri afferma che le famiglie, le case automobilistiche, i produttori di energia, gli agricoltori e le autorità pubbliche non stanno facendo abbastanza per promuovere una buona qualità dell’aria.

Gli europei tendono a prendere più iniziative per ridurre le emissioni nocive rispetto al 2017. 7 intervistati su 10 hanno preso almeno un’iniziativa per ridurre le emissioni atmosferiche nocive, il che equivale a un aumento di 8 punti percentuali rispetto ai risultati del sondaggio del 2017. La scelta più comune è la sostituzione delle vecchie apparecchiature ad alta intensità energetica con apparecchiature più nuove, caratterizzate da una migliore prestazione energetica (41 %).

Il livello di informazione sui problemi legati alla qualità dell’aria è piuttosto basso. La maggior parte dei partecipanti (54 %) non si sente ben informata sui problemi legati alla qualità dell’aria nel proprio paese.

La maggioranza degli intervistati ritiene che la qualità dell’aria sia peggiorata negli ultimi 10 anni e questa percezione negativa è più diffusa rispetto al 2017. Il 58 % pensa che la qualità dell’aria si sia deteriorata negli ultimi 10 anni, una percentuale superiore rispetto a chi crede che sia rimasta la stessa (28 %) o che sia migliorata (10 %). Gli intervistati convinti che la qualità dell’aria sia peggiorata sono aumentati di 11 punti percentuali rispetto al 2017.

C’è ancora scarsa consapevolezza delle norme dell’UE in materia di qualità dell’aria. Solo un terzo circa di chi ha risposto ha sentito parlare delle norme dell’UE in materia di qualità dell’aria (31 %) e, tra questi, la maggioranza ritiene che dovrebbero essere rafforzate (63 %).

Secondo la maggior parte degli intervistati i problemi legati alla qualità dell’aria citati nell’indagine sono gravi. Oltre la metà degli intervistati è del parere che le malattie respiratorie e cardiovascolari, l’asma e le allergie rappresentino problemi molto gravi nel proprio paese.

In un comunicato a commento del sondaggio, la Commissione europea ricorda che «A maggio 2018 la Commissione Juncker ha adottato la comunicazione “Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti”, che delinea le misure che gli attori nazionali, regionali e locali devono adottare per migliorare la qualità dell’aria in Europa. La Commissione tutela inoltre i cittadini dall’inquinamento atmosferico deferendo alla Corte di giustizia dell’Unione europea gli Stati membri che non rispettano la legislazione dell’Ue in materia. Sta poi intensificando la cooperazione con gli Stati membri, confrontandosi con le autorità competenti nell’ambito dei nuovi “dialoghi sull’aria pulita”».

Domani a Btratislava inizia la due giorni del forum dell’UE “Aria pulita”, che sarà incentrato su quattro aree tematiche: salute e qualità dell’aria, energia e qualità dell’aria, agricoltura e qualità dell’aria, meccanismi di finanziamento per l’aria pulita e che offrirà a portatori d’interessi e responsabili politici la possibilità di mettere in comune le proprie conoscenze. Più di 30 oratori – in rappresentanza di governi, imprese e organizzazioni non governative – esporranno le loro idee su come migliorare la qualità dell’aria e rifletteranno su come elaborare e attuare politiche, progetti e programmi efficaci a livello europeo, nazionale e locale.

Il commissario uscente all’ambiente dell’Ue, Karmenu Vella, conclude: «E’ incoraggiante vedere che così tanti europei appoggiano l’azione a favore della qualità dell’aria. Nell’Ue l’inquinamento atmosferico causa più di 400 000 decessi prematuri l’anno e la società paga un prezzo enorme, ad esempio in termini di assistenza sanitaria, giornate lavorative perse e danni alle colture e agli edifici. La Commissione fornisce agli Stati membri e alle imprese consulenza, orientamenti e opportunità di scambio delle migliori pratiche, oltre a sostenere gli investimenti e i finanziamenti destinati a migliorare la qualità dell’aria a beneficio di tutti. Al tempo stesso si assicura che gli Stati membri che non rispettano le norme dell’Ue ne rispondano in sede giudiziaria».